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<< Jason non so cosa dire..>>
Ho la voce strozzata.
Ed è vero, letteralmente non so cosa dire.
<< Devi solo dire si Rosie. Non voglio fare il modesto, ma non capitano tutti i giorni proposte come questa.>>
Non vuole fare il modesto ma un po' lo è. No, la realtà è che ha ragione.
Butto un'occhio all'altro tavolo e Daniel è ancora lì disinvolto che non mi guarda, nemmeno per sbaglio.
<< Beh... Ok. Te ne sono grata, davvero. Magari appena è possibile potrei fare un salto a venire a vedere l'appartamento e discutere del resto.>>
Dico esuberante.
<< Certo. Domani parlo con il proprietario e ti faccio sapere per quando organizzarci.>>
Dopo il dessert cominciano le danze, e lo si capisce quando papà si alza dalla sedia e con una posata da dei piccoli colpetti al calice per richiamare l'attenzione di tutti.
<< Miei signori, amici e parenti.. Prima di condividere il mio primo ballo con la mia sposa, volevo ringraziarvi tutti per essere qui oggi in un giorno come questo. Non sono di molte parole come sapete ma sappiate che non potevo desiderare nulla più bello per sposarmi con la donna della mia vita. Volevo perciò fare un brindisi, alla mia bellissima e dolce sposa. Sono fortunato ad averti..>>
Papà conclude sfiornadole delicatamente la guancia con l'indice.
Tutti alziamo i calici e brindiamo a Kelly che emozionata si asciuga le lacrime dal viso.
<< Beh.. Sono una bella coppia.>>
Commenta nonna non troppo convincente.
<< Sono felice per loro. Non posso e non voglio biasimare papà, dobbiamo lasciarci il passato alle spalle.>>
Le rispondo sottovoce così che possa sentirmi solo lei.
<< Già..>>
Sussurra con la bocca nascosta dal calice che regge.
Non so esattamente che tipo di rapporto hanno lei e papà. A dirla tutta da quando lui se ne è andato, che io sappia, non si sono più rivolti neanche mezza parola.
Gli sposi seguiti da una splendida melodia a me sconosciuta si spostano sulla pista da ballo per danzare insieme.
<< Le dispiace se la invito?>>
Il marchese Renaldi porge la mano a nonna che, rossa dall'imbarazzo, dice:
<< Se per sua moglie non ci sono problemi accolgo il suo invito con piacere..>>
Cindy, mi pare si chiami così, sorride.
<< Oh ma certo, io sono una pessima ballerina e si arrabbia perché non lo accontento mai. Jason, perché tu invece non inviti Rosie?>>
Mentre la nonna e il marchese si aggregano alla folla Jason volta il suo sguardo interrogativo a me.
<< Ti va?>>
Chiede con soggezione.
Penso che vorrei rifiutare, ma non voglio fare una brutta figura e quindi di getto accetto.
<< Ehm.. Si d'accordo.>>
Non so cosa sto facendo esattamente ma vado spedita.
Il mio sguardo, come sempre, finisce su Daniel che, guardandomi storto, si chiede anche lui cosa io stia facendo.
Jason mi stringe a sé, non troppo, e mi guida ondeggiando al suono di musica.
<<Tutto bene?>>
Percepisce la mia tensione.
<< Si si, tutto bene>>
Mento. Dovrei essere qui sulla pista con Daniel, non con Jason..
<< Mi sembri tesa.>>
Lo sembro o lo sono?
<< È che.. Non sono molto brava.>>
Mento ancora. Era la prima cosa che mi è venuta in mente di fronte a un Daniel arrabbiato seduto a una decina di metri da dove sono.
<< Non dire stupidaggini, te la cavi benissimo. Sai stavo pensando.. Magari quando verrai a vedere l'appartamento con la scusa potremmo pranzare insieme o anche semplicemente prendere un caffè se vuoi.>>
Era ciò che più temevo un'appuntamento con Jason.
Forse dovrei dirgli che sono impegnata e declinare l'offerta..
<< Non so.. Beh, io a dire la verità..>>
Perché sono così impacciata e arrossita? Sono incapace di fare discorsi concreti quando si tratta di dire di "no" a qualcuno.
Mi guarda con il volto di chi ha già capito come stanno le cose, o meglio, intuito.
<< Sei fidanzata, vero? Se è questo il problema tranquilla, non avevo cattive intenzioni.>>
<< Una specie.. Ma non ti preoccupare, anzi, un caffè non si nega a nessuno, quindi perché no.>>
Dico con una certa disinvoltura senza occuparmi di Daniel. A proposito, non lo vedo più..
Ma sono sollevata ora che so che le intenzioni di Jason non sono quelle che sospettavo.
<< Bene, sono contento. E poi ne prenderemo tanti insieme alla Juilliard quindi tanto vale iniziare.>>
Mi fa scoppiare a ridere quando riconosco che ha ragione.
<< Prenderai l'appartamento con il tuo ragazzo?>>
Chiede.
<< Quale appartamento?>>
È la voce di Daniel dietro le mie spalle.
Non ce la posso fare con tutti questi pessimi tempismi.
Jason smette di ballare lasciandomi e saetta lo sguardo tra me e Daniel, un po' sorpreso ma senza essere prevenuto. A cosa starà pensando?
Mi sembra ovvio che abbia capito di noi, ma sempre meglio far finta di niente.
<< Rosie andrà alla Juilliard, vuole trasferirsi ed io conosco un appartamento da farle vedere.>>
Risponde Jason al mio posto.
<< Non lo stavo chiedendo a te e poi non me ne hai parlato mi sembra.>>
Dice prima a Jason per poi parlare direttamente con me fulminandomi. Cavolo se è infuriato..
<< Ne abbiamo parlato 10 minuti fa. Scusa, avrebbe dovuto?>>
Ancora una volta prende la parola Jason.
Mi sembro una totale idiota in questo momento.
<< Cazzo ma sei il suo avvocato? Sto parlando con lei non con te, fuori dalle palle.>>
Non posso crederci.. Alzo gli occhi al cielo e me ne vado senza fiatare.
<< Rosie.>>
Mi chiama Daniel da dietro ma sinceramente non ho voglia di parlare. Ma suppongo che dovrò.
<< Che vuoi?>> Faccio arrongantemente sbuffando.
<< Dove stai andando? >>
In un grosso buco nero.
<< Non lo so, ovunque purché non debba sentirti.>>
<< Voglio solo parlare.>>
Si giustifica.
<< Solo parlare?! Va bene, accomodati. Parla.>>
Sbatto le mani sui fianchi come se mi stesse prendendo un esaurimento nervoso.
<< Ti vuoi dare una calmata? Perché non mi hai detto che vuoi trasferirti.>>
<< Perché come ti ha già detto Jason, ma tu non senti o meglio non vuoi sentire nessun'altra voce meno che la tua, l'ho deciso dieci minuti fa. La Juilliard è lontana e Jason è stato semplicemente gentile.>>
Daniel si tocca i capelli e lo fa o quando è in imbarazzo o quando è contrariato per qualcosa. È ovvio che è per quest'ultimo.
<< E hai accettato subito. Avrei potuto pensarci io.>>
Dice mantenendo la calma.
<< Daniel non ho mica firmato un contratto di condanna a morte. È un appartamento, non la fine del mondo.
E si trova proprio a due passi dalla scuola. Non posso perdere l'occasione. >>
Non mi interessa se mi terrà il broncio per il resto della serata.
E ancora non sa l'altra notizia..
<< Al centro di New York, potrebbe costare parecchio, non che sia un problema ma io te ne avrei trovati degli altri e fare un buon affare.>>
<< Perché devi essere prevenuto? A dirla tutta in realtà ha detto che il prezzo è tutt'altro che eccessivo, e poi..>>
Non riesco a finire la frase.. Ma devo dirgli del lavoro. Cavolo è solo un lavoro! Avanti Rosie.
<< Poi cosa?>>
<< Mi ha offerto un lavoro come assistente alle sue lezioni.>>
Fa un sorriso di delusione, o rabbia, e si gira su se stesso con le mani in testa.
<< Cazzo Rosie..>>
<< Cosa?! Cosa c'è di male?>>
Sbotto.
Non mi interessa se sto alzando la voce. Al diavolo.
<< Ti sei bevuta il cervello?! La casa, il lavoro.. Ma non lo vedi che sta solo provando a infilarsi nelle tue mutande?>>
Resto inorridita, anche se cerco di nascondere il fatto che sotto sotto potrebbe avere ragione. Ma l'importante è come mi comporto io giusto? Non vedo il dramma.
<< Non parlare così. Mi conosci ok? Non lo permetterei mai.
Ogni tanto, e dico "ogni tanto", cerca di essere felice per me invece di andarmi contro.>>
Daniel non risponde, è offuscato dal pensiero di me che lavoro con Jason, lo so.
<< Io sono felice per te. Ma sappi che non mi piace. Non mi piace affatto.>>
Piano piano sbollisce e cogliendo il momento mi avvicino a lui, ma non troppo.
<< Non deve piacerti, e nemmeno a me deve piacermi. È solo lavoro, punto.>>
Cerco di rasserenarlo e forse ci sto riuscendo. Sono fiera di me.
Faccio un espressione dolce.
<< Oh no non guardarmi così. Dovrai farti perdonare.>>
Prova a nascondere un sorriso.
<< Addirittura? Illuminami. Cosa vuoi che faccia? >>
Dico fingendo di non sapere cosa voglia.
Mi guarda provocatoriamente. Non può sedurmi così, adesso, davanti a tutti. Potrei crollare e lasciarmi andare..
Deglutisco quando mi sfiora il braccio sinistro.
<< Un ballo.>>
Alzo le sopracciglia e arrossisco per l'imbarazzo.
<< Cosa? Un.. Un ballo?>>
Non so se essere sorpresa, delusa o felice.
<< Certo. E cosa pensavi scusa?>>
Sghignazza fortemente.
<< Non sai quanto mi piace metterti in difficoltà..>> Continua.
Mi guardo i piedi pensando a una risposta.
<< Quindi vuoi ballare con me.. E cosa penserà la gente?>>
Divago.
Daniel guarda la folla sulla pista da ballo e fa spallucce.
<< E che dovrebbe pensare? Che due amici, fratellastri o come preferiscono.. ballano insieme. Non per forza dev'esserci malizia in tutto ciò che facciamo.>>
Questo è vero. Faccio un respiro profondo e ci rifletto.
Daniel poi mi prende le mani.
<< Ti dò una dritta: più fai vedere che hai paura, più dai modo di sospettare. Perciò rilassati e balla con me.>>
Scaccio un mezzo sorriso e annuisco.
<< E va bene, balliamo.>>

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now