16 Il mese prossimo potremmo essere morti entrambi

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È proprio necessario mangiarlo

con gli occhi?

Avrei voluto potergli rispondere che sì, cazzo, era necessario mangiarlo con gli occhi, e lo avrei fatto anche con i denti, se avessi potuto. Gli avrei succhiato via ogni capacità di giudizio dai pori della pelle con le labbra, e poi gliel'avrei spalmata su tutto il corpo con la lingua.

Ma non potevo rispondere al messaggio che Trevor mi aveva appena spedito, e di cui avevo letto l'anteprima sul display del cellulare: era mia abitudine ignorare il più possibile quell'aggeggio infernale quando ero in consulenza con un cliente.

Se poi il cliente era IL cliente, "il primario con il culo che parla", avrei ignorato anche una sirena antiatomica.

«Avrei bisogno dei codici fiscali dei nuovi beneficiari, dottor Mancini.»

Osservai le sue mani eleganti estrarre i tesserini dal portafoglio di pelle. Avevo fantasticato parecchio su quelle dita, sulla possibilità che si infilassero in qualche anfratto della mia persona con l'arroganza di chi è abituato a trattare ogni corpo come fosse di sua proprietà.

L'irruenza di Trevor nelle mie giornate aveva modificato parecchie delle mie fantasie, ma non quella che mi vedeva protagonista di favolose avventure di letto con il dottor Marco Mancini, illustre chirurgo, rinomato pediatra, potenziale figlio di puttana.

Non avevo certezze in merito all'ultima definizione, ma la sua camminata da maschio alfa accompagnata dall'attitudine a condurre la conversazione anche quando, almeno sulla carta, il suo ruolo doveva essere quello dell'ascoltatore, mi aveva restituito quella sensazione che, fino a quel momento, il primario non aveva smentito.

Per questo rimasi stupita quando, nel leggere i dati dei tesserini che mi aveva dato, mi resi conto che due appartenevano a dei minori che non portavano il suo cognome, uno a un maggiorenne che invece lo portava e l'altro a una donna il cui nome mi diceva qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco.

Forse si accorse della mia malcelata sorpresa, dato che si sentì in dovere di specificare che:

«Sono cambiate parecchie cose, nell'ultimo anno.»

Lo disse con un sorriso che avrebbe illuminato New York durante il blackout del 2003.

Illuminò anche me, anche se nulla di tutto ciò increspò minimamente il sex appeal di quell'uomo.

«Mi fa piacere per lei, mi pare soddisfatto del cambiamento.»

«Parecchio soddisfatto, sì. In futuro valuterei di accendere ulteriori polizze, ma vorrei sapere se è possibile indicare come beneficiari dei minori non conviventi.»

«Certo, non ci sono limitazioni per quanto riguarda i beneficiari, anche se devo specificarle che, in caso di sua premorienza, si renderebbe necessario l'intervento di un giudice tutelare per la gestione delle somme fino alla loro maggiore età.»

La cosa non parve turbarlo.

«Nessun problema, Lea.»

Mi aveva sempre dato del tu, probabilmente a causa dei quasi vent'anni che ci separavano. Una differenza d'età che non mi faceva né caldo né freddo, visti i miei pregressi e la sua carica erotica.

Ero curiosa di sapere da dove diavolo saltassero fuori tutti questi bambini nella nuova vita di Mancini, ma non avrei mai fatto domande inopportune a un cliente.

Finiscila di scopartelo col pensiero.

Se n'è accorto anche lui.

Non riuscii a impedirmi di buttare l'occhio sul display nell'avvertirne la vibrazione ma, ancora una volta, ignorai Trevor. E comunque no, non avrei smesso di scoparmelo col pensiero.

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