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Daniel's pov.

<< Vaffanculo lui non sa un bel niente di me. Non sa un bel niente nemmeno di Rosie cazzo. L'ha abbandonata quando sua madre è morta, che cazzo ne vuole sapere di sua figlia?? Un bel niente.>>
.........

<< Ora parli anche da solo?>>
La voce di Alex mi fa prendere un cazzo di spavento. Ma non mi muovo di mezzo millimetro. Resto appoggiato alla ringhiera come se non lo avessi sentito.
<< Amico lascia stare ok? Entriamo dentro e fa buon viso a cattivo gioco.>>
Insiste e sono sull'orlo di sbraitare davvero.
<< Ma lo hai sentito? Cerca di metterci in ridicolo davanti a tutti. Crede di essere il padre esemplare che non è.
Io sono cresciuto senza un padre e di certo non mi serve un riprovero educativo da parte sua.>>
Mi accendo la terza sigaretta e lancio l'accendino per aria come se avessi di fronte l'obbiettivo da colpire: William Price.
<< Secondo me invece sta cercando di rimediare. Non lo sta facendo come dovrebbe forse, ma devi capirlo. Ha appena scoperto che il suo figlioccio e sua figlia stanno insieme. Se tu fossi stato nei suoi panni avresti reagito molto peggio di come sta facendo Will.>>
Alex mi conosce bene, non sà del mio disturbo, ma conosce bene i miei scheletri.
<< Si, ma sta facendo sentire Rosie in colpa. Non lo dice espressamente ma la conosco bene. E se si pentisse di aver creato tutto questo fottuto casino e decidesse di lasciarmi?>>
Il mio unico pensiero va a Rosie.
La mia ragione di vita.
Mi sento doppiamente una merda adesso per averla lasciata lì dentro, nella gabbia dei leoni.
<< È pazza di te amico, questo è l'ultimo dei problemi. Dovete cercare di arrivare a punto d'incontro con suo padre, devi farlo per Rosie. Lei starà peggio se tu continui a mettere il dito nella piaga.
Will sta solo cercando di recuperare il rapporto con sua figlia, ed è impacciato perché non ha idea di come si faccia il padre.
Almeno lui ci prova. Prendi ad esempio mio padre.. Cazzo quell'uomo sà solo scopare a destra e sinistra mettendo corna su corna a quella povera donna di mia madre. Anzi che non ci ha provato con Bonnie, sarebbe stata la sua fine.>>
Mi giro verso Alex che si accomoda a un metro da me sfilandomi una sigaretta dal pacchetto.
<< Tuo padre è un bastardo, fossi stato in te avrei cambiato cognome.>>
Clark è un povero idiota frustrato di mezza età che mette le sue mani dove non deve. Il solo pensiero che possa averci provato con Rosie mi fa ribollire il sangue nelle vene, ma fortunatamente non devo preoccuparmi di questo. Rosie me ne avrebbe parlato se le fosse mai capitato qualcosa a causa sua.
<< Ci ho pensato. Ma non mi ci spreco.. Basta che non rompe le palle a me o a Bonnie e siamo apposto.>>
Non rispondo e cerco di godermi ancora un po' di quest'aria di merda prima di rientrare.
<< Com'era la situazione dentro? Intendo dopo che sono uscito>>
Chiedo sperando che non abbiano mangiato viva la mia Rosie.
<< La tua ragazza è in gamba. Ha risposto al terzo grado di Will molto spavalda. Infatti sembrava essere diventata una conversazione sana, tanto che Will ha detto qualcosa come "spero per voi che abbiate fatto la cosa giusta" ecc. Era tutto molto tranquillo. Ah e mi ha detto di dirti di rilassarti.>>
Di rilassarmi eh?
<< Rosie è unica.. Non sai quante volte ho pensato di non essere all'altezza della sua bontà, intelligenza..>>
Dico con il sorriso alla bocca.
Sto seriamente sorridendo da solo?
<< Ok ok ora non fare il romantico. Entriamo dai che si chiederanno che fine abbiamo fatto. Probabilmente avranno finito di mangiare. >>
Mi sbottono un po' la camicia e butto a terra la cicca.
<< Bene, tanto non ho fame.>>
Cerco di scaricare via la tensione e rientro dentro pregando Gesù che riesca a calmarmi.
Come sospettavo sono tutti in salotto sparsi nei diversi divani vicino al camino acceso.
Mi fissano come se fossero preoccupati ma sollevati di vedermi. Che falsi.. tranne Rosie, che a mia sorpresa, è felice.. quando pensavo invece di dovermi preparare al suo solito cazziatone.
Mi metto seduto vicino a lei divagando e fortunatamente nessuno fa domande.
<< Stavamo parlando di quanto sei abile nel fare la spesa.>>
Dice Rosie per poi lasciarmi un bacio sull'angolo della bocca.. Allora è davvero tutto apposto. "Menomale" penso dentro di me.
<< Sono abile in qualsiasi cosa io.>>
Rispondo cercando di sorridere.
<< Ma falla finita!>>
Mia madre, gentile come sempre, mi lancia un cuscino in faccia.
<< Chi dice il contrario non mi conosce bene. Sei sicura di essere tu mia madre?>>
Ricevo una smorfia, meritata, da lei. Rosie sembra si stia divertendo. Amo vederla felice. Will mi fa un cenno di pace.. E io ricambio, sempre per il bene di Rosie.
<< Se sai fare proprio tutto, ti sfido a suonare insieme a Rosie il pianoforte.>>
Quella cazzo di bocca di Bonnie non cessa di muoversi, nemmeno una volta.
Potevo farmi gli affari miei..
<< Perché, tu suoni?>>
La nonna di Rosie fa un'espressione sbalordita.
<< Si, Daniel ogni tanto suonicchia. Mio padre gli ha fornito qualche lezioncina.>>
Spiega mia madre.
<< È vero. Lavoro tanto, ma ti ho sentito anche io delle volte accordare qualche nota.>> Aggiunge Will nella speranza di placare ancor di più le acque con un suo intervento. Dubito mi abbia sentito suonare, anche perché lo faccio di rado.
<< Allora? Accetti la sfida?>>
Rosie si alza in piedi e mi porge la mano.
Guardo gli altri speranzosi e sbuffo.
<< Va bene, va bene. Accontentiamo questi quattro gatti.>>
Mi decido ad alzarmi dal divano, dove ero tanto comodo, e raggiungere insieme alla mia ragazza il pianoforte di sua madre.
<< Si ma non tirartela, i livelli di Rosie vanno molto oltre..>>
Ci mancava la perla di Alex.
<< Questo è un dato di fatto. Pensa a te amico, hai mai fatto qualcosa in vita tua?>>
"Asfaltamento di Alex" olio su tela.
Naturalmente mi manda affanculo in silenzio.
<< Dai poche chiacchiere! Vogliamo sentire della buona musica.>>
Fa Susan.
Ok, ci siamo. In che cazzo mi sono andato a cacciare..
Mi siedo con Rosie davanti al piano.
<< Scegli tu la canzone, io ti seguo.>>
Mi suggerisce lei sottovoce.
Annuisco e rifletto due secondi.
Rosie è più tesa di me, le tremano le mani, ma cerca di mettermi a mio agio.
Bene. Inizio a suonare con una mano per ricordarmi la melodia di Nuvole Bianche. Aggiungo poi la mano sinistra per fare i bassi. Caspita, me la ricordo bene.
Appena Rosie mi segue in sintonia con le note alte entro in uno stato di totale serenità. Io me la cavo.. Ma lei... È decisamente fenomenale.. Sbaglio qualche nota quando mi perdo a guardarla.
È bellissima, una dea.
Terminiamo in maniera perfetta e la stanza si riempie di applausi e fischi stonati.
Rosie ha gli occhi che le sorridono e non c'è niente di più appagante nonostante i nostri continui litigi.
<< Ti amo.>>
Mi dice sottovoce.
<< Ti amo anche io, tanto.>>
Ricambio per poi baciarla sulla bocca.
Ci ricomponiamo per raggiungere gli altri ma non prima di essere andato di fronte ad Alex e fare un inchino sarcastico.
<< Siete stati fantastici, e bravo figlio mio.. Credevo ti piacesse la musica punk o roba del genere e invece ti ritrovo qui a suonare un brano di Ludovico Einaudi. Tuo nonno ha fatto un'opera di bene.>>
Dice mia madre mentre mi viene in mente quel vecchiaccio che mi costringeva a mettere le mani sul pianoforte da bambino.
Però devo ammetterlo, è stato bello.
<< Già, Rosie nipotina cara.. Te lo sei scelto proprio bene.>>
Dice Susan a sua nipote che le lancia uno sguardo fulmineo.
<< Grazie a tutti, davvero.>>
Conclude Rosie.
Il tempo trascorre e arriva la mezzanotte, tutti aprono i regali.
Si dovrebbe fare domattina ma noi siamo bravi ad anticipare i tempi, in qualsiasi cosa.
Will riceve calzini, calzini e... ah si.. altri calzini. La cosa mi fa abbastanza ridere giuro.
Tutti gli altri ricevono cose inutili ma alla fine è il gesto che conta no?
<< Questo è per te.>>
Rosie mi porge una scatolina marrone.
Mi sento sempre a disagio quando devo scartare un regalo, ma senza troppe chiacchiere mi decido ad aprirlo. Porca troia... È un orologio Patek Philippe, ultra costoso.
Alzo lo sguardo.
<< Tu sei matta.. Sai che non dovevi.>>
Le dico scrutando ancora il prezioso regalo che mi ha fatto.
<< Invece dovevo, almeno non arrivi più in ritardo.>>
Mi prende in giro e io ci metto un po' a cogliere la battuta.
<< Ha-ha divertente.>>
Canzono imitandola.
<< Allora?? Ti piace?>>
<< Stai scherzando? È pazzesco! Lo metto subito.>>
Dopo avermi aiutato a metterlo la prendo per mano.
<< Il mio regalo voglio dartelo di là. Vieni.>>
La faccio alzare e la porto in cucina, lontano da occhi indiscreti.
<< Non vorrai fare sesso spero. Sarebbe un ottimo regalo ma non in casa dei nostri genitori!>>
Scoppio a ridere mentre recupero vicino la frigorifero una busta.
Glie la porgo e Rosie assume uno sguardo interrogativo.
<< Avanti apri.>>
Spero vivamente di aver fatto la scelta giusta.
Rosie tira fuori i due fogli spillati.
Spalanca gli occhi e si mette una mano sulla fronte.
<< Hai firmato il contratto per comprare la casa di fronte alla Jiilliard???!!!>>
Urla di felicità, quasi sotto-shock.
<< Beh.. Questo giustifica i venti minuti di ritardo oggi.>>
Aggiungo grattandomi la nuca.
<< Quindi non sei andato dalla psicologa.>>
Quanto è dolce, fa fatica a metabolizzare per la felicità.
<< No. Ho sbagliato tutto.. Sapevo quanto ti attraeva l'idea di quella casa.. Perciò ho contattato il tuo bell'amichetto e il proprietario della casa accanto per fare un buon affare.
Faremo abbattere il muro. Avremo una casa più bella e molto più grande, deciderai tu tutto. L'arredamento, i color..>>
Vengo interrotto delle sue labbra premute contro le mie.
La stringo più forte che posso e il bacio si fa appassionato.
<< Non so cosa dire.. Ti amo.>>
Dice con un filo di emozione negli occhi. Questo mi fa sciogliere da ogni tensione, da ogni cosa.
<< Rosie, sei il motivo per cui mi sveglio la mattina. Ti voglio e ti amo cazzo. Ti amo.>>
Continuo a baciarla tenendole il viso tra le mie ruvide mani.
<< Piccioncini, scusate se vi interrompo ma stiamo per aprire una bottiglia di champagne.>>
La nonna di Rosie sbuca facendoci sobbalzare.
<< Cazzo Susan..>>
Impreco nella mia testa incasinata.
<< Si, giusto. Quello è proprio il mio nome.. Dai venite, potete darci dentro a casa vostra.>>
Rosie fa spallucce ridendo e le dò una pacca sul sedere.
<< Hai sentito? Potremmo darci dentro a casa nostra.>>
Mi sgomita sullo stomaco ma la schivo.
<< Andiamo scemo.>>
Brindiamo per la seconda volta. Anzi per la prima volta visto che è il 25, è ufficialmente natale.
La gente qui continua a chiacchierare e ridere.
<< Bonnie da dove vieni tu? Le tue origini.>>
Domanda di punto in bianco mia madre alla pazza. Intanto io mi scambio dolci effusioni con Rosie..
<< Oh beh, sono di origine Liberiane. I miei genitori sono cresciuti lì in Liberia. Io invece sono nata e cresciuta a Brooklyn. Un' Americana doc'>>
Un'Americana doc' e fuori di testa più di me.
Regalerò un rosario ad Alex per il suo compleanno.
<< Brooklyn? Davvero? Hai un viso così familiare mia cara.>>
Mamma suppone di aver già visto Bonnie in vita sua? Che follia..
<< Ma sai che anche tu hai un viso molto conosciuto? Hai mai vissuto a Brooklyn?>>
Io, mia madre e mio padre avevamo una casa a Brooklyn. Ma cosa c'entra adesso? Mi sa che andrò a farmi un'altra sigaretta e lasciare le chiacchiere alle signore.
Abbandono momentaneamente tutti con una scusa e me ne vado fuori, anche se poi vengo seguito da Susan. Che palle..

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now