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" Sono qui in macchina con il mio zainetto di scuola. Non so ,o almeno non ricordo, perché la mamma abbia deciso di venirmi a prendere presto..
Parlava di qualcosa che riguardava la nonna.
Ah si! Che sbadata!
Oggi è il 6 di Aprile, il suo compleanno.
Oggi ci sarà la festa a sorpresa organizzata dalla mamma.
La nonna ne sarà entusiasta ed io non vedo l'ora.
<< Rosie, ricordi che oggi la nonna compie gli anni? >>
Dice mentre mi allaccia stretta la cintura.
<< Certo mamma che me lo ricordo.>>
Il mio sorriso stampato coinvolge la mamma che mi dà un bacino sulla fronte prima di mettersi alla guida.
<< Il piano qual è?>> Mi mette alla prova mentre mette in moto.
Giocherello con l' elastico blu che ho al polso.
La mamma mi lega ogni mattina i capelli in una coda proprio con questo piccolo elastico per andare a scuola, però io preferisco scioglierli durante la giornata.
Sono davvero tanto eccitata per quello che accadrà oggi.
<< Il piano è che: tutti quanti entriamo dal retro della casa per poterci nascondere nella stanza da letto e poi, appena arriva il momento, usciamo allo scoperto e urliamo "sorpresaa!!">>
Agito le mani per far notare alla mamma la mia contentezza.
<< Bene tesoro>>
Ha un sorriso splendido.
Il suoi capelli dorati cadono ondulati sulle sue spalle, fanno risaltare perfettamente quei suoi occhi che io ho così tanto preso da lei.
Il suo vestito blu chiaro mi ricorda il cielo.. È perfetta in ogni sfaccettatura. Da grande vorrei tanto essere come lei. Bella, intelligente, saggia.. e tantissime altre qualità. Papà è stato molto fortunato ad averla incontrata.
Dopo aver canticchiato un pochino, arriviamo a casa della nonna molto in anticipo rispetto a tutte le altre persone che devono arrivare.
Fortunatamente lei non è in casa, è ancora a lavoro. Quindi per noi sarà facile poter entrare.
<< Rosie, tesoro, la mamma va ad assicurarsi che la casa sia libera. Non possiamo rischiare che la nonna ti veda qui e non a scuola, giusto?>>
Dice con un tono di voce adorabile mentre tocca il mio nasino.
<< Certo mamma. Resterò qui in macchina e sarò trasparente, nessuno mi vedrà.>>
Mi dà un bacio veloce sulla fronte e fa per entrare in casa.
Mi slaccio la cintura immediatamente e ne approfitto per recuperare dal mio zaino, la lettera scritta da me per la nonna.
Qui da qualche parte c'era anche un disegno.... Oh eccolo qui.
Ridefinisco accuratamente i dettagli con un po' di brillantini rosa e viola.
Non appena apro la scatoletta con dentro contenenti i miliardi di brillantini, mi cade addosso.
Oh no!
Ho sporcato il mio vestito! E anche i sedili!
Ora cosa faccio?
La mamma sarà furiosa con me..
Tento senza successo, di rimediare al mio casino. Sono proprio una pasticciona..
Nel momento in cui alzo lo sguardo, vedo proprio la mamma correre verso l'auto.
Sembra arrabbiata.
Sarà per colpa mia? E se fosse per i brillantini? Che sciocchezze dico, è impossibile, non mi ha neppure vista.
Apre lo sportello e lo chiude vigorosamente.
I suoi singhiozzi potrebbero sentirsi da lontano un miglio.
Perché ora piange?
Non so proprio cosa dirle.
Ok, forse è colpa mia.. deciderà di portarmi a casa.
Parte a tutta velocità a tal punto da farmi avere una piccola schicchera al cuore.
La mamma piange, ancora più forte. Odio sentirla piangere in questo modo..
Corre così veloce con la macchina e ho molta paura.
Quando è venuta a prendermi da scuola andava tutto bene.. e ora, ora piange.
<< Mamma>> Le dico. È davvero triste, il che rende triste anche me..
Non risponde.
<< Mamma>> Tento, forse non mi ha sentita. Dovrei chiederle scusa per i brillantini lo so..
Corre ancora più velocemente.
<< Non ora Rosie!>> Mi sgrida.
<< Mamma ho paura vai piano!>>
Non rallenta. Le sue mani sono fredde e rigide su quel attrezzo tondo davanti a se.
<< Mamma!! Ti prego!!>> Ora sono io a piangere. Perché la mamma non mi ascolta? È arrabbiata con me?
Si comporta come se io non ci fossi. Per forza ce l'ha con me.
<< Mamma dove andiamo?! >>
Sono sull'orlo di una crisi e fortunatamente se ne accorge.
<< Rosie..>> Si gira verso di me..
<< Mamma attenta!!!!>> "

........

<< Mamma!!>> Urlo spalancando gli occhi.
Tento di tranquillizzarmi recuperando il respiro di cui ho bisogno.
Ma.. ieri sera devo essermi addormentata.
Da quando in quà la gente dorme su una ruota panoramica?
Mi volto e Daniel e qui che dorme profondamente.
Non l'ho mai visto dormire, di solito quello a svegliarsi prima è lui.
Devo ammettere che è una bellissima visione..
Che però durerà ancora per poco.
Recupero la mia borsa e cerco il cellulare.
Le sei del mattino.
<< Daniel>>
Lo chiamo. Dubito mi senta.
Si sposta mettendo il suo braccio sulla mia pancia, come per abbracciarmi.
Vorrei poterlo lasciare dormire, ma dobbiamo proprio andare.
Lo scuoto.
<< Daniel svegliati>>
Schiude gli occhi e ,un po' confuso, mi guarda.
<< Che ore sono>> Chiede con voce impastata.
È così adorabile..
<< Le sei. Dobbiamo andare.>>
Mi alzo con un tantino di fatica.
Senza dire alcuna parola io e Daniel ci dirigiamo in auto.
Non è stato poi così difficile scendere da qui.
<< Che cazzo di mal di testa..>>
Fa con una mano al volante e una sul suo capo.
<< Cosa ti aspettavi dopo aver dormito su quella cosa?
Senti, oggi faremo quel cavolo di esperimento, non voglio perdere altro tempo.>>
So di essere intollerabile ma sono piuttosto scombussolata.
Quel sogno.
Non ne posso più.
Mi sta uccidendo..
<< Cos'hai?>> Fa Daniel con durezza ma anche interrogativo.
Scuoto la testa e la butto sul finestrino. Mi rifiuto di rispondere..
<< Avanti dimmelo..>>
Insiste.
<< Ho fatto di nuovo quel sogno.. sono arrabbiata. Stanca e arrabbiata>>
Mi sentirò in colpa per il resto della mia vita per ciò che è accaduto a mia madre? Riuscirò mai a perdonarmi?
Sbuffo e mi stringo nei pugni.
<<.. Ogni volta è diverso, c'è sempre qualche dettaglio in più.. Vorrei solo prendere una di quelle pillole per il sonno e risvegliarmi tra tre giorni.>>
Forse sono melodrammatica. Ma non posso più andare avanti in questo modo.
<< Non dire così. Troveremo una soluzione.>>
Daniel porta la sua mano sulla mia coscia e accarezza.
Non lo fa con malizia, anzi è bello.
Il signor Clark stava andando ben oltre di così, ma nemmeno voglio pensarci prima che mi vengano in mente brutte e disgustose immagini.
È strano dover ammettere che amo quel tocco? E poi ha detto "troveremo"?
<< Come?>>
Chiedo pur sapendo che non ci sarà una valida soluzione a questo.
Sto diventando pazza.
Daniel, senza scostare la sua mano, strizza gli occhi per riflettere.
<< Potrei portarti a De Marco.>>
Fa come se io sapessi di cosa parla.
Gli rivolgo un'occhiata interrogativa.
<< È la clinica dove, un tempo, andavo io. C'è una psicologa lì che potrebbe aiutarti. Domani prendo appuntamento.>>
Resto sbigottita da come prende in mano la situazione per potermi aiutare.
Clinica De Marco.. questo nome l'ho già sentito da qualche parte.
<< Ah si! Clinica De Marco. Ricordo di aver letto questo nome su quella cartellina blu..>>
Troppo tardi per rimagiarmi le parole appena accennate.
Avverto il volto stizzito di Daniel.
<< Cartellina blu?>>
<< Daniel, lasciami spiegare..>>
In realtà non ho idea di cosa spiegare.
<< Senti lascia stare. Apparte il fatto che sei entrata in camera mia senza permesso, l'hai aperta quella cartellina o hai letto ciò che c'era dentro?>>
Era importante? Dal modo in cui si rivolge a me turbato, direi di si.
Una me quasi sconvolta e pentita ma sollevata allo stesso istante risponde <<No..>>

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now