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Daniel sospira di scatto e si rilassa sullo schienale.
<< Bene.>>
D'un tratto, come sempre, entra in scena la mia avida curiosità.
<< Perché? Cosa c'è in quella cartellina?>>
Quasi mi pento di averglielo chiesto.
Ora mi verrà contro sicuramente.
<< Nulla che ti riguardi.>>
Sapevo mi avrebbe risposto così. Non ne vale nemmeno la pena di rimanerci male.
Infatti resto in silenzio a guardare il vuoto.
Avverto la confusione di Daniel che mi guarda dubbioso.
<< E ora perché quella faccia? >>
Domando quasi infastidita.
<< Beh sono sorpreso Rosie. Non hai insistito nel sapere cosa ci fosse dentro la cartellina>>
<< Ho deciso che non interferirò più con la tua vita. Se ha voglia di raccontarmi qualcosa, sarai tu a farlo di tua spontanea volontà. Non cercherò più di essere invadente.
Eviteremo sicuramente un sacco di discussioni.>> Rispondo a tono maturo.
<< Difficile evitare discussioni con te.
Comunque, dentro 'quella cartellina' c'è un po' la storia della mia vita e cazzate varie. Non te la farò mai vedere ad ogni modo.>>
Il suo tentativo di restare freddo un po' lo tradisce.
Mi viene da sorridere se penso al fatto che mi ha appena confidato il contenuto di quella cartellina, in parte.
<< Non mi sembra di averti chiesto "di farmela vedere". Sono affari tuoi giusto?>>
Faccio un piccolo ghigno.
Solo ora noto che la mano è ancora lì dov'è nonostante la sua impassibilità.
Daniel sorridendo scuote la testa.
<< Vorrei proprio sapere dove vuoi arrivare con questa tua risolutezza nello sfidarmi continuamente.>>
Mi coglie alla sprovvista perché non so dove voglio arrivare.
<< A questo non so risponderti.. perché non si tratta di "sfidarti". Forse solo cercare di capirti un po' alla volta. Tu hai i tuoi tempi e lo capisco. >>
Non sarà sicuramente da me, ma Daniel ha ragione: non posso dare per scontato che le persone siano tutte uguali a me.
Lui è diffidente, scontroso. Io tutto ciò che non siano queste due cose.
<< Mi sorprendi sempre di più.. ecco perché una parte di me ti trova interessante.>>
È una cosa bella o una cosa brutta il fatto che sia solo una sola "parte" di lui a trovarmi interessante?
<< E..l'altra parte?>> Rido vaga.
<< L'altra parte vorrebbe solo che tu te ne andassi affanculo, più chiaro di così..>>
Lo sento sghignazzare nonostante la batosta. Ma non è una batosta, è solo la verità che conosco fin dal primo momento che sono arrivata in questa grande città.
<< Ma mi annoierei senza te che giri con quel orribile pigiama per casa.>>
Continua per sdrammatizzare.
È stranamente simpatico in questo momento.
Decido così di sorridere a quella sua battuta sul mio pigiama.
<< A proposito .. Sto prendendo in considerazione di cercarmi un lavoro, ovviamente continuerò a studiare, così da potermi mantenere una casa vicino l'università.>>
Confido a Daniel la mia quasi decisione.
Schiude la bocca come se volesse dire qualcosa, ma a quanto pare è indeciso su cosa rispondermi in merito a questo.
<< Se si parla di volere una totale indipendenza lo capisco. Ma realmente parlando sai che non ce ne è proprio bisogno. Will, sentendolo parlare, ti terrebbe chiusa in casa sua sempre se potesse.>>
Dice con un briciolo di concitazione.
Mi piacerebbe pensare che invece è Daniel a non volere il mio trasferimento.
<< Lo so, ma non per questo interromperei di nuovo i miei rapporti con mio padre. Anzi il contrario. Forse si tratta più di indipendenza e del volermi creare una vita mia. Come tu con la California ad esempio>>
Qualcosa mi spinge il petto quando mi ricordo che lui se ne andrà e soprattutto quando mi accorgo che la sua mano è di nuovo al volante e non più su di me. Ma devo convincermi per forza a pensare che poi non sarà così male non avere più a che fare con lui, e per un sacco di motivi.
<< Capisco. Se vuoi ti do' io una mano a cercare un appartamento. Ho un' amica agente immobiliare e saprò trattare.>>
Sarà sicuramente una delle tante spasimanti questa sua "amica".
Oh Rosie, smettila.
<< Grazie, è gentile da parte tua.>>
Daniel sorride senza smettere di guardare la strada e alza il volume la radio per rimpiazzare quello che a breve sarà un silenzio.
Mi appoggio sul finestrino semiaperto con gli occhi chiusi ad ascoltare la musica.

***
<< Rosie, svegliati. Siamo a casa.>>
Dice quella voce roca e piacevole.
Daniel mi scosta leggermente per svegliarmi.
Apro gli occhi faticosamente, e ci vuole circa mezzo minuto prima che io riesca a vedere bene senza appannamenti.
Mi sollevo dallo schienale e mi guardo intorno. Siamo a casa, o meglio, nel parcheggio.
<< Ti ho preso qualcosa da mangiare mentre tornavamo.. >>
Mi passa un sacchetto con dentro un panino.
<< Grazie, lo mangerò tra poco.>>
Rivolgo un sorriso di gratitudine che Daniel non ricambia per imbarazzo.
Scendiamo dall'auto per dirigerci proprio dentro casa.
<< Ho sentito la tua amica rompi palle. A quanto pare sono riusciti a fuggire dalla polizia ieri sera. E dice di averti fatto 10 chiamate>>
Oh Bonnie. Mi sento in colpa per non averle chiesto che fine avesse fatto o se fosse fuggita alla polizia.
<< Più tardi la chiamerò.>>
Usciamo dall'ascensore noto Daniel che va dritto a spaparazzarsi sul divano e accendersi una sigaretta.
Credo che dopo la notte trascorsa, nessuno dei due oggi uscirà da questa casa. Abbiamo dormito malissimo.
Mi tolgo le scarpe e poggio la borsa sulla cassapanca vicino l'entrata. Sandra dev'essere qui nei paraggi.
A passo veloce vado in cucina a bere dell'acqua.
La grande porta scorrevole della cucina mi permette di far caso a Daniel che fa facce strane toccandosi il collo, deve sicuramente provare dolore.
<< Torcicollo?>>
Domando a tono alto per farmi sentire.
<< Tu che dici? Abbiamo dormito in una cazzo di giostra.>>
Saprei come frenare sia il dolore che il nervosismo, ma non so se è proprio una buona idea.
<< Le vedi queste mani? Sanno fare miracoli te lo assicuro. >>
Credo non sappia di cosa stia parlando visto il suo disorientamento.
Poso il bicchiere e mi avvicino a dove si trova Daniel. Precisamente dietro di lui.. dietro il divano, per specificare.
<< Che vuoi fare?>>
Non rispondo e faccio immediatamente un massaggio. So che sono molto brava in questo, li facevo spesso alla nonna e devo ammettere, modestamente, che ricevevo molti complimenti.
Avverto dai sussulti di Daniel che si sta rilassando.
<< Almeno qualcosa di buono la fai Rosalinda.>>
Alzo gli occhi al cielo e continuo più forte per "vendicarmi" di ciò che ha appena detto. Di scatto sussulta le sue mani bloccano da dietro i miei polsi.
<< Devi imparare che io non sono il tipo di persona che passa indifferente a ogni cosa che mi dici.>> Riferisco con presuntuosità.
Lascia andare i miei polsi ed io continuo con moderazione.
<< Bene. Ehm.. pensavo.. tu hai una vaga idea di chi fosse stato ieri a chiamare la polizia? Io penso sia stata Melissa. È abbastanza scontato>>
Per l'ennesima volta parlo male di questa ragazza davanti a lui. E sempre per l'ennesima volta me ne pento.
<< No, non è il tipo. Ed era troppo ubriaca per farsi prendere sul serio, soprattutto dalla polizia. Magari stavano facendo solo un controllo, non essere paranoica.>>
Non sono paranoica.. solo che, non lo so è come se avvertissi qualcosa.
Magari devo solo lasciar correre, non sono abituata a questi tipi di situazioni.
A dirla tutta sembra che io non sia abituata proprio a niente da quando sono qui.
<< Forse hai ragione... Comunque non rischierò mai più così.>>
Daniel è divertito. Eppure non dovrebbe esserlo avendo passato i guai molte di quelle volte.
<< Cos'è, il brivido del rischio non ti piace più? Ti sei lasciata solo un po' andare, non hai rischiato poi così tanto.>>
Dice Daniel buttando la testa indietro per guardarmi.
Smetto con il mio miracoloso massaggio e siedo di fronte a lui.
<< E invece si. Mi sarei sicuramente vergognata a morte se mi avessero preso. Che figura ci avrei fatto passando l'intera notte, o forse anche di più, dietro una cella? >>
Lo sento ridere a crepapelle.
Perché ride di me adesso? È irritante.
<< Ti assicuro che avremmo, al contrario, passato la notte a casa dopo aver pagato la cauzione. E poi questo non si chiama rischio Rosie. Ne hai di strada da fare prima che tu ne conosca il significato. >>
Si riferisce alle sue passate esperienze?
Il fatto che lui sia già stato dentro per aver picchiato quel povero signore?
<< Non lo so Daniel. Abbiamo due concezioni molto diverse di "rischiare"'>>
Dico mentre accavallo la gamba.
<< Ok, va bene. Posso confermarlo.>>
Sorrido insieme a lui e sento il mio telefono vibrare nella tasca. Lo prendo e controllo. È un messaggio da un numero che non conosco. Guardo la foto profilo e riconosco subito il volto sfilato di Finn.
E scrive " Hey, mi chiedevo se domani ci saresti per un film al cinema. Sono Finn " inviato ieri sera alle 22.00? E perché mi arriva adesso?
Quasi decido di rifiutare l'offerta..
<< Chi è?>>
Chiede Daniel.
Sposto il mio sguardo sbandato cercando di decidere cosa rispondere a Finn.
<< Emh.. nessuno.>> Ripongo il cellulare in tasca vaga.
<< Puoi dirmelo eh. Ti senti con qualcuno?>>
La domanda mi sconcerta.
Da come lo chiede non ne sembra infastidito, o forse si, difficile capirlo.
Si, lo è. Non mi ha guardata dritto in faccia, quindi si. Comincio a capirlo pian piano.
Ma perché lo dovrebbe essere?..
Magari Daniel sta solo cercando di essere gentile tutto qui.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now