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Finalmente sono in albergo. Ho il bisogno estremo di togliermi le scarpe, fanno davvero male, non so proprio come sia riuscita a resistere tutta la serata. Credo di essere brilla. Ho esagerato con il vino sta sera..
Io e Jason ci siamo scambiati i numeri di cellulare, così per poterci organizzare sul da farsi, tutto qui, nulla di più.
Io e Daniel, invece, non siamo più rimasti soli da quel momento, solo qualche cenno ogni tanto e basta. Non saprei davvero se questa sera abbia infine deciso di ignorare le mie parole e venire qui lo stesso, infatti aspetto prima di mettermi il pigiama.
Nonna si trova anche lei qui, ma in una stanza al piano di sotto.. Avrei voluto farla stare con me, ma non so quanto sarebbe stata geniale l'idea dato l'imprevedibilità del mio ragazzo.
"Il mio ragazzo".. Che strano il suono di queste parole. Chi sa se anche lui mi definirà come la sua ragazza ai suoi amici. Beh con Jason non si stava ponendo il problema di farlo quando ci ha visti ballare insieme. Il punto è che Jason non è suo amico, nemmeno lontanamente, ma mi piacerebbe ci fosse almeno una leggera tolleranza visto che condividerò parecchio tempo con lui alla Juilliard. Il lato positivo è che il capitolo "Clark" sarà finalmente chiuso. A proposito.. Devo avere un pezzo pronto da portargli almeno per giovedì, so che è pochissimo tempo e siamo nel bel mezzo delle vacanze natalizie, infatti quasi quasi pensavo di rinunciare e portare una cover.. Però devo dire che mi sento piuttosto ispirata.. Penso che scriverò..

Sono trascorse tre ore e sono le 2.00 del mattino.. non posso credere di aver già finito. Ho scritto e cancellato tante di quelle volte, ma alla fine ci sono riuscita. Se questo è l'effetto dell'alcool, devo bere più spesso. Ovviamente non dico sul serio.
Spero vada bene comunque, perché ci ho messo tutta me stessa, tutte le mie emozioni, tutto ciò che provo. "Uncover", è questo il titolo e non permetterò nè a Clark nè al signor Bennet di cambiare una virgola, al costo di non fare l'audizione.
Fantastico su come verrà al pianoforte e non vedo l'ora di provarla. È il mio primo inedito, e sono soddisfatta. Nessuno l'ascolterà prima di quel giorno. Spero solo che l'effetto sorpresa non deluda nessuno.
Nonostante sia tardi non sono per niente stanca. Non mi sono svestita né struccata.. Non nascondo che vorrei essere con Daniel, ma dopo tutto questo tempo non credo che verrà.
Il mio cellulare vibra. È un messaggio.. Il suo.
Siamo proprio telepatici, infatti non mi stupisco.
Dice "Sei sveglia"?
Caspita se lo sono.
"Si, tu sei a letto?"
Rispondo.
"No. Sono qui fuori."
Il cuore mi batte all'impazzata. Non ero nella pelle..
"Tu sei folle."
Scrivo con il sorriso stampato sulle labbra.
"Si, come no. Dai apri."
Poso il cellulare e spontaneamente scuoto i capelli per darmi una sistemata. Raggiungo la porta e piano piano, per non fare rumore, apro.
È qui a due passi da me che mi squadra.
<< Speravo fossi ancora vestita.>>
Dice. Gli faccio largo per farlo entrare, controllando che non ci sia nessuno nei paraggi.
<< E se fossi già andata a dormire? Che avresti fatto? Saresti rimasto qui fuori lo stesso?>>
Dico ridendo talmente tanto da farmi venire i crampi.
<< No. Sai che sono egoista. Ti avrei svegliato, come ho fatto ieri sera. Ma sapevo di trovarti sveglia.. eri troppo tesa prima.>>
Si avvicina a mi accarezza le braccia.
<< Già.. Mi sei mancato.>>
Mi mordo la lingua. Gli ho appena detto che mi è mancato e sono trascorse solo poche ore.
La sua espressione è beffarda quanto entusiasta.
<< Sei in vena di romanticismo sta sera o sei ubriaca? Perché un po' si sente. Ma mi piace l'effetto che ti fa>>
Arrossisco come al solito e gli dò una piccola spinta.
<< Ei.. Anche tu mi sei mancata.>>
Risponde autorevole e io rialzo il capo.
Si china subito dopo per baciarmi e stringermi.
Assaporo per bene la sua bocca. Dopo aver passato l'intera giornata con il desiderio è giusto che recuperi e averlo tutto per me.
<< Non avevi detto che sarebbe stato meglio stare ognuno per conto proprio o sbaglio?>>
Shignazza.
Mi fa notare la mia leggera incoerenza.
<< Già, ma sei venuto lo stesso.>>
Resto un secondo a guardarlo e mi viene un attacco di ridarella per dei pensieri perversi che ho avuto dicendo questa frase.
<< Cos'hai?>>
Chiede grattandosi la testa pensieroso.
<< Niente niente. Pensavo che quando mi trasferirò dovremo organizzarci per riuscire a stare insieme.>>
Daniel prova ad evitare di parlare allungando una mano sulla mia coscia e continuandomi a baciare sul collo.
<< Sai che dobbiamo parlarne.>>
Insisto. Si ferma e appoggia i gomiti sulle mie spalle e affonda le dita tra i miei capelli con il suo naso attaccato al mio.
<< Lo so. Ma possiamo farlo in un altro momento. Non puoi biasimarmi se adesso ti voglio.>>
Comincio a conoscerlo, e so che sta scappando da questo discorso.
La Jiulliard è lontana dalla Columbia.
Avremo tanti impegni, il tempo verrà distribuito tra lavoro e studio e sarà difficile riuscire a incontrarci spesso.
<< Ok, come ti pare. >> La mia bocca risponde da sola senza consultare il cervello.
Si rende conto che ci sono rimasta male e sbuffa arretrando da me.
<< Vuoi parlarne? Ok, parliamone.>>
Il tono della sua voce mi lascia un po' di sasso.
<< Se hai intenzione di iniziare così puoi anche andartene.>>
Dico indicando la porta.
Daniel si gira su se stesso ma poi con un'altra espressione, più pacata, mi raggiunge qui accanto sul letto.
<< Riusciremo a organizzarci, non c'è bisogno di porci il problema proprio adesso.. Poi comunque penso di volermene andare anche io da lì.. Non sarebbe più lo stesso senza te che gironzoli per casa pronta a insultarmi.>>
Sorrido al ricordo di noi due che non facevamo altro che detestarci, i botta e risposta continui..
<< E dove pensi di trasferirti?>>
Domando pensando al fatto che probabilmente andrà ad abitare con Alex.
<< Non lo so. C'è spazio nel tuo appartamento?>>
Sono confusa. Cosa?!
<< Cioè.. Tu..vuoi andare a.. convivere?>>
Balbetto completamente spiazzata.
È veramente il Daniel che conosco che mi ha proposto di andare a vivere insieme? Lo scruto un attimo per capire se è ubriaco.
<< È per questo che non volevo che Jason s'intromettesse. Te lo avrei chiesto dopo la tua audizione ma viste le circostanze sarebbe stato troppo tardi.>>
Mi chiedo come sarebbe vivere con lui. Fino ad ora l'ho fatto, ma parliamo di quasi 1000 metri quadrati di casa, i nostri genitori, la dolce Sandra e una serie di uomini/guardie ovunque.
<< Risolverebbe parecchie cose. Se ci tieni tanto potremo comunque vedere quell'appartamento, anche se scommetto sarà una merda, o se no ne vedremo altri lì vicino. Sceglierai tu, non importa, penserò a tutto io ovviamente. >>
Mi sventolo con una mano.
Non trovo le parole.
Vorrei urlargli di sì, che non vedo l'ora di passare le serate con lui, dormire nello stesso letto, cucinare insieme a lui, ogni cosa.
Ma non so perché mi sento frenata.
<< Ti vedo pensierosa. Non vuoi?>>
Ho paura che il suo umore cambi, perciò devo trovare le parole giuste.
Guardo nei suoi occhi di un verde brillante. Li fisso intensamente.
<< No no, certo che voglio.. È che non me lo aspettavo, da te.>>
Gli occhi si spengono d'un tratto, da diventare quasi inespressivi.
Afferro il cuscino dietro di me e lo stringo al petto.
<< Aspetta, non ti capisco. Dovremmo fare passi in avanti non indietro. In che senso non te lo aspettavi?>>
Si tira indietro, più sorpreso e confuso di quanto lo sono io.
Odio quando è lui a prendere distanze da me.
<< Nel senso.. Non lo so. È successo tutto così in fretta, fino a qualche giorno fa non pensavi nemmeno a starci con me e ora vuoi andare a convivere.
Tu..cambi spesso idea e.. Mi sembra solo strano, tutto qui.>>
Ecco, ci risiamo. Conosco quello sguardo: ricordo ancora quando in quel motel a sbraitato come un pazzo, i lineamenti distorti dalla rabbia.
<< Cosa cazzo dici? Il fatto che io sia bipolare non significa che potrei pensare una cosa oggi e un'altra domani. Ho sempre saputo di amarti.
Non puoi mettere in dubbio qualsiasi cosa ti dica ogni santa volta.>>
Si alza in piedi e si agita sul posto. Vorrei prendere a morsi questo cuscino, o forse la mia stessa lingua. Ma non posso trattenermi nel dire quello che penso solo perché temo una brutta reazione.
<< Stai esagerando. Io non sto mettendo in dubbio proprio nulla Daniel. Permetti che dopo gli episodi che mi hai fatto passare possa avere un briciolo di paura? Meglio prevenire che curare..>>
Stavo per dire altro. Ma sono felice di essermi fermata. Sto uscendo fuori dalle righe e non me ne sto rendendo conto.
<< Spero scherzi. Io ti chiedo di andare a convivere e tu?! Sputi delle merdate allucinanti. Potevi dirmi che avevi bisogno di tempo per pensarci. Te ne avrei dato. O potevi dirmi che non te la sentivi in questo momento, che avevi bisogno dei tuoi spazi o una qualsiasi altra puttanata. Ma cosa c'entra quello che hai detto tu con tutto il resto? E menomale che volevi cominciare a fidarti di me. A quanto pare non è così. >>
Ancora una volta mi sento vuota. Non so se è perché non riesco veramente a rispondergli o perché sono stanca di litigare, sempre.
<< Non hai nulla da dire?
Ahh lo so io che hai in testa. Jason. È lui vero? Perché non te lo scopi già che ci sei? Vai, ti lascio i "tuoi spazi".>>
Ok, sta perdendo la ragione e non posso permettergli di dire qualcosa di cui si pentirà.
<< Jason?! Davvero credi.. Oh sta volta stai decisamente esagerando. Decisamente! >>
Esclamo tentando di tenere la voce bassa.
Mi alzo in piedi anche io ma il più lontano possibile da un'uomo in preda a un attacco di assoluta rabbia.
<< Sei tu che mi fai essere così. Credi che mi piaccia?! No cazzo, non mi piace! >>
Resto in silenzio. Cerco in me quel briciolo di lucidità che mi è rimasta anche se faccio fatica. Non riesco proprio a reagire.
<< Risparmia il fiato. Non ne posso più di discutere per ogni singola cosa.>>
Sospiro.
<< Sei tu che mi fai infuriare con le tue stronzate.>> Mi punta il dito contro e intanto i miei occhi diventano lucidi.
<< Coraggio, piangi.>>
Dice sarcastico.
<< No. Non ti darò questa soddisfazione.>>
Rispondo acidamente. Confesso che nonostante tutte le cattiverie ho voglia di dirgli che per me va bene andare a vivere insieme. Ho sicuramente dell'alcool in circolo dentro di me perché non mi spiego questo mio strano atteggiamento di questa sera.
<< Fai come cazzo ti pare. Non me ne importa più nulla. Oh brava! Visto? Ora si che puoi dire che cambio idea come cambio le mutande. Avanti dillo.>> Fa il gesto di applaudire, con l'intenzione di offendermi.
Rido e lui s'immobilizza.
<< Perché ridi?>>
Scuoto la testa.
<< Ti stai arrabbiando senza un reale motivo. Ma va bene, ti chiedo scusa ok? >> Dico come se stessi alzando una bandierina bianca in segno di arresa.
Coraggiosamente mi avvicino, gli sfioro i capelli e lui afferra il mio polso di colpo.
I suoi occhi sono profondi e iniettati di sangue. È sudato, infuriato e bello più che mai.
<< Che stai facendo?>>
Domanda stringendomi ancora il polso.
<< Ti sto toccando. Cos'è, non posso? Solo tu puoi decidere quando sedurre la gente? >>
La grammatica non è il mio forte quando sono ubriaca, anche se solo un pochino.
Ma.. non so, in questo momento mi sento forte quanto fragile.
Non me ne frega niente di quello che mi ha detto, di quello che ci siamo detti.
Daniel sospira e mi afferra anche l'altro polso.
<< Come devo fare con te?>>
Chiede affaticato.
Cerco di liberarmi ma non me lo permette.
<< Sei tu a ridurmi così cazzo.>> Continua.
Ad un certo punto mi fa arretrare finendo con la schiena al muro e il suo fiato su di me fino a che non cede.
Con una mano mi prende le guance e comincia a baciarmi in modo irruente. Ansimo per fargli capire quanto lo voglio.
Ho bisogno di lui. Ho sempre bisogno di lui.
Comincia a spogliarmi senza occuparsi di fare con delicatezza.
Mi strappa letteralmente di dosso questo vestito rosso..
Mi fa sdraiare sulla scrivania, qua alla mia destra, lasciandomi con i piedi a penzoloni.. fionda immediatamente la sua mano sul mio interno coscia, stringendo talmente forte da farmi provare dolore, ma un dolore piacevole. Appena sto per dire qualcosa vengo preceduta da un altro bacio, un bacio possessivo dove la sua lingua entra rabbiosa tra le mie labbra. Mi sfugge un gemito quando con una mano preme il mio seno mentre l'altra fa scostare le mie mutandine per accarezzarmi il mio punto più sensibile.
<< Dimostrami che sono l'unico per te..>> bisbiglia sulle mie labbra.
È avido, ma voglio prima soddisfarlo io, per farlo sbollentare dalla rabbia.
Mi alzo cogliendolo alla sprovvista.
So esattamente di cosa ha bisogno.
Mi inginocchio davanti a lui e gli slaccio i due bottoni dei pantaloni.
La lampo si rivela un po' problematica e valuto se aprirla a forza. Finalmente resta solo con i boxer. Alzo la testa per vedere che espressione ha in questo momento. I suoi grandi occhi verdi fissano i miei e sospira impaziente. Quello che sto per fare è un'altra nuova esperienza, e non vedo l'ora. Gli sfioro con un dito la peluria che parte dal l'ombelico fino a raggiungere l'elastico dei boxer.
Glie li tiro giù, lasciandoli cadere intorno alle caviglie, insieme ai pantaloni.
Avvolgo la mia piccola mano attorno la sua erezione. Mi chiedo "come farò a infilarmelo tutto in bocca?"
<< Non devi metterlo tutto. Cioè si se ci riesci, poi il resto lo fai con la mano.>> Daniel mi consegna le istruzioni come se mi avesse letto nel pensiero.
Apro la bocca e me lo metto dentro quasi più della metà, con la mia mano davanti che fa il resto. Comincio così a muovermi a velocità moderata.
<< Oh si Ros..>>
Ha un sapore strano, un po' salato, come quando Daniel, dopo avermi toccata mi ha messo le sue dita in bocca.
Credo lo stia facendo nella maniera esatta dato che comincia ad emettere piccoli mugolii. È bello vederlo così eccitato, soprattutto se è a causa mia.
Mi fermo un istante per leccargli la cappella. Mi afferra in modo fulmineo i capelli e pronuncia il mio nome come se mi stesse pregando di non fermarmi.
Me lo rimetto in bocca, ma sta volta voglio testare i miei limiti: quindi provo a infilarmelo tutto. È una sensazione un po' brutta, perché mi vengono i conati. Infatti mi tiro indietro e istintivamente scaccio due colpi di tosse.
<< Piano piccola..>>
Dice mentre mi prende il viso tra le mani per assicurarsi che sia tutto apposto.
Riprendo come se niente fosse.
<< Sono vicino, se non vuoi che ti venga in bocca devi dirmelo.>>
Mi avverte. Sinceramente non ho voglia di tirarmi indietro.. Perciò non rispondo e continuo avanti e dietro con la testa. Daniel comincia ad ansimare..
<< Guardami.>>
Dice ed io obbedisco.
Aumento di velocità e improvvisamente sento un liquido caldo scorrermi in bocca. È insapore ma pensavo peggio. I miei occhi lacrimano e Daniel mi guarda così intensamente..
Mi asciugo le labbra con la mano e mi sorreggo alla scrivania per alzarmi anche se poi mi aiuta lui. Ho le ginocchia che tremano.
<< Tutto ok?>>
Dice dopo avermi lasciato un bacio prima sulla bocca o poi sulla fronte.
Annuisco ancora un po' frastornata.
<< Nessuno mi ha mai fatto venire in così poco tempo.>>
Mi informa stupito.
<< Ed è una bella cosa?>>
Domando inesperta e sfacciata.
Daniel fa una risata beffarda.
<< Si, perché ho voglia di continuare.>> Continuiamo a baciarci finchè non gli torna duro. <<Adesso girati.>> Faccio come richiesto e lui mi fa chinare in avanti, trovandomi poggiata a metà busto sulla scrivania. Sento Daniel aprire una bustina con il preservativo e se lo infila velocemente.

<< Adesso sarà un po' più intenso piccola. Farò piano.>> Daniel mi abbassa le mutandine e mi tocca un po' prima di entrare. Com'è bello sentire la sua mano.. Spero solo di non perdere l'equilibrio a causa dell'eccitazione.

<< Ti piace non è vero? Sei sempre così bagnata per me>>
Mi sussurra in un orecchio con voce rauca.
Ansimo e annuisco.
<< Voglio sentirtelo dire.>>
Insiste. Mi vergogno in questi casi, infatti esito ma poi prendo coraggio.
<< Si, mi piace.>>
Faccio amsimando.
I muscoli mi si contraggono, infatti stringo le coscie tra loro, bloccando la mano di Daniel.
<< Lo vedo che ti piace. Adesso entro, dimmelo se ti faccio male.>>
Deglutisco anche se sono rimasta senza saliva, ho la bocca allappata..
Daniel, lasciando ancora la mano sul mio inguine, fa entrare la sua erezione con facilità.
Mi sento totalmente riempita e questo mi dà un senso di appagamento.
Si muove al mio interno e io lo accompagno..
Continuiamo a fare sesso ancora e ancora, finché non ne abbiamo abbastanza.. Il punto è che non ne avremo mai abbastanza.
Lo amo così tanto. Raggiungo l'orgasmo ben tre volte insieme a Daniel, senza mai stancarmi, mi sento talmente energica e non ho voglia di distaccarmi da lui.
È la cosa più bella che possa esserci unirci in questo modo subito dopo un litigio: tutte le incomprensioni si dissolvono, così come le nostre energie.. Arrivare allo sfinimento.
Infondo siamo noi, è questo quello che conta.. Possiamo fare tutto ciò che vogliamo, nessuna condizione.
Ed è così che passiamo il resto della notte.. Io e lui, a fare l'amore per ore ed ore.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now