Capitolo 61- 1 parte

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Nathan

Sono tornato da poco a casa e sono seduto a tavola con mio figlio e mia moglie. «Papà, oggi ci sarà la partita di calcio, sono così felice di vederti giocare!» Esclama il piccolo Alex sventolando allegro una bandierina con il logo della polizia di Portland. Si è calato nel cuore del tifo.
«Ah, che dolce, tesoro, dai mangia tutto», gli scompiglio scherzosamente i capelli.
Mi guarda imbronciato posando la bandierina sul tavolo. «Anche tu mangia tutto!» Bofonchia incrociando le braccia al petto, guardandomi accigliato. «Alex, ha ragione, non vuoi digiunare e dimagrire ancora? Basta Nathan, smettila di farti del male e pensa più a te stesso e alla tua salute!» Mi rimprovera severa mia moglie.
Afferro la forchetta e inizio a mangiare il timballo di maccheroni al formaggio. «Oh, Sam, sono squisiti!» Esclamo mangiandoli con gusto e in questo istante sia mia moglie che mio figlio cominciano a pranzare.
Una volta terminato, mi siedo un po' sul divano a guardare la TV, Alex mi dà un bacio sulla guancia. «Vado a fare i compiti, a dopo», e sale al piano superiore.

Resto insieme a mia moglie che è intenta a mettere i piatti e bicchieri nella lavastoviglie e una volta azionato l'elettrodomestico mi raggiunge sedendosi accanto a me sul divano. Noto che stranamente è diventata silenziosa. «Ehi, piccola, tutto bene?» Sussurro mentre in questo istante di sfuggita intravedo il suo sguardo assente. Che le succede? Perché è così silenziosa?

«Sam, per favore piccola, dimmi qualcosa, non startene in silenzio.» In questo istante vedo che guarda la fede al dito con uno sguardo malinconico. Dolcemente le sfioro la mano toccando l'anulare dov'è la sua fede.

«Ti ricordi? Eravamo così felici...» ma ti prometto che torneremo a esserlo, un giorno... Sorrido e le do un bacio tra i capelli.

Samantha continua a restare in silenzio, come se fosse immersa nei suoi pensieri, ha un'espressione triste in volto che mi fa male. In effetti è colpa mia se è infelice.

«Sam, amore mio, ti sto rendendo infelice... insieme a me stai perdendo il sorriso», trattengo le lacrime mentre finalmente mi guarda negli occhi. «Come puoi pensare che io sia infelice insieme a te?» Mi sta per tirare uno schiaffo chiudo gli occhi d'istinto, preparando al contatto e al dolore, ma appoggia la mano alla guancia. «Non dire mai più una cosa del genere, se io ti perdessi morirei, lo vuoi capire che sei la mia vita?!» Quasi urla mentre abbasso lo sguardo, sfiorando con la fronte la sua tempia. «Anche io morirei se ti dovesse succedere qualcosa, ti amo da morire, ti ricordi quando eravamo adolescenti, quando andavamo al liceo insieme? Bei tempi quelli... e quando quella volta che eravamo bambini e giocavamo a rincorrerci nella neve inciampando cadesti tra le mie braccia e ci scambiammo un innocente bacio sulle labbra...» Quei ricordi di spensieratezza mi fanno ancora più male.

«Dio, quanto tempo è passato, ricordo come fosse ieri, eri quel ragazzo dolce, timido e sempre presente... quella volta al ballo di fine anno mi regalasti una rosa rossa. Eravamo innamorati l'uno dell'altra, ma nessuno dei due faceva il primo passo. Poi mi trasferì con i miei genitori all'altro lato della città e lì conobbi Lucas Reed colui che ci separò e che alla fine mi salvasti da lui e da quella vita di sofferenze. Sei il mio angelo custode», mi bacia sulle labbra e in questo istante le asciugo una lacrima scesa sulla sua guancia rosea. «Ecco, io, devo dirti una cosa...» Si blocca mentre torna a evitare il mio sguardo.

«Cosa devi dirmi? Ti ascolto», le accarezzo i capelli. Sfioro con il naso la sua fronte dandole un bacio a fior di labbra. «Sono incinta...» Biascica flebile con lo sguardo fisso davanti a sé.

«C-Cosa hai detto? Sam, oddio sei incinta? Avremo un bambino?» Farfuglio entusiasta sentendo il cuore battere all'impazzata.

«Sì, avremo un bambino...» Sussurra accarezzando il ventre.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now