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Mi trovo in macchina con un completo sconosciuto.
Comincio a rimuginare.
Avrei dovuto semplicemente ringraziare ma non accettare.
<< Dov'è che abita?>> Mi chiede concentrandosi più su di me che sulla strada.
Dio non sa guidare affatto, sono in una giostra. Ho la nausea.
<< All'edificio Di William James Price. Spero proprio che lei sappia dove si trovi perché io non ne ho la più pallida idea.>>
Ammetto con noncuranza.
Ha un sorriso piacevole ma con un non so che di sinistro.
<< William James... È sua figlia? Mi sembrava già conosciuto il suo cognome.. È l'imprenditore piu noto degli ultimi tempi.>>
È vero. Non che mi interessi, e non voglio farne parte più di tanto, i suoi affari rimangono suoi. Io sono solo la legittima figlia sbucata in casa sua lo scorso giorno.
Vorrei prendere un appartamento mio appena mi sarà concesso, magari vicino a questa maledetta scuola.
Ho una rabbia incredibile pensando che quel buono a nulla sarebbe dovuto venire a prendermi. Avrei sicuramente evitato una situazione imbarazzante come questa.
<< Già. Senta non c'è bisogno che mi accompagni proprio a casa, può lasciarmi li nei dintorni mi saprò orientare.>> Avesse schivato una buca..
Noto che la mia gonna si è alzata più del dovuto. Senza dare troppo nell'occhio la tiro giù alzandomi il minimo indispensabile dal sedile.
Ma lui mi guarda, e anche troppo.
<< Le ho detto che non ho nessunissimo problema, mi lasci fare>>
Non voglio che papà o qualcun'altro della casa mi possa vedere qui in macchina con il preside.
Gli ho chiesto di lasciarmi scendere ma continua ad insistere. Non voglio essere scortese ma voglio davvero scendere qui.
<< Io la ringrazio davvero tanto ma..>>
<< Lei è decisamente una persona testarda, il che mi piace. Ma a volte sarebbe cortese accettare le generosità altrui. Si, la lascerò scendere dove me lo chiederà, ma dove per lei sarà comodo che le piaccia o meno.>>
Ed ecco cosa intendevo per scortesia..
Infatti non rispondo e acconsento.
Non posso fare diversamente.
Restiamo in silenzio entrambi.
<< Rosie, posso chiamarla così vero?
Perché non mi racconti un po' di lei, a parte che suona il pianoforte e che è la figlia di un grand uomo>>
Ora entra in via confidenziale, lo dovevo immaginare.
Mi pento di aver accettato il passaggio, sono totalmente a disagio.
<< Beh...ma...io .. non c'è niente di che da sapere su di me..>>
Balbetto a bassa voce.
Lo conosco da quanto, 5 minuti?
Non potrei mai raccontargli qualcosa "di me" così su due piedi.
Però con Daniel in un certo senso l'ho fatto, e non mi è dispiaciuto..
Beh ma solo per un momento di debolezza. O un momento di distrazione ecco.
<< Impossibile. Tutti abbiamo una storia Rosie. E mi piacerebbe molto conoscere la sua>>
La sua mano da che si trovava sul cambio, a che ora avanza verso me.
Mi sfiora la coscia delicatamente..
Ma che..????
No non posso e non voglio restare qui. Ho bisogno di tornare sola. A questo punto della strada non mi perderò.
Cosa si è messo in testa??
Devo mantenere la calma finché sono qui dentro con lui. Dio solo sa cosa potrebbe accadere.
<< Non oggi signor Clark.>> Tolgo la sua viscida mano su di me. Lui sembra rimanerci male e forse irritato.
Io sono irritata.
Mi viene il voltastomaco al solo pensiero.
<< Andiamo.. so che le fa piacere..>>
Sussurra a voce roca.
Ritenta ad avvicinarsi ma io blocco immediatamente il suo braccio.
Quel ghigno urta il mio sistema nervoso, se ancora esiste..
<<La ringrazio con tutto il cuore di questo passaggio ma vorrei scendere qui. Casa mia è li infondo, arriverò da sola.>> Dico con il sorriso più falso che io riesca a fare.
Ma come si è permesso! È così che sono gli uomini di New York? Spero sia solo un sudicio caso fra tanti.
Ho un po' di timore. È la prima volta che qualcuno si rivolge a me con tanta spudoratezza. È un uomo di si e no 45 anni! Avrà una moglie, vista la sua fede al dito. E magari dei figli.
Accosta e io faccio per scendere con espressione delusa e sicuramente senza escludere il ribrezzo.
Sembrava così gentile questa mattina..
Il suo sguardo cambia nel giro di un attimo.
<< Sono un idiota.. perdonami Rosie non intendevo..>>
Non so se credere al suo dispiacere, so solo che ho provato un po' di timore.
<< Buona giornata signor preside.>> Termino distaccata appena mi allontano.
Non mi capacito nulla di ciò che è successo. Sa benissimo di chi sono figlia e proprio per questo motivo ha corso un grosso pericolo.
Decido di non raccontare nulla a nessuno e di dimenticarmi di questi 10 minuti più disgustosi e inaspettati della mia vita. Ho voglia di piangere per la delusione.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now