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Rosie's pov.

Sono qui fuori dallo studio della ginecologa dove mi ha lasciato Daniel e sono 15 minuti che aspetto. Gli ho mandato due messaggi ma niente, non risponde nemmeno alle mie chiamate. So bene che siamo in litigio.. Gli ultimi minuti trascorsi insieme sono stati odiosi, fino all'arrivo. Daniel prendeva spesso fiato per dire qualcosa, ma poi ci ripensava e tornava concentrato sulla strada da percorrere. Io invece non ho detto niente, cosa incredibilmente rara il mio non fiatare. Piangevo in silenzio e in segreto.. Non volevo farmi vedere, motivo per cui ero volta verso il finestrino.
Forse sto sbagliando tutto.
Mi rendo conto che Daniel mi ama davvero, ma mi viene ancora difficile realizzarlo e quindi mi metto involontariamente sulla difensiva.
Mi piace pensare ad un futuro con lui, ed è quello che voglio. Ma ogni mio minimo pensiero e desiderio si sgretola ogni dannata volta.
California.. Cosa può esserci per me in California? Qui ho la mia vita ormai. La Juilliard è qui, e che senso ha impegnarsi così tanto per studiare lì se poi me ne dovrei andare via?
Daniel la fa sempre facile a parole ma non si rende conto che i suoi sogni e obbiettivi non sono più importanti dei miei. Se io gli chiedessi di non andare in California e restare qui a New York mi risponderebbe certamente di no.
Sarebbe disposto a lasciarmi. E perché io dovrei invece rinunciare alla mia carriera qui per accontentarlo se poi lui è il primo a non volerlo fare per me?
Sono superficiale forse, perché sto dando per scontato e affermato che lui non rinunci alla California senza ancora averglielo chiesto. Ma io non sono così diamine. Non gli chiederei mai di rinunciare a quello per cui ha lavorato così tanto. Lui invece lo ha fatto... E questa cosa mi ha scombussolata. Ancora una volta pensa a sé stesso.
Cinque minuti dopo arriva e si posteggia esattamente dove mi aveva lasciata. La sua espressione è tesa perché sà che sono arrabbiata. Resto due secondi ancora ferma in piedi irriggidita e con le braccia conserte a fulminarlo con gli occhi, dopodiché entro e con un gesto fulmineo mi metto la cintura.
<< Puoi per una cazzo di volta non tenermi il muso? Sono solo 20 minuti. Può succedere di perdere un po' la cognizione del tempo ad una seduta psicologica.>>
Dice turbolento mentre entra in autostrada per tornare a casa.
<< Solo 20 minuti? Dici sul serio Daniel? Ok va bene, non è quello il problema ma almeno rispondimi quando ti chiamo. Non ti entra in quella testa che potevo essere preoccupata?>>
Replico in tono angoscioso.
<< Il telefono è morto, scusami.>>
Sento il muro che si sta innalzando nello spazio che ci separa.. Ora cominciano le paranoie.
<< O magari eri troppo occupato a prestare attenzione alla tua adorata psicologa.>>
Mi esce questa frase spontaneamente e senza senso, risulto infantile lo so.
Daniel mi lancia un espressione scossa.
<< La mia psicologa non ha l'aspetto di chi immagini per tua informazione, e poi davvero fai scusa?>>
<< OK ok, non ha importanza.. Ero solo preoccupata.>>
Devo mettere da parte le mie scenate di gelosia per non creare ulteriori drammi.
Daniel fa un lungo respiro.
<< Io ti amo, ma dobbiamo smetterla di attaccarci continuamente. Sembriamo una coppia sposata per Dio.>>
Sussulto per poi scoppiare a ridere.
<< Si, è vero.. Sono stressata per tante cose credo.. A partire dalla cena di stasera. A proposito Alex ti ha fatto per caso sapere a che ora verranno? Così che potremo arrivare tutti insieme.>>
Sta volta è Daniel a ridere.
<< Un depresso maniacale e una ossessiva compulsiva del controllo non dovrebbero stare insieme lo sai vero? Comunque si l'ho sentito e arriveranno per le 20.00>>
Rifletto sulla sua battuta e comprendo il grande paradosso in cui ci siamo andati a inficcare.
<< Non dovrebbero, ma noi siamo l'eccezione alla regola.>>
Mi alzo dal sedile per baciarlo sulla guancia e lui mi stringe una coscia.
Riecco il buonumore, finalmente. Ci è voluto poco.
<< "L'eccezione alla regola", è una frase che mi tatueró, mi piace. Brava piccola.>>
Mi s'illuminano gli occhi se penso che voglia tatuarsi una frase che riguardi me, noi. Ma corre un bel rischio.. Se andrà male, il ricordo di tutto questo sarà inciso sulla sua pelle.
<< Fa male?>> La domanda cade a fagiolo.
<< Cosa?>> Chiede mentre parcheggia.
<< Tatuarsi in punti come la costola l'avambraccio, le mani ecc.>>
Riaffiora il ricordo di quando mi andai a tatuare la chiave di violino che ho sulla spalla sinistra, vicino al decoltè, all'età di 16 anni. Il mio primo gesto ribelle, dato che lo feci di nascosto. La nonna si arrabbiò un pochino per non averglielo detto, ma poi le passò subito visto che, comunquesia, le veniva in mente mia madre e la sua passione per la musica.
Non mi ha fatto male, forse perché è piccolino, non so, ma è stato addirittura piacevole.
<< È soggettivo Ros, dipende dalla tua soglia del dolore. Io mi sono addormentato a tutte le sedute. Farsi un tatuaggio è meglio di qualsiasi massaggio. E non ho ancora finito, mi riempirò ancora e ancora.>>
<< Lascierai almeno uno spazio della tua pelle come mamma l'ha fatta?>>
Replico pensando a un Daniel super tatuato in camicia.. La mia io interiore pensa a mille cose perverse in questo istante, perciò squoto la testa per affrontare un discorso in modo logico per evitare di somigliare a un'ebete.
<< Il viso, quello rimarrà intatto. Sono già psicopatico no? Meglio limitarne i danni.>>
Mi viene un nodo allo stomaco e mi sento vuota nella testa quando si autocertifica come un malato psicopatico. Io cerco magari di non prendere mai l'argomento.. E lui addirittura ci sdrammatizza sopra! E il dilemma è.. Ridere alle sue "battute" o restare seria? Che domande Santo Dio..
<< È ora di pranzo, vuoi mangiare da qualche parte prima di tornare a casa?>>
Domanda salvandomi dal panico.. Come sempre mi capisce.
<< Sbaglio o avevamo scommesso sulle mie capacità culinarie?>>
Gli ricordo con piacere la famosa scommessa a un sorriso a 32 denti.
<< È vero, dimenticavo.. Ma non devi se non vuoi, abbiamo fatto anche tardi.>>
Faccio spallucce.
<< Non ci corre nessuno dietro, ci metterò poco. Bisogna cominciarla a sfruttare quella cucina.>>
Daniel si parcheggia e ride maliziosamente.
<< Sò a cosa hai pensato.>>
Lo conosco così bene da intuire anche le sue perversioni e doppi sensi.
Daniel spalanca gli occhi come se fosse innocente.
<< E a cosa avrei pensato?>>
Ci penso un po' prima di decidere se rispondere. Se avessi sbagliato e fossi stata io a pensare maliziosamente?
Non mi riconosco più da quando ho scoperto il sesso..
<< Dimmelo tu no?>>
Contrabbatto sperando di scamparla. Nel frattempo entriamo a casa.
<< Che fai, ti tiri indietro? Ti facevo più coraggiosa.>>
Dice altezzoso, si tuffa sul divano.
Faccio un bel respiro e prendo coraggio.
<< Hai pensato a decine di posizioni con cui avresti voluto prendermi sulla cucina.>>
È sexy e sicuramente insolito. Ma nonostante ciò non dovrebbe nemmeno essere scomodo..
Rosie cosa dici..
Daniel mi guarda divertito.
<< È giusto.. Ma hai sbagliato un piccolo dettaglio.>>
Il suo tono di voce si fa cupo e profondo mentre si alza per venirmi incontro. È a pochi centimetri da me e mi respira addosso...
<< Dov'è lo sbaglio?>> domando decisa e sicura di me stessa per far notare che non sono intimorita dal suo volermi sottomettere.
<< Il verbo. "Avresti voluto" è condizionale.. Cambialo con "vuoi". Ti voglio ora, in cucina.. Mentre prepari da mangiare. Alziamo la posta e rendiamo la scommessa più intragante.>>
Siamo in cucina e Daniel si abbassa immediatamente in ginocchio per leccarmi e succhiarmi il clitoride, dritto al punto. Proprio per questo sussulto e gemo.. Di solito ci arriva piano piano.. Sta volta invece è stato come accecato dalla foga, da farmi perdere l'equilibrio e il senso dell'orientamento.
<< Cosa ci prepara da mangiare chef?>>
Sono talmente stordita da non riuscire a rispondergli. E le mie mani sono occupate con i suoi capelli per poter davvero cucinare.
<< Questo va oltre il limite.. Non riesco a cucinare così.>>
Riesco a sentire Daniel ridere qui sotto e mi chiedo se abbia detto qualcosa di strano.
Si scosta per alzarsi in piedi.
<< È ovvio che non ci riesci piccola, volevo vedere fino a che punto ti saresti spinta. Al diavolo la scommessa, ordiniamo qualcosa dopo. Adesso lasciati scopare..>>
Mi bacia appassionatamente da stravolgermi completamente la lingua. In pochi secondi mi toglie i vestiti di dosso.
<< Girati.>>
Obbedisco prima che sia lui a farmi voltare. È affamato e anche io, ma non di cibo. Mi fa chinare proprio dove c'è la lavastoviglie e in un batter d'occhio esce fuori un preservativo dal suo portafogli, lo apre con i denti.
Mentre se lo infila con l'altra mano tocca il mio punto più sensibile con le dita e me le porta alla bocca per farmi sentire il mio sapore. Mentre gli lecco le dita si fa strada in me e mi penetra completamente fino a sentirlo nel ventre.
<<Oddio.>> Gemo.
Ad ogni spinta dentro di me ansimo.
<< Wow>> sussurra e io gemo di nuovo, di sollievo.
Daniel inizia a muoversi ritmicamente, dentro e fuori.
<< Ancora Daniel, ti prego.>>
So quanto gli piace sentirsi scongiurare, questo lo porta ancor di più ad accelerare i movimenti.
Ad un certo punto si placa e mi solleva in braccio facendomi sedere sul bancone accanto al forno.
<< Puoi toglierlo il preservativo. Dopodomani comincio la pillola e per ora posso prendere quella del giorno dopo.>>
Dico guardandogli il pube.
Senza dargli tempo di replicare glie lo sfilo io e mi sorride come un bimbo felice.
Mi apre in modo deciso le gambe per rientrare nella sua zona di comfort.
Geme e mi bacia quando affondo le unghie nei suoi bicipiti.
<< Ti amo piccola..>>
Sento che sta per esplodere. Urlo dal piacere quando vengo e contemporaneamente sento il suo liquido scorrermi dentro. Mi tremano tantissimo le gambe
<< Shh..lasciati andare.>>
Mi muovo ancora con lui dentro per godermi ogni istante di questo lungo e intenso orgasmo.
<< Guardami.>>
Dice ansimando. I suoi occhi incontrano i miei e sono perduta. Mi appoggio a lui lasciando rilassare il mio corpo appagato.
<< Ti amo Daniel.>>

Sono quasi le 20.00 e Daniel non è ancora pronto.
<< Dai, arriveremo in ritardo! Bonnie e Alex aspettano noi per entrare.>>
Urlo al ritardatario mentre mi infilo i tacchi vicino la porta di casa.
<< Solo io potevo scegliermi una ragazza così rompi palle.>>
Borbotta dalla camera.
<< Ti ho sentito. Seriamente, sto per andare da sola Daniel.>>
Mi viene da ridere da cerco di trattenermi.
Sbuca dalla stanza con un pantalone originale nero a quadri e una camicia opaca ma trasparente che gli mette in risalto il suo straordinario fisico.
I capelli più lunghi del solito e boccolosi per non averli asciugati con il phon ma naturalmente.
<< Lo so, dovrei tagliarmi i capelli.>>
Si guarda allo specchio e se li scuote con la mano.
<< A me piacciono di più in realtà, hai l'aria da selvaggio.>>
Scherzo mentre lo raggiungo davanti allo specchio.
Guardo il suo riflesso adorante che oscura ancor di più il suo viso scavato.
<< Allora li lascerò così.>>
Sorride e mi guarda attentamente per speculare il mio outfit.
<< Cazzo come sei bella. Questo vestitino non è un po' troppo corto?>>
Si posiziona dietro di me e ci guardiamo nello specchio.
Indosso un semplice vestitino rosso di ciniglia a collo alto con i capelli raccolti in una tirata coda di cavallo.
<< Sai non ci vuole molto per passare da qui..>>
Sfiora il mio interno coscia.
<<.. A qui.>>
Sussulto perché.. Potete immaginare.
<< Mhh lo so, ma non ci sarà nessuno. Solo noi, tua madre, mio padre, mia nonna e i nostri amici.>>
Dico con un'espressione superba mentre mi chino davanti a lui per prendere i nostri cappotti sul divano.
Sto affinando le mie capacità seduttive e questo mi fa sentire all'altezza di un Daniel..
Arriviamo a casa di mio padre con 5 minuti di ritardo. Bonnie e Alex sono davanti il cancello elegantissimi da farmi sentire quasi fuori luogo. Daniel non è elegante e nemmeno io.
Bonnie non appena mi vede mi salta addosso.
<< Quanto caspita mi sei mancata.. Tra poco andrai alla Juilliard e non ti vedrò più nemmeno all'università.>>
Daniel con il giusto distacco saluta Bonnie e dà una pacca ad Alex.
<< C'è un altro matrimonio a casa mia e non lo sapevo?>>
Commenta scrutando i due.
<< "Ex" casa tua amico.>>
Scimmiotta Alex e Daniel gli mostra il terzo dito.
<< Ci vedremo il più possibile promesso.>>
Rispondo a Bonnie con il sorriso migliore che riesca a mostrare.
I cancelli si aprono dopo che Daniel ha ordinato al guardiano di avvertire i nostri genitori.
Bonnie emozionata di rientrare nuovamente in questa enorme e fantomatica casa, si acciglia ad Alex.
E lo stesso io a Daniel.
<< Tutto ok?>>
Domando vedendolo teso prima di incontrare il resto delle persone.
Daniel abbassa lo sguardo per guardarmi e rivolgermi un bacio sulla fronte.
<< Finché ci sei tu è sempre tutto ok.>>
Il cuore mi batte forte e mi sento positiva. Andrà tutto bene.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now