2. Finché qualcuno non ti compra

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La sera mi piaceva brillare in un modo che alle stelle non era concesso, in quel cielo ovattato dallo smog. Le mie fedeli Jimmy Choo lo rendevano immancabilmente possibile: due dita di plateau, 12 centimetri di tacco, millecinquecento euro di cristalli incastonati sulla pregiata stoffa rosa pallido.

Mi sentivo vestita anche solo con quelle addosso.

Ma quella sera, al Sweetydreams, indossai anche un David Koma color cipria dal corpetto con scollo a cuore impreziosito da strass, la parte inferiore coperta di morbide piume. Sotto il soffitto spiovente di vetro, sostenuto e intercalato da travi in acciaio nere che si sposavano con il pavimento in resina scuro, la mia mise dai colori pastello attirava sguardi che mi parevano morbidi quanto le piume del mio Koma. Tutti, tranne uno: quello del cliente che aveva ordinato un Old Fashioned e che mi squadrava spazientito mentre cercavo di ricordare se dentro il bicchiere dovevo versare il Bitter o il Crodino insieme al Bourbon Whisky.

-Bitter – mi suggerì in un sussurro Alice, la migliore delle mie barman, la meno dotata delle mie ballerine, la più audace delle cam girl. Mentre mi sfilava di mano la bottiglietta sbagliata, sentii le sue labbra morbide e i suoi denti dispettosi sul lobo dell'orecchio. Avrei scommesso che il brivido di piacere che mi attraversò la schiena avesse fatto un passaggio anche lungo quella del cliente. Quantomeno dal suo sguardo scomparve il disappunto. Non era uno dei miei clienti abituali, dato che quasi tutti, ormai, sapevano che dietro il bancone del mio locale servivo cocktail che in realtà non sapevo preparare, ma che ingurgitavano spiando tra le audaci trasparenze del mio abito. C'era chi voleva riempirsi lo stomaco, e chi gli occhi. Servii l'Old Fashioned, ringraziando Alice per l'aiuto con una palpata di culo che accolse con una risatina. Mi dedicai poi al riordino delle bottiglie di liquori sulla parete alle nostre spalle, già annoiata dallo shacker, dal ghiaccio e da tutte quelle chiacchiere che non avevo voglia di ascoltare.

Mi piaceva la dispersione del suono all'interno del mio locale, che mi faceva percepire il vociare sgraziato dei clienti come un brusio melodioso che non graffiava l'efficiente diffusione della musica del DeeJay, e mi ci abbandonai, fingendo di lavorare, per parecchi minuti, dando le spalle alla folla che non osava protestare più di tanto. L'idea era di sposare il mio fancazzismo fino all'una di notte, orario in cui le mie ragazze sapevano mi sarei recata in una delle room sul retro, dedicate alle esibizioni in cam.

Ero una cam girl anomala, in effetti. Non mi esibivo a casa, accasciata su un divano o tra le lenzuola spiegazzate di un letto non abbastanza spazioso. Anzi, non mi esibivo più, in quelle condizioni. Mi ci erano voluti quattro anni di consulenze finanziare e di gavetta davanti a una web cam, prima di potermi permettere l'acquisto del locale.

- Smettila di spostare la polvere su quelle mensole, stronzetta. O tagli un po' di lime per il mohjito, oppure vai sul retro a trasformare il tuo sorriso in una cascata di denaro mentre ti togli i vestiti. -

Alice mi prese di mano la bottiglia di Aperol che stavo posizionando a casaccio in mezzo al resto degli alcolici. La osservai, invidiando la sua capacità nel dosarlo correttamente negli Spritz.

- Non ho voglia di fare né l'una né l'altra cosa, stasera. –

Sorrise, senza distogliere lo sguardo dalla preparazione degli aperitivi. – Ma sei di buon umore, non ti ho ancora vista sbuffare nel prendere le ordinazioni. –

- Vero. Mi piace declinare offerte ritenute irrinunciabili dalla controparte, ed è quello che ho fatto oggi pomeriggio. –

- Perché sei stronza. Quindi hai intenzione di intralciare le tue barman fino all'alba? –

Le feci la linguaccia, che lei ricambiò prima di prendere il vassoio e dirigersi verso i tavoli della sala. Valutai l'ipotesi di prendermi almeno la briga di dare una sistemata al sistema d'irrigazione del giardino verticale che decorava l'interno del Sweety, ma una protesta poco velata al di là del bancone rapì la mia attenzione.

PRICELESSWhere stories live. Discover now