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Mi incammino verso casa più velocemente che posso. Mi starà seguendo?
Ma perché capitano a me queste situazioni?
Sento ancora quelle mani.. I miei occhi sono gonfi e impauriti.
Sono vicina, comincio a correre per fare più in fretta.
Forse esagero e sto andando in paranoia ma non mi interessa.
Sono piuttosto facile a farmi prendere da un attacco di panico.
Jhon, l'autista di papà è sulla soglia del cancello. Vederlo anche in lontananza è più che confortante.
Mi volto ancora una volta per essere sicura che non mi stia dietro.
Il mio equilibrio, come sempre, si prende gioco di me e finisco così addosso a qualcuno.
<< Ma che cazz..?>>
Dice.. Daniel?!
Mi rimette in piedi reggendomi per i gomiti. Prendo immediatamente distanza dal suo corpo.
<< Tu! >> Gli punto il dito contro.
Mi faccio paura da sola.
<< Senti un po', mi odi così tanto? Rispondi!>>
Indietreggia spiazzato dal mio tono di voce ed io avanzo.
In questo momento potrei dire qualunque cosa.
Mi guarda sconvolto, ma ormai ho capito che da un momento all'altro comincerà a deridermi.
<< Rosie..>>
Parla sottofondo.
<< Cos'è? Volevi fare tanto il carino con mio padre per avergli fatto la "gentile" cortesia di accompagnarmi a scuola e poi decidi di abbandonarmi lì?! >>
La gente si ferma a guardare la scenata.
Che vergogna..Ma per la verità non so ancora bene se il mio comportamento di adesso è dovuto al fatto che sono furiosa con Daniel o magari per prima e per quello che stava accadendo in macchina. Forse è per quest'ultima cosa, altrimenti non reagirei così.
<< Di che cazzo stai parlando?!>>
Adesso alza la voce quanto me.
Oh no Gheller non ci provare.
Una lacrima piccola se non minuscola scende lungo la mia guancia.
Non riesco mai a trattenermi. Piango sempre! Ho paura che sia un difetto di fabbrica esternare così tanto le mie emozioni.
<< Ti ho aspettato quasi un'ora, perché non sei venuto a prendermi?>>
Sembra ovvio. È stato un dispetto, il suo.
<< Nessuno mi ha chiesto di farlo e non vedo il motivo per cui avrei dovuto farlo>>
Parla come se.. ahh, sono così arrabbiata.
<< Spero tu stia scherzando>> sbotto in una risata isterica.
È vero però. Non era stato precisato questo, io lo avevo semplicemente sottinteso.
Arretro di qualche passo e cerco di calmarmi. Mi volto per non farmi vedere.
Avrò sicuramente gli occhi rossi quanto le mie guance per lo sforzo.
<< Potevi chiamare qualcuno!>>
Alza la voce dietro di me mentre io mi asciugo la lacrima.
<< Non avevo il cellulare!!>> mi strattono i capelli senza un vero valido motivo.
Sto esagerando, come sempre ultimamente. È solo nervosismo.
<< Non avevi il...... scusa mi spieghi come cazzo ci sei arrivata qui?>>
Lì per lì sto per dirglielo; ma poi me ne esco con..<< Mi ha accompagnata una ragazza conosciuta all'università..>>
Magari mi avesse accompagnata un ragazza..
Daniel mi vede e mi prende per le spalle.
<< Non sono orbo. Ti vedo piangere da quando mi sei venuta addosso, mi spieghi che succede?!>>
Chiede, come se già sapesse.
Mi guardo i piedi.
<< Merda Rosie rispondimi!>>
Mi scuote fino a farmi male.
<< Mi fai male! Sono solo nervosa. Avevo sottinteso che saresti venuto. Ma non lo hai fatto. Preferisco così.
Da te non voglio un bel niente.>>
Finisco singhiozzando.
Mi lascia immediatamente.
<< Eh? Ci tenevi così tanto che io venissi? Qual è il tuo problema?!>>
E comunque che glie lo dico a fare.
Lui è abituato a queste situazioni, non penso di certo che possa capirmi o difendermi.
<< No Daniel, sei tu quello che ha un problema! Senti, non ha importanza, non spreco altre parole, sono esausta, vado a casa.>> Lo oltrepasso e lui mi afferra un braccio con forza.
È così.. materialista.
<< Andiamo>>
Andiamo? E dove?
Jhon sembra avvicinarsi ma Daniel gli fa cenno di restare dove si trova.
Mi trascina in una piccola stradina senza uscita deserta, a qualche metro da casa.
<< Mi spieghi perché mi hai portata qui? Ho già detto tutto non ho nulla da dirti. >>
La sua intenzione era potermi urlare contro così che nessuno sentisse, sicuramente.
<< Perché cazzo sei così difficile?! Prima mi urli contro e poi piangi! Ti chiedo cosa ti prende e tu mi rispondi che sei esausta. Cosa ti gira in quella fottuta testa!>>
Come non detto.
Sembra un pazzo.
Lo siamo entrambi.
Resto muta.
Lo fa impazzire, lo sento a pelle.
Contrae la mascella e si passa una mano tra i capelli mentre cammina avanti e dietro.
Si calma ma sento che sta per dire qualcosa di brutto.
<< Ma si Rosie è vero. Non sono venuto a prenderti perché in fin dei conti non me ne frega un cazzo di te e fino a quí siamo tutti d'accordo.
Sei arrivata a casa "mia" dal nulla e ora pretendi pure qualcosa da me? Sei proprio l'ultima persona che deve avere aspettative qui. Dovresti solo che ringraziare tuo padre per...>> Non fa in tempo a finire la frase che gli vado incontro e gli do uno schiaffo.
È uno stronzo per quello che ha appena detto. Sa prendere i miei punti deboli e lo odio per questo.
Lo guardo dritto in faccia e subito mi pento della mia mossa.
Ma cosa mi è preso.
Non ho mai schiaffeggiato nessuno in vita mia.. Se lo meritava davvero? O è solo stato un gesto dovuto al frutto della mia rabbia? Non lo so ma l'istinto mi ha sopraffatta.
Vedo la sua ira negli occhi quanto ce ne è nei miei. Mi prende i polsi e mi sbatte contro il muro. Non sento dolore per la sua forza incontrollata.
E acconsento i suoi movimenti, come se già sapessi cosa stava per fare.
Non ho nemmeno paura che possa reagire in maniera sfrenata.
Il suo corpo è letteralmente contro il mio e i nostri visi sono troppo vicini.
Ansimo e deglutisco.
Un mugolio fuoriesce dalla mia bocca.
I brividi, l'eccitazione, l'odio, l'adrenalina.
Avverto ogni cosa.
Ma la coscienza prima di tutto.
E infatti quest'ultima prende il controllo.
<< Avanti, fallo >> Non so cosa precisamente gli sto incitando di fare..
Mi stringo nelle mi stesse spalle.
Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo.
Alza una mano e sferra un pugno sul muro con molta forza quasi da rompersela. È stato un gesto secco e freddo.
<< Vattene>> Commenta sottovoce.
Ma non sono sicura che abbia detto questo perciò non muovo un dito.
<< Vattene!>> Sobbalzo.
Mi ha chiesto di andarmene, anzi, me lo ha imposto. Da una parte vorrei prendere la sua mano sanguinante e medicarla nel tentativo di chiarire ogni cosa, perché comincio a pensare che ho combinato un gran casino. E dall'altra picchiarlo, perché credetemi voglio farlo dal primo istante in cui ho posato i miei occhi su di lui.
Ma faccio come mi è stato detto e me ne vado senza replicare.
Ho appena visto un lato di Daniel Gheller. E non mi piace. Ma ho visto anche un lato di me stessa, non bello.
Irruente.
Credevo fosse una semplice discussione ma tutto ciò si è ridotto a questo.
Oggi non è assolutamente la mia giornata fortunata.
Prima il preside che ci prova indecentemente con me, poi Daniel..
Quel ragazzo è un punto interrogativo nella mia testa.
In tre giorni non si può conoscere una persona ma si può avere una visione ben chiara di come potrebbe essere.
Io di Daniel non ce l'ho.
Forse non devo avercela.
Mi farò un giro prima di tornare a casa, devo schiarirmi le idee.

Uncover.    #WATTYS2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora