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Siamo a venerdì.
Questi giorni li ho trascorsi nel letto a guardare TV e imbottirmi di cibo cinese.
Ho avuto la febbre che si alternava da 38 a 40.
Sono riuscita a studiare qualcosa di scritto come letteratura, storia della musica ecc. Bonnie è stata tanto gentile da farmi avere qualche appunto.
Oggi mi sento decisamente meglio.
Quindi devo dire addio alla mia permanenza sul letto e dirigermi all'università.
Daniel l'ho visto, di sfuggita, a casa qualche volta, giusto quando tornava alle 11.00 di sera per venire a dormire o recuperare un po' di roba sua per stare altrove.
Ma non ci siamo più detti nemmeno una parola.
È così che funziona tra di noi.
Andiamo d'accordo, (o almeno ci proviamo) litighiamo, cerchiamo di chiarire senza un briciolo di successo e poi ci evitiamo.
Ho pensato molto a quel bacio o meglio non riesco a dimenticarlo.. tutte le emozioni sono ancora vive e vegete sulla mia pelle.
Ho sperato per un momento che lui mi cercasse, per discuterne più affondo. Ma come ha già detto "non ha significato niente", di conseguenza ciò che ha sentito lui, non si avvicina nemmeno di un centimetro a quello che, purtroppo, ho provato io.
Solo che mi sto rendendo conto che lui è fatto così, bisogna prenderlo per come è. Quindi devo solo cercare di abbandonare quell'immagine di noi due appiccicati e andare avanti con la mia vita.
Non è successo granché a parte il fatto che nonna ha già prenotato il biglietto per il 23 dicembre.
Non manca molto pensandoci, solo 10 giorni. E solo 8 al matrimonio.
Abbiamo parlato di farla venire prima, per il matrimonio, Kelly lo voleva tanto ma nonna ha preferito mantenere la data del giorno prima della vigilia.
Arrivo all'università con 30 minuti di anticipo perciò me ne andrò a prendere un caffè-latte al bar qui accanto.
Oggi Bonnie ha la giornata libera e mi dispiace non poter far colazione con lei. Ma se lo merita del riposo dopotutto. Clark glie lo fa avere una sola volta ogni due settimane, escludendo la domenica.
Devo trovarmi anche io un lavoro nel frattempo, non voglio campare sopra le spalle di papà e soprattutto voglio trasferirmi per conto mio. Amo la casa in cui vivo, ma sento una certa responsabilità e dei doveri verso me stessa che devo compiere.
Faccio la fila e aspetto il mio turno.
<< Rosie? Sei tu?>>
Una voce profonda e pacata pronuncia il mio nome.
Mi volto e quei capelli scuri corvino mi riaccendono la memoria.
<< Si.. em Finn giusto? Non vorrei sbagliarmi>>
Rivolgo un sorriso al ragazzo dietro di me.
<< Niente male con la memoria. In realtà speravo proprio ti ricordassi.. allora? Come va? >>
Chiede con una mano dietro la testa.
Credo sia leggermente nervoso.
Ora che lo guardo bene è l'opposto di Daniel, sia fisicamente e spero, più che altro, anche caratterialmente, ovvio.
<< Tutto bene tralasciando il fatto che ho avuto una brutta influenza fino a ieri. Sei gentile ad averlo chiesto. Tu invece? >>
Arriva il mio turno, anzi il nostro e ordiniamo su per giù la stessa cosa.
<< Io direi bene. Sai avevo chiesto di te a Daniel; quel lunatico di tuo fratello non voleva darmi il tuo numero di cellulare>>
Mi fa strano che abbia chiesto il mio numero a Daniel e non a me.
Forse un numero di cellulare non ha poi così tanta importanza. Devo abituarmi meglio ai ragazzi di New York.
E poi.. perché non voleva darglielo?
<< Oh, non è mio fratello>>
Dico a testa china.
<< Ma è come se lo fosse no?>>
<< In pratica..>> concedo con molta insicurezza.
Non lo è affatto.
Un fratello e una sorella non si scambiano un bacio appassionato in un motel dove la linea esiste e non esiste.
Mi dondolo sui talloni e dò un sorso alla mia bavanda che.. cavolo scotta!
Dopo qualche bisticcio Finn, da ragazzo gentile qual è, mi offre la colazione.
<< Vai a lezione tra poco?>>
Interrompe i miei strambi pensieri.
<< Per forza. Ho molto da recuperare e soprattutto ho saputo che dovrò portare un brano a mia scelta per un'eventuale audizione che mi farà accedere meccanicamente alla Julliard.>>
Non so precisamente perché ne parlo con lui, ma il pensiero che dovrò suonare e cantare davanti dei professionisti mi fa venire voglia di vomitare per l'ansia.
<< Ti si legge in faccia che sei nervosa Rosie>>, commenta.
Ecco, mi si legge in faccia.
<< Molto nervosa>> Aggiungo con enfasi.
Sorride alla mia sfacciataggine e butta nel secchiello il bicchiere oramai vuoto.
Faccio lo stesso anche se avevo già finito da un pezzo.
<< E come mai non ci sei andata prima alla Julliard? Insomma, non voglio essere indiscreto, ma tuo padre è un imprenditore non indifferente, è ricco voglio dire. Potevi andarci senza alcuna audizione non credi?.. perché venire qui alla Columbia>>
La sua domanda è nota.
E non mi dispiace che me lo abbia chiesto, anzi..
<< Be'.. mia madre era una musicista, le mancava poco al successo. Eppure ha studiato qui, io vorrei seguire le sue orme.
La Julliard sarebbe stata comunque una grandissima opportunità, solo che costa un occhio della testa e anche se mio padre è un uomo che, insomma, proprio per quello che fa e gestisce se la passa bene, non ho mai voluto che qualcuno pagasse per me ciò che posso guadagnarmi anche da sola.
Se davvero ho un talento voglio che mi accettino per quello, non per i soldi>>
Finn sembra così trasportato dalla mia osservazione.
Ha l'espressione come quella di un bambino davanti delle caramelle e la cosa mi entusiasma.
<< Magari le ragazze di quà hanno la tua stessa mentalità.
Si vede che sei una ragazza ambiziosa e che cerchi di dare il tuo meglio. Non sei snob, questo mi piace..>> conclude quest'ultima frase con un occhiolino.
Pur non volendo sento di arrossire.
Tanto per cambiare.
<< Be' grazie..Finn>>
Mi lecco le labbra secche e gli rivolgo un sorriso forzato.
Che per caso mi imbarazzo facilmente? Oh ma no.
<< Tu cosa studi?>>
Domando con tanta voglia di sapere.
Ci incamminiamo intanto verso l'università a passo svelto.
Spero di non dover incontrare Clark.
<< Scienze della comunicazione.
Lo so, non sembra granché impegnativo>>
Chissà che cosa studia Daniel..
<< Perché? Guarda che è un bell'indirizzo. Cosa vorresti fare, il giornalista o qualcosa sul quel settore?>>
Ce lo vedo in televisione. Al contrario di Daniel, Finn è un tipo espansivo e fresco.
Ci pensa un po' prima di dare una risposta.
<< Si. Ma ciò a cui più aspiro è diventare regista. Amo la televisione;  Però non so; ho molte insicurezze.
Poi può anche darsi che non sono portato per questo. Chissà.
Non sono certo sul futuro. E le mie idee non sono ancora chiare al 100% capisci?>>
<< Capisco. Be' è normale trovarsi insicuri, non c'è nulla di sbagliato.
Magari ora hai solo la possibilità di scegliere tra le tante porte aperte che ti si presentano.
Quindi tempo al tempo e poi... lo saprai tu stesso e prenderai una determinata strada che più ti si addice, e spero la migliore per te.>>
Riferisco saggiamente.
Ogni tanto mi prendono questi momenti di sapienza.
Ben detto Rosie.
Il suo sguardo si fa adorante.
<< Mi piace il tuo modo di parlare. Hai buonsenso>> fa la sua osservazione scrutando i miei occhi.
Gli rivolgo un sorriso di gratitudine.
Inclino leggermente la testa verso sinistra per vedere con la coda dell'occhio oltre Finn.
Daniel e Alex, senza la mascotte (la biondina ossigenata) vengono diretti verso me e Finn.
Le pulsazioni del mio cuore si fanno forti ma poi dopo qualche secondo si calmano.
<< Senti, io vado altrimenti faccio tardi. Ci vediamo in giro>>
Lo liquido senza distogliere l'attenzione da Daniel che fa lo stesso.
Finn, apparentemente confuso, mi saluta con la mano.
Senza dire altro corro in aula.
Insomma, corro, per modo di dire..

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now