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Questo rumore. Che fastidio.
Probabilmente sto sognando ma pregherei volentieri che qualcuno venisse a darmi un pizzicotto per svegliarmi e porre fine a questa tortura.
Ma non è mia madre che sto sognando, non è nemmeno l'incidente. Sono poche le volte in cui non sogno nessuna di queste due cose. In realtà quasi mai, quindi non sto sognando.
Ho solo le orecchie in procinto di scoppiare.
Apro gli occhi e mi rendo conto che qualcuno bussa forte alla porta.
Con un po' di sforzo mi allungo per prendere il cellulare sul comodino alla mia destra e controllo l'orario con le palpebre ancora appiccicate, provando la fastidiosa sensazione di essere accecata dalla luce del display.
Le 3.00 del mattino. Se qualcuno bussa ininterrottamente alle 3.00 del mattino dev'essere per forza accaduto qualcosa di brutto.
<< Chi è? >> Faccio con voce impastata per il sonno.
<<Signorina sono l'addetto alla reception, scusi veramente, ho provato a chiamarla ma credo ci sia qualche problema con il telefono della sua stanza.
C'è un.. signore qui, in condizioni piuttosto... , insomma dice di conoscerla e che lo avrebbe fatto entrare. Se non mi avesse minacciato avrei chiamato immediatamente la polizia.>>
L'uomo che parla dietro la porta sembra veramente terrorizzato.
E per un momento lo sono anche io.
<< Arrivo tra due secondi! >>
Vado velocemente in bagno a lavarmi i denti e la faccia, e sapendo già di chi si tratta, o almeno sospettarlo, sciolgo i capelli dalla coda e li pettino il meglio che posso con le dita per rendermi presentabile. Non so perché lo faccia, sembro quasi ridicola ma è più forte di me.
Che cosa ha combinato ora? Tanto so per certo che è lui. Chi altro minaccerebbe un povero uomo della reception che fa il proprio lavoro a quest'ora della notte? O meglio, del mattino?
Guardo con un occhio dal buco della porta per prudenza, non si sà mai.
È proprio quell'uomo, ed è frenetico.
Lo capisco dal sudore sul viso.
Mi fa pena e mi dispiace sapere che anche qui Daniel si è fatto riconoscere.
Apro la porta e butto fuori un'occhiata senza dire una parola.
Alzo gli occhi al cielo quando noto per primo lui svaccato sul muro di fronte con una bottiglia di non so cosa in mano.
<<Si può sapere che ti salta in mente?>> Esplodo gesticolando con le mani.
Ha gli occhi rossi ed è pallido.
<< Non dare in escandescenza. Che c'è, non sei contenta che io sia qui?>>
Fa con la voce impastata.
<< Sei ubriaco. Che cosa hai fatto Daniel?>>
<<Ho fatto tutto quello che una persona fa per ubriacarsi. Ops, è finita.>> Rovescia la bottiglia vuota.
<< Signorina devo chiamare la polizia? Se lei mi da il consenso.. adesso lo faccio.>>
Uh, mi ero quasi dimenticata del povero uomo.
<< Capito che ha detto Capitan America? Adesso lo fa.>> Scimmiotta in modo bizzarro Daniel.
<<No, non ce ne è bisogno, ci penso io. Grazie e scusi tanto a lei del disturbo.>>
Dopo aver lanciato una brutta occhiataccia coraggiosa a Daniel se va, anche se ancora turbato e scosso dall'arrivo del ragazzo bipolare e ubriaco. Cosa c'è di peggio dell'unione di queste due parole?
<< Che ci fai qui.>> La voce da dura non mi dona, ma non riuscirei a farne delle altre in momenti come questo.
<<Volevo vederti.>> Banale, banale..
<< Da ubriaco avrei potuto anche aspettarmi una risposta come questa ma io sto dicendo sul serio.>>
Daniel sbuffa come un bambino di 8 anni e mi sento colpevole a provare tenerezza quando lo fa.
<< Sono andato con Spencer e quella testa di cazzo a quel ridicolo pub, ho bevuto una birra.. Ok, ho preso qualcosa di più di una birra.. e poi..? Ah si, volevo vederti.>> Stringo le labbra per non ridere, ma poi penso a quello che ha fatto e sinceramente non mi viene più da ridere.
<<Bene. Mi hai vista, ora puoi anche andare.>>
Faccio per andarmene dentro nel mio letto quando in un batter d'occhio la sua mano mi afferra il polso, come se già premeditasse la mia mossa.
<< No aspetta..>> Piagnucola.
<< No Daniel, sono stanca, ho sonno e voglio andarmene a letto a tua differenza.>>
Gli faccio mollare la presa.
<<Ma sai dire qualcos'altro che non sia la parola "No"?>>
Ahhh i nervi...
<< Lasciami in pace. Scusa ma non hai un posto in cui andare?>>
<< Si, non mi ricordo dove...
Bel pigiama Rosalinda.>>
Sfiora il colletto del mio orrendo pigiama a scacchi stile scozzese.
Mi ritraggo quando realizzo che era un altro il motivo per cui si è presentato qui.
<< Non cambiare discorso. Sai che tra qualche ora tua madre si sposa? E tu sei in queste condizioni. Non avverto solo per non dare dispiaceri a nessuno, anche se te lo meriteresti.>>
<< Mi dispiace. Ok? Domani mattina me ne vado e sarà come se non fosse successo nulla. Ma ora fammi stare. Il tempo di smaltire tutto, poi starò fuori dai piedi.>>
Qualcosa mi dice che la sua sia solo una scusa per darmi fastidio.
È la cosa più improbabile del mondo che Daniel non si ricordi dove alloggi, ancora più improbabile che non abbia ordinato a qualcuno di portarcelo.
Faccio del mio meglio per non alzare gli occhi al cielo per la milionesima volta.
Daniel si fa largo da solo ed entra tuffandosi sul mio letto stendendosi.
<<Cosa stavate facendo tu e il tuo pigiama prima che io arrivassi?>>
Lo raggiungo e mi siedo accanto a lui con i piedi che penzolano dal letto.
<< Stavo dormendo, strano vero?>>
Il mio sarcasmo non è dei migliori ma almeno gli ho strappato un sorriso.
<< Pessima domanda. Intendevo prima che ti mettessi a dormire.>>
<< Prima che mi mettessi a dormire.. Cosa ho fatto? Ho messo questo orrendo pigiama.>>
Dico mentre penso a quanto avrei voluto non averlo messo sul serio.
<<Il sarcasmo non è il tuo forte.>>
<< Già. Quella è la tua specialità.
Comunque stavo studiando.>>
Mento. Cercavo di scrivere.. Ma non ho ispirazione dopo quello che è successo con Daniel. È stato stupido pensare che avrei potuto scrivere qualcosa su di noi. Clark vuole il testo pronto a tutti i costi e ho paura che dovrò portare qualcosa di non mio.
Clark.. Quel bastardo. È così ingiusto, tutto.
<< Non ti credo.>>
Commenta.
<< Non mi interessa se mi credi o no.>>
<<Ti interessa eccome.>>
Dovrei pensare che sia l'alcool a parlare ma Daniel è già così spavaldo di suo.
<< Credi sempre di saperla lunga.>>
<< Mi pare di avertelo già detto. Comincio a conoscerti Ros..>>
Faccio finta di non averlo sentito per non rispondergli e mi infilo sotto le coperte con le spalle rivolte a lui.
<<Cosa fai?>>
<<Cerco di dormire. Tu comincia pure a bere più acqua possibile per smaltire la sbornia.>>
Rispondo a mo di beffa.
<<Non sono tanto ubriaco.>>
Si stiracchia e lo sento alzarsi.
<< Buon per te. Così adesso potrai andare.>>
Ridacchia sotto i baffi. Devo ammettere a me stessa che vorrei tanto girarmi per vedere quel sorriso, ma resisto alla tentazione.
<< Vediamoci un film.>>
Improvvisa. Mi prende in giro?
Mi alzo di nuovo dal letto con quel poco di forza che ho e lo guardo sbigottita.
<< Io ti dico che voglio dormire e tu mi chiedi di vedere un film con te?>>
È allettante, ma allo stesso momento da pazzi.
<< Innanzitutto non te l'ho chiesto, era un'affermazione. E secondo, so che dirai di sì, non riusciresti comunque a dormire.>>
Mi spaventa il fatto che è come se mi legga nel pensiero.
Ci penso per qualche secondo.
<< La risposta è no lo stesso. Notte Daniel.>>
Mi rimetto giù a peso morto.
<< Ostinata come sempre. Ok, lo vedrò da solo.>>
Si tira su per recuperare il telecomando dal pouf grigio vicino il bagno e accende la tv.
<< Fai come ti pare, solo non mettere nulla che sia horror.>>
Vorrei non morire di paura dopo che lui se ne vada.
E magari evitare incubi.
<< Stavo proprio valutando se mettere L'Evocazione o L'Esorcismo di Emily Rose..>>
<< Daniel...!>>
Esclamo subito dopo.
Lui scoppia a ridere.
<< Mi costringi a mettere un film Horror se non vedi qualcosa con me.>>
Sapevo che mi avrebbe incastrato, è prevedibile. Potrei sempre cacciarlo via, lo ha detto anche lui di non essere tanto ubriaco ed è vero. Un attimo fa sembrava lo fosse..

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now