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Dopo 2 lunghe ore di viaggio in aereo, sono finalmente arrivata.
Recupero la giacca e il resto della mia roba e mi dirigo tra la folla verso l'uscita. Tra uno spintone e l'altro nella grande massa di gente, intravedo un volto a me conosciuto. Quello di papà.
Un uomo di circa 1.80, con indosso un completo grigio, e porta con se a tracolla quel borsello a scacchi bizzarro che ho sempre trovato confortante e unico come per dire "questo è il mio papà" , ora si che lo riconosco.
Mi accoglie con un sorriso a 32 denti e a braccia semi aperte. Deglutisco ansiosa, sono passati tre anni dal nostro ultimo incontro e non so cosa pensare, ma almeno sembra lo stesso di sempre, e questo mi rassicura.
Sono nervosa e positiva allo stesso momento.
<<Ciao papà >> Accenno un mezzo sorriso forse convincente.
Capelli e occhi scuri, e il naso che io ho tanto preso da lui.
Una barba appena accennata sul suo volto abbronzato. Si è proprio lui.
<<Che mi venga un colpo.. Quasi non ti riconoscevo Rosie, ti sei fatta.. grande! >> Lui è più nervoso di me, infondo non lo biasimo. Strofina le mani nei fianchi e comincia a sudare. Dovrei sdrammatizzare questa situazione imbarazzante?
<< Beh, il tempo passa e le figlie crescono.>> Cosa? Il tempo passa e le figlie.. Rosie sul serio? Ma cosa ho detto? Ride come se avesse capito ciò che gli ho riferito, ma il punto è che nemmeno io so che ho detto.
Prende i miei bagagli e ci dirigiamo verso l'uscita senza dire altro.
<<Qual è la tua?>> Chiedo riferendomi alle macchine.
<< Eccola qui.>> Indica con un cenno del capo di fronte a noi.
Come immaginavo un Audi q8 nera ultimo modello. Io e papà abbiamo gli stessi gusti per quanto riguarda le auto. Dev'essergli costata un occhio della testa. Una volta non potevamo permetterci nemmeno di guardarle questo tipo di auto e ora.. eccola qui.
<<Che te ne pare?>> Mi chiede compiaciuto.
Resto li impalata a fissarla.
<< La migliore che abbia mai visto >>
Ammetto. E lo è, posso assicurarvelo.
<<Beh a casa ho il tuo regalo di benvenuto..>> Mi fa l'occhiolino entrando in macchina.
Mi ha comprato un auto?
Oh cavolo, non so se essere entusiasta e cominciare a saltellare come una bimba o restare scossa. Beh lui guadagna si e no 24,000.00 dollari all'ora, possiede palazzi negozi e quant'altro, ma non ho mai voluto campare le sue spalle.
Voglio costruirmi la ricchezza da sola, e non parlo di tanti soldi ma di una vita benestante. Da nonna lavoravo come commessa in un negozio di abbigliamento per collaborare alle spese, i soldi che mi mandava papà li ho tutti risparmiati aprendo un conto in banca, se fosse mai successo qualcosa li avrei usati.
Il viaggio in macchina non è imbarazzante quanto l'incontro.
La tensione comincia a sciogliersi.
Mi permetto di accendere lo stereo e mettere la musica, opto per i coldplay. Papà mi guarda divertito.
<< Vedo che hai sempre buon gusto per la musica. >> È chiaro che mi prende in giro.
<< Perché? Sono molto bravi e poi siamo nel ventunesimo secolo papà.>>
Alza le mani in segno di arresa e non faccio a meno di sorridere.
<< Ok ok d'accordo, non sono niente male, penso che dovrei lasciar andare i "The Rolling Stones" e cominciare ad aggiornarmi per quanto riguarda i gruppi musicali. A proposito di musica, suoni ancora vero?>>
A quella domanda il mio cuore batte all'impazzata. Lui sembra non accorgersi che sto andando nel panico.
<< In realtà non suono più da un po' di tempo, gli studi e tante cose da fare non me l'hanno permesso. >> Mento.
Papà non sa che sono qui a New York proprio per questo. Sono intenzionata a laurearmi in musicolgia.
Preferisco non dirgli nulla per scaramanzia, vedrò prima io stessa se ne sarò in grado.
Io e la mamma suonavamo sempre insieme, la musica ci legava molto. Mentre adesso ho quasi paura ad avvicinarmi ad un pianoforte, ma non voglio pensarci.
<< Rosie il tuo è un grande talento, so che è stato difficile, lo è stato per tutti..>> Il suo tono di voce che si abbassa mi mette ansia e tristezza, sarebbe comunque uscito fuori da solo questo argomento.
<<.. Ma non puoi smettere di inseguire il tuo sogno, fare ciò che più ti rende felice, devi riprendere a suonare e so che lo vuoi anche tu.>>
Mi guarda per un attimo dritto negli occhi e un ricordo riaffiora nella mia testa.
La mamma si esibiva al "The Broadway teatre": assomigliava ad una dea sulle note di quella canzone di cui non ricordo il nome purtroppo. Ho sempre voluto somigliarle, riuscire a trasmettere ad altra gente ciò che lei trasmetteva a me con la sua musica.
<< Non lo so papà, senza di lei non è più lo stesso..>> Mi guardo i piedi sotto il cruscotto e mordo l'interno delle guance per cercare di non scoppiare in lacrime.
<< Lo so tesoro, lo so.. Ma prometti che ci proverai. >>
Annuisco con convinzione. Lui lo vuole quanto me.
<< Susan.. beh tua nonna, come.. come sta?>> Mi legge nel pensiero e cambia discorso.
Oh nonna. Già mi manca tantissimo, penso di scriverle un messaggio per dirle che sono arrivata sana e salva prima che prenda il volo per controllare se sono veramente viva.
Sorrido al pensiero della sua faccia impaurita.
<<Lei sta molto bene, lasciarla mi ha un po' spaventata lo ammetto. È una donna solitaria e ho paura che si chiuda in se stessa, ho provato a convincerla a trasferirsi qui a New York ma..>>
Le mani di mio padre si irrigidiscono sul volante e mi chiedo perché. Deglutisce e finisco la frase.
<< ..sai quanto ama Miami, il mare e l'aria d'estate. Se la caverà. Ah e ti manda i suoi saluti>>
Si rilassa e sospira.
<< La tua fidanzata? Raccontami qualcosa di lei, voglio fare buona impressione. >>
Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e aspetto una sua risposta. Gli luccicano gli occhi.
<<Le ho parlato molto di te e credimi hai già fatto una buona impressione. Non vede l'ora di conoscerti! >>
<<E che altro? >> Chiedo impaziente.
<< Rosie, Kelly è una donna meravigliosa, avrai modo di conoscerla. Sai voi due potreste diventare ottime amiche. >>
<< Lo spero vivamente papà. >>
Non ho nessun tipo di rancore verso questa donna ma solo gratitudine. La morte della mamma lo ha portato in un grande buco nero, lei lo rende felice a quanto pare.
<< Sai, la tua presenza in casa nostra potrebbe essere davvero necessaria, soprattutto per Daniel. >>
Daniel? E chi diavolo è?
Lo guardo con aria interrogativa.
<<Ero sicuro di avertelo detto.
Daniel è il figlio di Kelly, ha qualche anno in più di te. Non farci molto caso, non è la migliore compagnia che si possa avere, ma sarei comunque molto felice se voi potreste instaurare un qualche tipo di rapporto, magari da fratellastri..(?). In senso buono per intenderci. >>
Ho un, fratello? L'idea non mi mette a disagio, riesco ad adattarmi a qualsiasi cosa. Però mi ha colta un po' alla sprovvista.
<< Ok..va bene, si può fare.>> Faccio un sorriso falso.
<< Beh in ogni caso se ti dà fastidio ignoralo. >> Dice infine con noncuranza.
Non mi aspetto assolutamente di andarci d'amore e d'accordo visto che le parole di mio padre sono state esattamente "se ti da fastidio ignoralo", ma ancora non lo conosco quindi non so bene cosa pensare.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now