Capitolo 3

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Victor

Ansimo, il cuore mi batte all'impazzata, corro a perdifiato per le strade della metropoli, senza meta.
Percepisco i polmoni bruciare per lo sforzo, non so dove andare né cosa fare.
Per un soffio rischiavo di essere investito da un'auto, quando ho intravisto Nathan alla guida per poco non mi veniva un colpo!

È già la seconda volta che lo incrocio, è una fortuna che mi abbia lasciato fuggire visto che gli avevo rubato il portafoglio.
Mi sono fermato per riprendere fiato, mi guardo intorno e di fronte c'è un negozio di articoli sportivi.

Prendo il cellulare, lo spengo immediatamente, non posso rischiare che la polizia possa risalire alla mia posizione. Devo fare qualcosa, cercare un riparo per la notte, qualcuno che possa ospitarmi. Ho combinato un grosso guaio a colpire quel bastardo e a coinvolgere mia madre, ma non sono dispiaciuto per ciò che ho fatto, anzi spero che quell'essere schifoso muoia.
Decido di raggiungere il mio migliore amico che sicuramente si troverà alla stazione ferroviaria.

Jake, appena mi vede mi si avvicina e ci salutiamo facendo cozzare i pugni. «Ehi, Victor, bentornato, sembri agitato, tutto bene?» Fissandomi con i suoi occhi verdi indagatori.

«Avrei bisogno di un favore... Mi servirebbe un posto per dormire...» Comunico ansioso, grattandomi la nuca.

«Sei scappato di casa? Be', se vuoi puoi venire a casa mia, tanto i miei non ci sono mai, ho casa mia tutta per me perciò sei il benvenuto!» Pronuncia con un sorriso dandomi una pacca sulla spalla.

«Grazie, sei un vero amico!» Affermo per poi seguire il ragazzo salendo sulla sua moto, una Suzuki, e una volta avviato il motore guida fino alla sua abitazione, un edificio di quattro piani, prendiamo l'ascensore, e quando arriviamo al suo piano, attraversiamo il corridoio finché non si ferma davanti alla porta del suo appartamento.

«Questa è casa mia. Da oggi sarà anche tua, entra dai!»
E aprendo la porta entriamo, e noto immediatamente che è una casa arredata in stile moderno.

«Cavolo, è bellissima, mi piace!» Affermo mentre Jake con un sorriso mi si avvicina. «Ti mostro la tua nuova stanza, seguimi», e così mi conduce su per le scale fino a una stanza con due letti singoli, ipotizzo che questa sia la sua camera e che da oggi la condividerò con lui.
È ampia, i miei passi echeggiano sul parquet mentre seguo il mio amico che si siede sul letto di fronte.

Alla parete c'è una TV a schermo piatto di quarantacinque pollici, console di videogiochi e un PC sulla scrivania.
«Victor, allora vuoi parlarmi del perché sei scappato di casa? Scommetto che è per colpa dei tuoi problemi con tuo padre, o sbaglio?» Mi scruta con fare interrogativo.

«Patrigno...» Preciso serio. «Abbiamo litigato», rispondo mentendo.

«Ehi! Sembri stanco, riposa un po', sicuramente avrai fame, preparo il pranzo, ti chiamo dopo quando è pronto.» Dice con un sorriso e annuisco riconoscente mentre lo vedo uscire dalla stanza.
Mi tuffo sul letto morbido e osservo meglio la stanza, intravedo su uno scaffale degli strani inquietanti cimeli, poster sulla parete con un simbolo che se non erro appartiene alla magia nera.

In questo istante penso a mia madre, sperando che i poliziotti che stavano arrivando a casa, non siano riusciti ad arrivare a me e che mia madre non abbia confessato la verità. Chissà come starà quel bastardo, spero che sia morto, lo odio!
Accendo la TV e mi intrattengo a fare zapping, poi all'improvviso, appare il notiziario NBC, e così mi fermo ad osservarlo.
Una giornalista, bionda e occhi verdi rivolta ai telespettatori annuncia: «Ragazzo scappa di casa dopo che la madre aggredisce il marito con una mazza da baseball... L'uomo è in ospedale, le sue condizioni sono gravi.»

Sgrano gli occhi nel riconoscere me stesso nella foto inquadrata sul teleschermo.
Cazzo, la polizia mi sta cercando! E se avessero capito che il vero responsabile dell'aggressione sono io? Spengo la TV mentre in questo istante intravedo un oggetto sulla scrivania, sembra una tavola ouija.
Osservo lo strumento, e in questo istante sono tentato dal desiderio di provare a usarlo.

Sto per toccare la tavolozza, ma sentendo i passi e la voce di Jake mi fermo. «Victor, vieni, il pranzo è pronto», la porta si apre e lo vedo entrare. «Ehi, che stai facendo?» Guardandomi accigliato.

«Niente, stavo solo guardando questa», indicando la tavolozza.

«Ah, quella, eh? Be', scommetto che vuoi provare a usarla, dopo faremo una seduta spiritica, ti va? È divertente!» Riferisce sorridendo.
«Mi piacerebbe, ma non è pericoloso?» Ribatto titubante.
«Ma no, che dici, è solo un gioco, non è per niente pericoloso.»
Non ho mai praticato sedute spiritiche, Jake sembra invece esperto di spiritismo e per questo mi fido di lui. «D'accordo, mi fido di te», affermo sorridendo.
Siamo in soggiorno e pranziamo in armonia mentre consumiamo una porzione di Ramen fumante in brodo con i Noodle di soia.

«Ehi, Victor, ti ho mai detto di quella ragazza che avevo adocchiato sul bus?» Dice masticando un boccone.

«No, non mi ricordo, dimmi, ti ascolto!»
«Eh, che dire la vidi un paio di giorni fa sul pullman mentre stavo ripassando un appunto di economia, era bellissima, i suoi capelli castani, gli occhi verdi e quelle labbra colore pesca, il suo seno prosperoso... Peccato che da quel giorno non l'ho più incontrata», riferisce passandosi una mano nei capelli neri per un istante intravedo nei suoi occhi tristezza.
«Dai, non essere pessimista amico, vedrai che la incontrerai di nuovo.»
«Eh, già, giusto, la rivedrò prima o poi», dice ironico mentre sghignazza facendo zapping con il telecomando si ferma di colpo sul notiziario del NCB. «Ragazzo scappa di casa, la madre colpisce il marito durante una violenta lite, l'uomo è in ospedale e la polizia indaga.»

«Cazzo, Victor, ecco perché sei scappato di casa! Cos'è successo?»
«Sai che il mio patrigno è sempre stato violento con me e mia madre, li ho sentiti litigare animatamente, e stufo di questo inferno ho afferrato la mazza da baseball e sono corso in soggiorno, mia madre era a terra e si teneva la tempia insanguinata, a quella vista ho perso il controllo e... L'ho colpito! Lui era a terra, mia madre mi urlava di fermarmi, avevo il cuore che batteva impazzito per l'adrenalina, mia madre mi ha detto di scappare prima che arrivasse la polizia!»

«Dunque, è stato per autodifesa, in effetti ricordo che mi parlasti di questo tuo problema... Mi dispiace!»
Masticando l'ultimo boccone guardo il ragazzo seduto di fronte a me. «Non vorrei coinvolgerti in questa situazione, cioè se la polizia dovesse arrivare qui. Forse, è il caso che me ne vada», dico alzandomi in piedi.

«No, ma che stai dicendo? Resta qui, tranquillo, probabilmente ti stanno cercando per qualcos'altro, ma non penso affatto che sospettino che tu sia l'aggressore. Adesso ci facciamo una bella fumata, e poi ti mostrerò come si fa una seduta spiritica. Ci stai? Vedrai sarà divertente!» Afferma con un sorriso dandomi una pacca sulla spalla. Incuriosito da quel misterioso mondo di spiritismo e occultismo decido così di seguire il mio amico nella sua stanza per assistere alla seduta spiritica.
Jake scosta le tende e la stanza piomba nella penombra, accende delle candele e le posiziona in forma circolare, e posa la tavola ouija sul letto. «Sei pronto?» Mi chiede guardandomi accigliato.

«Va bene», rispondo ma improvvisamente accade qualcosa di molto strano, le fiammelle delle candele iniziano a oscillare velocemente.

Jake sorregge un libro aperto con una copertina nera, e inizia a pronunciare delle arcane formule in latino. Improvvisamente tutto intorno a noi inizia a vibrare. La tavola ouija compresa come anche l'armadio, il letto e tutto il resto.

Il panico prende il sopravvento su di me appena vedo qualcosa che non dovrebbe essere lì, una presenza o meglio dire una specie di fantasma di una ragazza.
«Per favore, aiutatemi a raggiungere la luce!» Pronuncia la ragazza sparendo nel nulla e tutto intorno a noi smette di vibrare.

Che cos'era? Un fantasma? No, cosa dico, loro non esistono, dopo la morte c'è il nulla.
«L'hai vista?» Chiedo incredulo.
«Certo che l'ho vista, era reale, devo confessarti un segreto...»
«Un segreto?» Domando incuriosito deglutendo un groppo in gola.
«Quella ragazza è stata assassinata!» Pronuncia serio.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now