36 Non fare di lei la tua Harley Quinn

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***Ricordate dove eravamo rimasti? Trevor e Andrey hanno addestrato Lea. In auto hanno verificato il risveglio di El Diablo, a quel punto Lea ha una piccola crisi emotiva che Trevor contiene con proposte a luci rosse. Insomma tutto nella norma per due come loro :)
Bene, riprendiamo esattamente da lì, ok? Ho suddiviso i capitoli per non farli troppo lunghi ma siamo ancora in quello stesso pomeriggio e Lea, Andrey e Trevor sono giunti all'alloggio dopo la palestra. ****

Entrambi mi guardavano come se esigessero un tributo da me, ma se potevo tenere a bada le esigenze di Lea, non potevo fare altrettanto con quelle di Andrey. Allungai le chiavi dell'attico a lei, invitandola ad anticiparmi di sopra. Sbuffò, ma gli astri furono clementi e non fece capricci. Supposi avrei scoperto il prezzo di quel dono poco dopo.

Entrai nell'alloggio al secondo piano che Andrey condivideva con Dimitri. Non attese nemmeno di chiudere la porta, prima di iniziare. «Mi sta bene che tu sia fottuto lei, non mi sta bene che tu ti sia fottuto il cervello.»

Mi ero aspettato quell'attacco frontale già il giorno prima, quindi in teoria dovevo essere preparato. Invece non ero certo di esserlo abbastanza. «È tutto sotto controllo.»

«Allora compra i cazzo di biglietti per Londra e infilale dentro l'uccello un'ultima volta stanotte.»

Mi umettai le labbra, aspettando che affiorasse la risposta migliore. Ne trovai solo una decente. «Manca poco, poi torniamo a Londra.»

Serrò la mascella e trovai la cosa poco rassicurante. «Gli uomini sono stanchi Trevor, e abbiamo perso Sergej. Hai sbloccato quel dannato coso digitale, non c'è altro da fare qui.»

«Partiremo quando avrò saldato la prima rata, alla fine di questa settimana.»

Analizzò la mia risposta per qualche istante. La sua espressione si distese. Il compromesso era accettabile.

«Mi sta bene. Lo dirò agli altri, quindi vedi di non cambiare idea. E togliti dalla testa l'idea di fare di lei la tua Harley Quinn o come cazzo si chiama.»

Mi affiorò nella mente l'immagine di una Lea con codini bicolor e shirt striminziti. Il paragone era senza dubbio calzante. «Non è mia intenzione portarla a Londra. E lei non mi seguirebbe.»

«Perché ha più cervello di te. Ma non ha motivo di sparare, Trevor, né di imparare ad atterrare un gorilla da 150 chili, se lei resta qui e tu te ne resti a Londra, o Dubai o a fanculo lontano da lei. Quindi perché glielo stiamo insegnando?»

«Perché non mi ha voluto dire se sta scardinando i flussi finanziari di qualche altro cazzo di mercato digitale.»

«Non ti basta l'affare di Milano?»

«Sì, basta a me. Ma magari fa un'altra puttanata...»

«E quale sarebbe il problema?»

E cosa avrei dovuto rispondere? Andrey mi aveva portato esattamente dove aveva voluto.

«Non puoi, Trevor. Non puoi proteggerla per sempre. Devi lasciarla andare. E fai in modo di non sapere cosa le succede, di non sapere se si sposa, se vince la lotteria, se viene rapita dagli alieni o uccisa da uno spacciatore di droga.»

«Perché?»

«So cosa ti passa per la testa. E no, non puoi smettere di essere quello che sei. Io ti ho insegnato a spaccare ossa, io ti ho insegnato il modo migliore per non fartele spaccare, io ti ho insegnato a tenere in mano un'arma come tu hai fatto con Lea oggi. Se sei vivo, è grazie a me.»

«Ho saldato il mio debito con te, mi pare. Perché anche tu sei vivo grazie a me.»

«Vero. Ma adesso ti salvo di nuovo il culo, e lo faccio gratis. L'unico modo che hai per smettere di essere quello che sei, è crepare. Hai pestato piedi e mine nell'ultimo decennio, c'è un sacco di gente che non ti uccide solo perché sarebbe sconveniente, o perché non ha un esercito di ergastolani come il tuo. Quindi no Trevor, non puoi mollare tutto con lei o per lei. Fine.»

PRICELESSWhere stories live. Discover now