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Avrò dormito quanto? 3 ore all'incirca?
Non ho smesso di pensare e di pensare.. Mi sento talmente in colpa.
Siamo stati bene solo una mezza volta, e quella mezza volta era tutta un'altra persona.. una bella persona.
Dobbiamo andare d'accordo, per il bene di tutti.
È l'alba, mi ripeto che sia inutile restarsene qui ad aspettare con le mani in mano, non sono agitata, solo impazziente per la prima volta in vita mia. Decido allora di lavarmi viso e denti e scrivere qualcosa a Bonnie.
"   Bonnie, mi sto dirigendo verso casa. Chiamerò  l'autista di mio padre, insomma in qualche modo farò. Non volevo svegliarti, dormivi così bene. La colazione è sul tavolo. Grazie di tutto. "
Ripiego accuratamente una sola volta il foglio e lo lascio sul suo comò.

                         ********

Ho cercato in ogni dove qui a casa, ma nessuna traccia di Daniel.
Oggi è il giorno libero di Sandra, non ho avuto modo di chiedergli se lo avesse visto.
Ma Daniel non era con Alex ieri dopo l'accaduto.. E se avesse passato tutta la notte fuori??
Mi stupisce la mia preoccupazione.
Ho bussato più volte alla porta della sua stanza, ma niente.
Forse sarei dovuta entrare.
Senza indugio torno lì ed entro. So che non dovrei ma la curiosità è troppa.
La sua camera è cupa, con lenzuola e mobili grigi e bianchi, se non altro è moderna. Ma non ha vita, niente foto, niente oggetti, niente di niente, si vede che è poco vissuta.
Noto a terra tra il letto e il comodino qualcosa. Mi chino lentamente a prenderla e vedo che è una cartellina blu con scritto in alto al centro "Clinica De Marco".
Daniel lavorerà in una clinica probabilmente. Non sembra il tipo, il che mi sconcerta.
Il pensiero di vederlo in divisa da dottore mi fa sorridere.
È così bello, starebbe bene con ogni cosa dopotutto.
Decido di non aprirla e rimetterla al suo posto, non voglio che si accorga che mi sono intrufolata qui.
Non c'è nient'altro qui di suo.
Apro i cassetti della sua cabina armadio.
Lo so, sono una psicopatica.
Camicie e maglie, quasi tutte nere e bianche.
Ovviamente pantaloni, uguali tra loro e neri.
Sarà tetro ma a me il suo look piace.
Amo soprattutto il nero e le sue sfumature. Forse mi vesto un po' troppo da adulta ma con la nonna è così che sono stata abituata.
Ho sempre frequentato gente grande. Non avevo molti amici coetanei.
Forse è per questo che Daniel mi definisce bacchettona ..
Non so se può essere considerato un pregio o un difetto. Ma ad essere sincera non ci trovo nulla di male, anzi potrei dire di possedere un vantaggio per il futuro.
Non ha mai fatto per me l'adolescenza.
Richiudo i cassetti e controllo per bene se tutto è al suo posto esattamente come sono entrata.
Meglio tornare nel soggiorno. Potrebbe arrivare da un momento all'altro e non è prudente farsi trovare proprio qui.

Guardo quel pianoforte come se già lo conoscessi, in legno bianco e vintage ma allo stesso tempo incantevole.
Ha un non so che...
Mi avvicino e lo sfioro. Qualcosa mi preme il cuore a quel tocco...
Provo a sedermi sullo sgabello color panna in pelle ruvida.
Porto i miei capelli dietro le spalle così da non essere d'intralcio per quello che sto per fare.
Istintivamente le mie dita si uniscono a quei tasti pesanti e vecchi che paiono leggeri come delle piume al suono di musica.
Non so perché sto suonando "Experience" ,brano di Ludovico Einaudi. Le note si fanno strada nella mia testa, come un ricordo. Un flashback.
Questo pianoforte era della mamma, adesso lo so.
Prendo il via e non so come potrei fermarmi, la musica mi invade.
Dentro nel più profondo..
Suono come se non avessi mai smesso di farlo.
All'impronta della mia ultima nota, chiudo gli occhi e faccio un respiro profondissimo, mi sento liber..
Sobbalzo di scatto nel vedere Daniel appoggiato lateralmente sulla colonna vicino il pianoforte, vicino a me.
Mi guarda con un sorrisetto all'angolo destro della bocca, così piacevole.
Non so dove guardare e sto andando in paranoia..
<< Cos'era?>>
Mi chiede.
<< Cos'era cosa?>> Il nervosismo mi rende stupida delle volte..
<< Quella musica>>
Dice ovvio ma senza alcun segno di arroganza o altezzosità.
<< Experience>>
Mi schiarisco la voce e cerco di guardarlo negli occhi ma fallisco, non riesco proprio.
Non è da me però.
<< Ah, Ludovico Einaudi>>
Quella risposta secca e chiara mi lascia spiazzata. Si intende di musica?
<< Se lo sai perché lo hai chiesto>> Dico con mezzo sorriso senza espormi troppo.
<< Non lo so. Forse volevo sentirlo da te; almeno abbiamo gli stessi gusti per la musica>>
Se non fosse così lunatico..
Ma la realtà è differente, devo farmi andare bene quello che ho di fronte.
<<Era di mia madre>> Dico riferendomi al piano.
<<Dici sul serio? >>
Chiede meravigliato.
Si avvicina a passo lento verso di me e si siede all'estremità dello sgabello.
Annuisco.
Comincia a "suonicchiare" per poi creare una bella melodia. Ne resto sbalordita.
<< Quando ero piccolo prendevo qualche lezione da mio nonno.
Anche se quello stronzo mi bacchettava ad ogni errore non me ne pento. Ho sempre voluto imparare a suonare.>>
È vero, se la cava. Non avrei mai pensato fosse in grado.. non avrei mai pensato avessimo anche questo in comune..
<< Tuo nonno suona?>>
Domando stupidamente.
<< Si, ha solo fatto questo in vita sua. Tu potresti addirittura piacergli. Entrambi noiosi, questo vi compensa>>
Ridacchia ed io gli do una leggera spinta senza trattenere un piccolo risolino.
<< Comunque quelle lezioni ne sono valse la pena>>
Rispondo facendogli notare la sua bravura. Scosta lo sguardo palesemente intimidito mentre continua a suonicchiare.
Si un ellisse. Un silenzio imbarazzato.
Dovrei parlare, dice la mia testa. Ma la mia bocca ha deciso di non muoversi per oggi.. non posso. Devo dire almeno qualcosa.
<< Senti, mi dispiace, per la scorsa sera. Non mi sono resa conto che tentavi solo di "salvarmi" da quella situazione ed io l'ho colta nel modo sbagliato; è stata colpa mia e ti devo delle scuse>>
Capisco che nota la mia smania quando cerca di trattenere una risata.
Il mio turbamento lo trova divertente?
Adoro quelle pieghe che gli si formano ai lati della bocca..
<< Sai, la tua irrequietezza mi affascina. Credevo fossi una dura, ma a quanto sembra non lo sei così tanto. Non devi scusarti, piuttosto ho sbagliato io. Non lo so, non era nei miei piani mettermi in mezzo e non ho idea del perché mi sono messo a picchiare quel bastardo..>>
<< Me lo sono chiesto anche io, tantissime volte.>>
Io e la mia boccaccia! Mi tappo immediatamente le labbra prima di dire altro.
<< In che senso? A cosa ti riferisci? >> È apparentemente confuso, si guarda intorno e poi cerca i miei occhi.
Ormai ci sono dentro, devo continuare.
<< Tu ecco.. mi hai difesa, perché? È questa la vera domanda a cui cercavo una risposta per tutto il tempo>>
Oddio Rosie, ti ha appena detto anche lui che non sa il perché. Stupida, stupida!
Esita due volte prima di rispondere.
Per evitare il momento più imbarazzante della mia vita mi alzo.
<< Scusami..>> Dico con un filo di voce. Riesco a fare solo tre passi. Tre piccoli passi e il mio polso è nella mano di Daniel. Lo afferra con decisione.
Mi guarda in un modo.. è indescrivibile. Quegli occhi potrebbero essere la rovina di qualcuno.
Qualcuno tipo me.
Che ti prende Rosalinda..
Sposta una ciocca dei miei capelli arruffati dietro l'orecchio.
Mi allontano di scatto da lui, di non molto.
<< Non ho idea del perché l'ho fatto. Sentivo di doverlo fare. O magari di volerlo. O forse era solo la cosa giusta da fare e basta. >>
È una risposta fredda e un po' astratta.
Ma sembra non aver finito affatto.
<< Senti, perché non cancelliamo tutte le nostre incomprensioni e ricominciamo d'accapo. Proviamo a conoscerci meglio. >>
Continua mentre si passa una mano sulla testa.
<< Ok, va bene.>>
Distaccata al massimo, nonostante sia meravigliata dalle sue ultime parole.
La confusione si sparge sul volto di Daniel.
<< Hai accettato troppo facilmente>>
Commenta.
<< Voglio farlo.
Non perché tu mi stia particolarmente a cuore, ma è per il benessere di tutti in questa casa quindi perché no. >> Copio il suo solito atteggiamento da borioso ed entrambi scoppiamo in una piccola risata.
Vuole tentare un approccio diverso da quello che ha usato fino ad ora, perché oppormi, tanto non ho nulla da perdere, credo.
<< Lo terrò bene a mente Rosie.>>

Uncover.    #WATTYS2020حيث تعيش القصص. اكتشف الآن