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La cena trascorre niente male, anche se mi aspettavo Daniel qui con noi sta volta, e invece a quanto pare era impegnato.
Quel ragazzo ha un non so che di strano, è difficile saperlo prendere ma quando ci si riesce non è così terribile. Ogni minuto che passo con Kelly capisco che mi piace sempre di più. Non pretendo assolutamente che lei prenda il posto della mamma, quello è insostituibile ed io sono cresciuta ormai, ma è o comunque sarà sicuramente un'ottima compagnia e un'amica eccezionale.
Papà ha molto da fare per quanto sto vedendo, il suo lavoro lo trattiene a lungo, ma spero proprio che in uno di questi giorni possa passare un intero pomeriggio con me, ma non gli metto fretta, abbiamo tutto il tempo per farlo.
Terminata la cena do la buonanotte e mi ritiro nella mia stanza. Sarà meglio che dorma ho la sveglia per domani mattina alle 7.00 ...

Dopo una buona colazione in assenza di tutti quanti tranne che della silenziosa Sandra sono pronta per il mio primo giorno.
Il mio look è adatto? O è troppo convenzionale? Indosso una semplice maglietta rosa antico e una gonna nera attillata lunga fino alle ginocchia.
Indosso un paio di ballerine in tono alla maglia e ho legato i capelli in una coda alta.
Spero per Daniel che non si sia dimenticato che dovrà accompagnarmi. Si è offerto lui stesso.
Prendo il necessario e scendo al parcheggio.
Come "non" mi aspettavo Daniel è di fronte l'ascensore che mi aspetta nella sua macchina.
<< Pensavo avremmo usato la mia>> Dico chiudendo lo sportello.
I capelli sono sbarazzini e indossa la sua solita giacca nera insieme agli anfibi e gli occhiali.. da vista? Gli stanno molto bene però, gli danno un aria intellettuale ed è proprio ciò di cui ha bisogno.
Ancora non mi ha guardata.
Mette in moto.
<< Oh no, se vuoi che ti accompagni viaggeremo con questa. E poi non ho intenzione di stare in macchina con te che guidi >>
Ritorniamo ad essere prepotenti, Gheller?
<< Sarà solo per oggi, per farmi un idea dalla strada da percorrere. Da domani non ti scomoderai per me tranquillo. >> Ribatto languida.
Non risponde ed io controllo nello specchietto se mi sono truccata bene e se qualche capello è fuori posto. Direi di no.
Accendo la radio e metto One Republic, Apologize.
<< Sai che non ti avevo dato il permesso vero?>>
Ecco che comincia. Con un movimento secco la spegne.
<< È solo una radio.>>
Rispondo alzando le mani.
Comicia a scocciarmi già di prima mattina e non siamo ancora arrivati all'università. Di certo il suo umore non è lo stesso che aveva perlomeno in piscina.
Dopo qualche minuto da un occhiata al mio outfit.
Sta per giudicarmi, ne sono sicura.
<< Non è un po' esagerato per il primo giorno? Insomma non è un colloquio di lavoro. Hai 18 anni, non 40.>>
Sono elegante e sistemata, perché dovrebbe essere troppo??
<< A me piace. Qual è la cosa peggiore che può succedere, che mi scambino per un'insegnante?>>
Non sono il tipo di ragazza che esce con jeans, top e scarpe da ginnastica.
Quando sono a casa non dò importanza a cosa indosso, nella maggior parte del tempo sono sciatta.
Ma se devo uscire anche solo per fare la spesa devo essere impeccabile.
Sono una perfezionista, credo.
<< Quella gonna distrarrà qualcuno>>
Commenta con un sorrisetto sulle labbra.
Faccio lo stesso per sua considerazione, ovviamente senza farmi notare.
Dopo poco per fortuna arriviamo.
Mi apre la portiera dal suo posto. Non ha detto che anche lui frequentava questa università? Perché non dovrebbe venire.
<< Non vieni? Mi sembrava di aver capito..>>
<< Ho lezione dopo, scendi>>
Ma perché è arrogante senza un motivo per esserlo. A volte mi chiedo se sono io che sbaglio in qualcosa nei suoi confronti. Ma altre volte il mio subconscio mi ricorda che è un malato cronico.
E così scendo sbuffando e lui parte subito senza un cenno o una qualsiasi smorfia.
Mah.
Sono in un grande giardino con studenti ovunque che camminano avanti e dietro.
È ancora presto per il corso perciò farò prima un salto dalla preside per presentarmi.
Non ho idea di dove sia, chiederò in segreteria.
<< Ehm scusi cerco la rettrice, sa dirmi dove posso trovarla? >>
Chiedo gentilmente ad una signora con in mano un blocco di fogli.
Mi guarda un po' perplessa, ho detto qualcosa di sbagliato?
<< Si..Certo, primo piano, la porta infondo al corridoio non può sbagliare>>
<< Grazie mille>>
Percorro la strada che mi è stata riferita e finalmente arrivo un po' affaticata, con tutte queste scale potrei perdere addirittura qualche chilo.
Busso due volte e poi entro.
Vedo un uomo sulla quarantina in piedi pronto ad accogliermi.
Ha i capelli scuri e gli occhi azzurri, davvero un bell'uomo.
<< Mi scusi credo di aver sbagliato posto. Ecco cercavo la preside>>
Perché sto balbettando?
L'uomo mi sorride. Mai visto denti così bianchi, sarà sicuramente una dentatura finta o ricostruita.
<< Ce l'ha proprio qui davanti. Sono Peter Clark il rettore della C.U. , entri pure>>
Ha un tono di voce pesante e caldo.
Ero convinta di trovare una donna, forse ho sbagliato le mie ricerche su internet o qualcosa mi è sfuggito di sicuro.
<< Oh mi dispiace ero certa di trovare una "donna", con tutto il rispetto>>
Che figuraccia.
<< Non si preoccupi. Si sieda.>>
Sembra divertito dalla mia sfacciataggine.
Mi fa cenno con la mano per invitarmi a sedere.
<< Oh certo>> Mi siedo con un po' di impaccio.
Lui si mette di fronte a me e controlla il computer sulla scrivania che ci separa.
<< Lei è la signorina Rosalinda Price..(?)>>
<< Solo Rosie, per favore >> Consegno la cartellina con i miei dati e lui la legge con cura.
<< Allora, "Solo" Rosie, viene da Miami e questo è il suo primo giorno alla Columbia University. Beh congratulazioni sono felice di averla qui, spero si trovi bene. >>
Gira foglio e continua a leggere.
<< Lei suona uno strumento?>>
Mi chiede.
<< Si il pianoforte, e se ne è necessario so anche cantare, insomma me la cavo. >> Sono molto nervosa. Penso a quello che ha detto Daniel. Sembra veramente un colloquio di lavoro.
<< Ha un'ottima scheda signorina Price non posso obbiettare altrimenti. Vedo che ha anche una borsa di studio dalla MCA Accademy. Dato che è il suo primo giorno la farò accompagnare dalla mia assistente così che possa orientarsi senza difficoltà.>>
<< La ringrazio >>
Si alza dalla sedia e io faccio lo stesso. Mi accompagna alla porta tenendo molto leggera la sua mano a metà della mia schiena. La sensazione che provo al suo tocco è strana, non so se giudicarlo piacevole.
<< Bonnie, lei è Rosie, vorrei che le facessi fare un giro e magari accompagnarla alla lezione. È nuova qui alla C.U. >>
"Bonnie", credo si chiami così, è una ragazza mulatta vestita più o meno come me. La differenza sta che io sono una studentessa e lei una segretaria. La cosa mi imbarazza..
Comunque Bonnie è davvero carina.
<< Certamente preside. >>
Il rettore si rintana nel suo ufficio e mi lascia lì con la sua assistente che ha un'aria vivace, sembra decisamente giovane.
<< Piacere di conoscerti Rosie. Vedo che sei sopravvissuta all'incontro con il preside, di solito non tutti ne escono vivi>> Mi dice mentre ci in incamminiamo. Resto attonita e lei scoppia in una bella risata acuta.
<< Stavo scherzando, dovresti vedere la tua faccia. >>
Capito lo scherzo, rido spudoratamente con lei.
<< È stato gentile a dire il vero>>
La sua faccia è sorpresa.
<< Beh allora gli piaci per forza, buon per te. Io lavoro qui da un anno e non c'è verso per cui le stia simpatica. Ma..resta il fatto che è comunque un gran figo>>
Effettivamente potrebbe fare il modello. Ha un viso ben ricamato, in tutti i suoi lineamenti e un bel corpo tonico.
<< Forse hai ragione. Ti sei laureata presto? Sembri molto giovane >> Commento sperando sempre di non essere invadente.
<< Si ho 21 anni, mi sono laureata in lettere e lingue un anno fa. E così sono finita a fare da segretaria al padre di un mio amico. Sforzi inutili, credimi>>
Padre di un suo amico. Non c'è nulla di peggio che essere assunti per "amicizia". Oddio, non proprio peggio.. però essendosi laureata in lettere avrebbe potuto insegnare quì invece che essere una specie di stagista.
Sembra una ragazza dolce, anche simpatica. È alta più o meno quanto me senza considerare i tacchi che ha indosso.
<< Gli sforzi verranno ripagati tutti non preoccuparti.>> Le sorrido confortevolmente.
<< Lo spero Rosie.>>
Dopo il lungo tour, Bonnie mi lascia davanti l'aula in cui si terrà la lezione di coro.
<< Grazie mille per avermi accompagnata, non l'avrei mai trovata da sola. >>
È vero, è un labirinto.
Ma casa mia è più grande, nessun paragone.
<< E di che è stato un piacere. Ti lascio il mio numero in caso ti servisse qualcosa, ma puoi usarlo anche per prendere un caffè e parlare di quanto sia noioso Peter Clark.>>
Non riesco a trattenere una risata e prendo il suo biglietto da visita.
<< Beh io qui non ho nessun amico, saresti la prima. Ci vediamo Bonnie!>>
Si allontana ed io entro.

Le lezioni di oggi sono terminate. Un'ora di coro, una di scienze sociali e una di pianoforte. Ai prof piace il mio stile pop e soul e ne sono felice, anche se è stata piuttosto dura toccare nuovamente un piano.
Sono fuori ,nello stesso punto in cui Daniel mi ha lasciata. Mi giro intorno e non c'è traccia di lui, devo preoccuparmi?
Credevo che alle 11.00 si farebbe fatto vivo.
Aspetterò, di certo non posso avventurarmi a New York proprio oggi..
Dopo 30 minuti di attesa, ancora niente. Non ho il suo numero di telefono, ma potrei provare con papà..
Cerco il telefono nella borsa e.. aspetta, dov'è finito il mio cellulare?
Cavolo devo averlo dimenticato a casa.
Dev'essere rimasto lì per forza dal momento che oggi non l'ho neppure guardato.
E ora come diavolo faccio?
Non conosco autobus da queste parti, non ho idea di dove dirigermi.
Mi chino per terra senza mettermi seduta e comincio a riflettere. Devo elaborare un piano d'azione. Piagnucolo come una bimba e non ho ancora idea di cosa fare.
Gheller appena ti trovo giuro che...
<< Price? È lei?>> Mi alzo all'istante e trovo di fronte a me il rettore.
<< Ehm, signor Clark >> Tento pregando di non aver sbagliato il suo cognome.
<<È tutto ok? Sentivo uno strano piagnucolio>>
Chiede allarmato.
<< Si va tutto bene..>> Che bugiarda..
Ma lui a mia sfortuna ha l'aria di uno che intuisce subito chi tenta di divagare.
<< No non va tutto bene. Ecco è una lunga storia, il mio ..fratellastro sarebbe dovuto venire a prendermi circa mezz'ora fa e a quanto pare non ha dato importanza alla cosa.. io sono senza cellulare e non conosco..>> Mi blocca.
<< E le serve un passaggio a casa, esatto? La scorto io >>
Che imbarazzo dio santo.
<< Oh no no! Assolutamente, cioè lei avrà sicuramente mille cose di cui occuparsi.. troverò una soluzione non voglio essere di disturbo>>
<< Insisto Rosie, può decidere se passare il resto della giornata qui a piangersi addosso oppure accettare la mia generosa offerta di riportarla a casa, scelga lei, la decisione è sua>> Dice aprendomi lo sportello della macchina.
Se questo è un preside severo, Bonnie deve avere proprio ragione, devo piacergli per offrirmi un passaggio a casa. Aspetto un'attimo prima di rispondergli. E se Daniel arriverà a momenti? Ne dubito, in ogni caso non posso permettermi di correre il rischio.
Cosa dovrei fare? È il preside non posso..
Oh al diavolo. Salgo in auto.
<< Mi ha salvato la vita>>
Che non risparmierò a quello stronzo appena mi sentirà.
Ho davvero detto stronzo?

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now