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<< È qui?>>
Domando indicando il portone di fronte a noi.
Ci troviamo fuori il nostro primo appartamento e nonostante sia in preda alla voglia di scoprirne l'interno, sono ancora in contrasto con Daniel. Per tutto il viaggio non abbiamo altro che bisticciare per sciocchezze, come l'aria condizionata, la musica, i finestrini abbassati ecc.
<< Si, ma non voglio entrarci se c'è questa brutta aria tra noi. Finalmente possiamo stare insieme, senza doverci nascondere.
Che altro vuoi?>>
Parla con esasperazione. Dovrei essere io quella esasperata.
<< Dopo tutto il casino che hai creato, tra l'altro da solo e senza motivo, pretendi che ti faccia un sorriso a 32 denti ed entri con disinvoltura? Perfetto, se è questo quello che vuoi lo farò.>>
Avanzo insieme alle valigie e attendo indifferente che prenda le chiavi per farci entrare. Sinceramente non ho aspettative, mi adatto a qualsiasi cosa. La realtà dei fatti è che tutto ciò che mi importa è stare con Daniel, nonostante la sua "stronzaggine".
<< Per una cazzo di volta sto cercando di fare una cosa carina. Puoi continuare ad essere arrabbiata con me più tardi? Voglio che ti godi questo momento.>>
Dice euforico prima di valcare l'entrata del palazzo.
Faccio spallucce e mi nascondo per non fargli vedere il colore roseo delle mie guance cercando di trattenere un risolino.
Prendiamo l'ascensore e fortunatamente andiamo al secondo piano.
<< Sei pronta?>>
Dice mentre sta per aprire.
<< Ho alternative?>>
La Rosie sarcastica assomiglia tanto al Daniel di sempre.
Si blocca e rotea il capo verso di me.
<< Quando mi dai queste risposte avrei solo voglia di picchiarti..>>
<< Bene.>>
Rispondo secca.
<< E scoparti.>>
Continua.
Rabbrividisco e il mio corpo prende fuoco al suono di quella parola.
Deglutisco e lui, aprendo la porta, fa un ghigno.
Trovo davanti a me un bel salone rustico, tutto già arredato con mobili in legno color marroncino chiaro. Non è grande, un semplice bilocale dove il soggiorno, la cucina e la camera da letto si collocano tutte nella stessa stanza. È accogliente, bello, e cavolo.. Non lo avrei mai detto ma.. Mi piace da impazzire.
Giro intorno a me stessa sorridente per studiare ogni metro quadrato.
<< Lo so non è il massimo. Se vuoi possiamo stare qui solo per un po', il tempo per cercare di meglio.>>
Si giustifica impacciato.
<< È.. è perfetta.>>
Mi sento a mio agio, è esattamente il genere di casa a cui sono abituata..
<< Davvero? Ti piace quindi?>>
Si gratta le tempie.
<< Si, mi piace. È tutto quanto perfetto, tranne per una cosa.>>
Mi tolgo il giacchetto e lo poso sull'appendi abiti.
<< Cosa? >> Chiede confuso.
<< È il nostro primo appartamento. Avresti dovuto farmi entrare qui prendendomi in braccio.>>
Scherzo per metterlo in difficoltà, ma vista la sua espressione sembra non aspettasse altro.
<< Hai ragione. Vieni qui.>>
Si avvicina talmente velocemente da farmi sobbalzare.
<< Che.. scusa che stai facendo? >>
Scaccio un urlo quando si china per afferrarmi le gambe per poi sollevarmi. Mi trovo con gran parte del corpo sotto sopra dietro la sua schiena. Continuo a scacciare lamenti e chiedere di mettermi giù, anche se vorrei non lo facesse.
<< Ora esco e rientrerò così.>>
Ammetto che mi viene voglia di ridere, infatti lo faccio mentre tento di dimenarmi sulla sua spalla.
<< Si ma avresti potuto prendermi semplicemente in braccio, come le persone normali, dai mi sta venendo il volta stomaco! >>
È chiaro che non sono credibile dal momento che non riesco a smettere di ridere.
<< Ti risulta che io sia normale?! Eppure mi dici spesso di non esserlo. E poi non ha prezzo avere il tuo fantastico culo così vicino alla mia faccia.>>
Dice mentre mi da piccole schicchere sul sedere. I miei ormoni si risvegliano.
Esce seriamente dalla porta per poi rientrare.
<< Benvenuta a casa.>>
Fa ironicamente per poi rimettermi giù. Resto vicina a lui per riacquistare equilibrio.
<< Sono ancora arrabbiata con te, non approfittarne.>>
Il mio tentativo di cercare di essere risoluta sta andando a quel paese.
<< Non me ne sto approfittando, sto provando a farmi perdonare.>>
Mi sfiora la clavicola, vorrei chiudere gli occhi e abbandonarmi. Il suo sguardo è intenso, troppo intenso.
<< Beh non ti farai perdonare così.>>
Mi guarda interrogativo.
<< Così come?>>
Non smette di toccarmi e mi sta facendo perdere la testa.
<< Cercando di sedurmi.>>
Cessa di sfiorarmi e fa un espressione beffarda.
<< Questo lo dici tu, io non sto cercando di sedurti.>>
Ah, faccio un sorriso tirato e vado incontro alla cucina, anche se vorrei andare sotto una mattonella in questo istante per la mia stupidaggine.
<< Ok, ho frainteso.>>
Ammetto mentre mi metto a curiosare tra cassetti e sportelli.
<< Dobbiamo fare una cosa che forse non ti piacerà.>>
Lo informo cambiando discorso.
<< Comprare tutto quanto. Lo so. Farò questo sforzo.>>
Dice con voce tirata mentre si butta a peso morto sul nostro letto.
Che strano dire "nostro"..
Strano quanto bello.
<< Si, e anche i regali di natale.>>
Mentre dico "regali" mi viene in mente un solo pensiero: cosa potrà mai piacergli a Kelly? E a Bonnie? Alex? Tutti gli altri?
<< Possiamo anche evitare di scervellarci per fare i regali, non ci rimarrà male nessuno. Sto già facendo una fatica enorme a ritornare lì domani.>>
Ovviamente non ha perso tempo a farmi sapere il suo dispiacere nel ritornare dalla nostra famiglia.
<< Non mi importa. Con o senza il tuo aiuto farò dei regali a tutti quanti. Hai detto di volerti far perdonare ma non sei nella strada giusta facendo così.>>
L'ho spiazzato e mi fissa con quei bellissimi occhi verdi con l'aria di qualcuno che non ha scelta.
Sbuffa incrociando le braccia.
<< Va bene, andiamoci. Guarda che lo sto facendo per te, quindi apprezza.>>
La situazione è talmente rivolta a mio favore che posso riderci sopra.
<< Andiamo, infondo anche tu muori dalla voglia di fare compere, soprattutto se servirà per fare il ruffiano con mio padre.>>
Canzono prendendolo in giro.
<< Non provocarmi Rosie. Se mi gira diversamente sai che potrei prenderti e farti passare la voglia di uscire.>>
È ovvio che si riferisce al sesso.. E vorrei continuare a provocarlo perché mi alletta. Ma non ora. Abbiamo da fare quindi non posso farmi deconcentrare.
Prendiamo la macchina e dopo un quarto d'ora arriviamo al centro commerciale più vicino, tra l'altro il più grande e il più frequentato.
<< Ho già mandato un messaggio a Leo per farti portare la tua auto comunque, entro sta sera sarà parcheggiata sotto casa.>>
Mi informa mentre entriamo in questa grande struttura dove l'aria condizionata mi fa gelare. Brrrh..
<< Perfetto.. Prima tappa?>>
Chiedo guardandomi intorno.
<< Direi la spesa.>>
Dice afflitto.
Acconsento e d'istinto lo prendo per mano mentre camminiamo verso Target.
Avverto la rigidezza di Daniel.
<< Scusa è che.. Non sono abituato.>>
Dice intimorito guardando le nostre mani. Mi viene un flashback di quando, andando all'università, Daniel mi prese la mano di sua spontanea volontà. Ma non c'era anima vivente in giro, lo ricordo bene.. Poi, quando sono comparsi i suoi amici, la molló immediatamente.
Il ché mi fa pensare che non è il genere di ragazzo che vuole dare dimostrazioni in pubblico.
<< Capisco, non fa niente.>>
Lascio la presa.
Ci resto un po' male anche se capisco il suo punto di vista, ma meglio non focalizzarsi troppo su questo.
<< Target è il miglior supermercato dove fare la spesa. Sono l'unica a pensarlo?>>
Esulto una volta entrati in questo magnifico posto.
<< Non ho mai fatto la spesa, quindi non posso condividere il tuo pensiero, mi dispiace.>>
Non riesco a immaginare che sia mai stato a fare la spesa. Giustamente per buona parte della sua vita ci hanno pensato altre persone.
<< Anche tu una prima volta allora. Pensa che è il mio passatempo preferito, ti piacerà. >>
Batto le mani elettrizzata e Daniel mi guarda divertito con la fronte aggrottata.
<< Si, non ero più nella pelle. Non sai quante volte ho desiderato fare la spesa.>>
Mi deride e io gli dò una gomitata sul braccio.
Andiamo a prendere un carrello e dopo aver insisto in modo pressante a infilarmici dentro (perché secondo Daniel, dato che sono minuta, questo carrello può diventare il mio nuovo mezzo di trasporto) cominciamo a guardarci intorno e capire se iniziare dal cibo o dall'oggettistica, come posate, piatti, tovaglie e quant'altro.
Mi chiedo solo se ci sarà abbastanza spazio in macchina per tutta la roba che dobbiamo prendere.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now