Capitolo 20 - 1 parte

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Nathan

Sono seduto sul sedile passeggero, Matthew, mio fratello è intento a guidare, entrambi assorti nei nostri pensieri.
Guardo dal finestrino il paesaggio circostante, gli alberi, le case, ma è come se non li vedessi realmente, la mia mente è altrove. Provo un senso di colpa e vergogna per non essere stato in grado di contrastare l'abuso.
Deglutisco un groppo in gola, sospiro e con amarezza inizio a parlargli. «Ehi, Matt, tutto bene? Sei diventato silenzioso da quando abbiamo lasciato l'ospedale.»
Lo vedo stringere la presa del volante, lo sguardo si rabbuia.
Ferma l'auto, spegne il motore, mi guarda con uno sguardo glaciale. «No, Nathan, non va niente bene, cazzo!» Irato batte i palmi sul volante.

«Matt, per favore calmati, ok? Respira e inspira, è un attacco di panico!» Gli sfioro la spalla destra e lui mi fissa con sguardo assente, il respiro affannoso, si mantiene la testa tra le mani e scoppia a piangere.
«Come potrei stare calmo sapendo che un lurido verme schifoso ti ha violentato?! Me lo spieghi, eh?!» Il suo tono alterato mi spezza il cuore nel vederlo agitarsi in quel modo.

Matthew continua a dire frasi sconnesse, irato mi fissa negli occhi e mi afferra per la calotta della maglia. I nostri sguardi si incrociano e in questo istante nelle sue iridi azzurre vedo solo il vuoto.

Percepisco in lui un forte conflitto emotivo che si ripercuote come un uragano contro di me, avverto tutte le sue emozioni negative, quella sua rabbia, frustrazione, mi sento male.

La sua aura è diventata di un rosso opaco.
Inizio a tremare, impaurito nel comprendere che mio fratello sta perdendo il controllo, mostrando segni di attacchi d'ira. «Maledetto Schifoso! Bastardo!» Il suo sguardo è fisso nel vuoto è completamente fuori di sé.

«Per favore, calmati, mi stai spaventando!» Una lacrima mi scende sul viso, mentre istintivamente lo avvolgo in un abbraccio.

Mi guarda, singhiozza, il suo sguardo confuso fissa la lacrima che asciuga delicatamente con il pollice, abbasso lo sguardo. «Nathan?»

«Non è niente. Ho sentito le tue forti emozioni travolgermi, è stato... terribile!» Confesso amareggiato.
«Scusami... ti ho fatto soffrire, non volevo.» Incrocio il suo sguardo confuso, poi con freddezza scioglie l'abbraccio e afferra il volante, mette in moto e con lo sguardo fisso sulla strada torna a guidare.

In questo istante comprendo che i miei poteri extrasensoriali si sono rafforzati, riesco a percepire le sensazioni delle persone, avvertire e vedere le loro auree. «Matt, ti prego, non sentirti in colpa... va tutto bene, è successo ormai, andiamo avanti, promettimi che troveremo quel bastardo e lo arresteremo!»

«No, Nathan, quell'essere deve morire, cazzo! Non merita di vivere, e in quanto a te, dopo il trauma subìto credo che tu non sia idoneo, potresti avere un attacco di panico sul lavoro, questi generi di trauma sono difficili da superare.» Il suo tono alterato mi fa male, scuoto il capo con decisione. «No, ti sbagli! Sono in grado di aiutare, sono forte Matt, so reagire... in un modo supererò anche questo, ma ho bisogno del tuo sostegno, per favore non abbandonarmi!»

«Non è una situazione da sottovalutare, quello che hai subìto è qualcosa che segnano le persone, non ti lascerò mai solo, ti sosterrò sempre, ma devi lasciare che ti aiutiamo, penso che in seguito se la situazione degenererà avrai bisogno di una seduta dallo psicologo.»

«Non mi serve uno psicologo, sto bene, mi basta ricevere l'affetto e il sostegno della famiglia, insieme possiamo superare tutto!»

«L'affetto e il sostegno della famiglia, già... spero che possa essere utile ad aiutarti a superare questo inferno. Ma se avrai bisogno di ulteriore aiuto promettimi che andrai dallo psicologo!» Conclude facendo un sospiro profondo.

Murderer SuspectDonde viven las historias. Descúbrelo ahora