Capitolo 17

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Matthew

La chiamata in piena notte di mio fratello Caleb, mi ha tolto del tutto il sonno.

Ho lasciato mia moglie Chloe, i miei figli Heather e Jonathan a casa, dormivano e non me la sono sentita di svegliarli.

Adesso eccomi qui, insieme a mio fratello Caleb in ospedale.
Victor ci ha spiegato che mio fratello Nathan per un qualche oscuro motivo è scappato dall'ospedale, e Victor stesso lo ha accolto in casa dopo che lo aveva trovato che vagava in strada in stato confusionale.

Siamo seduti sulla panca della sala d'attesa, gli infermieri stanno visitando mio fratello, non fanno ancora entrare nessuno.

Il ragazzo è seduto accanto alla madre, intravedo che guarda la porta della stanza in cui è mio fratello con un'espressione triste, probabilmente gli si è affezionato dopo che Nathan ha rischiato la vita nel salvarlo, fino a poco fa era così distaccato nei suoi confronti.

«Matthew Dennisov!» Sento chiamarmi, una infermiera dai capelli castani legati a coda di cavallo, e occhi  glauchi mi si avvicina, si aggiusta gli occhiali da vista sul naso. «Possiamo fare entrare solo una persona per volta, devo parlarle in privato, mi segua...» leggo sul cartellino appeso al camice infermiera Grace Hilton.

Entrando nella stanza vedo mio fratello disteso sul letto, il suo viso è rilassato, arrossato specie sulle guance. «Allora cosa deve dirmi! Come sta mio fratello?!» Esigo, alterandomi.

«Si calmi, sono qui proprio per parlare della sua salute, abbiamo fatto delle analisi e nel suo sangue abbiamo riscontrato tracce di droga...» Fa una pausa, scuote la testa in segno di compassione.

«Aveva ripreso momentaneamente i sensi, e si è lamentato di avere dolore nella zona anale...» Un respiro più profondo, per darsi coraggio. «Mi dispiace ma suo fratello è stato violentato!» Le sue iridi diventano acquose.
Se la donna non mi stesse tenendo per un braccio, sono sicuro che crollerei a terra.

Sento il battito cardiaco accelerato, inizio a diventare più pallido di minuto in minuto, le mie gambe iniziano a tremare. Indietreggio e scuoto il capo mentre le lacrime minacciano di inondare le mie guance. Mi riesce difficile anche aprire bocca.

«Cosa? Com'è possibile che quell'orrore sia successo in un ospedale? Nessuno ha visto né sentito nulla? Dove eravate voi mentre mio fratello veniva violentato?! Non c'era nessuno con lui? Lo avete abbandonato e qualcuno è entrato nella sua camera senza essere visto?! No, io vi denuncio!»

La donna abbassa lo sguardo, resta in silenzio. «Mi dispiace molto, io ero andata via, se solo potessi tornare indietro non me ne sarei andata a casa ero stanca… Nathan ha riportato una lesione alla zona anale. L'aggressore purtroppo non ha lasciato traccia di sé forse indossava un profilattico.» 
Il bastardo è furbo, si è premunito a non lasciare traccia del liquido seminale, mi fa rivoltare lo stomaco, vorrei trovarmi quel verme schifoso di fronte, lo uccido, Nathan, stai certo che ti vendicherò!

«Ma è il suo stato mentale che ci preoccupa», la donna prende a sfogliare la cartella, non riesce a sostenere il mio sguardo disperato.
«Credo che debba sottoporsi a sedute di qualche psicologo… il tipo di trauma subìto spesso è difficile superarlo da soli.»
«Ma... se ci riesce, tornerà quello di prima?» Chiedo con un tono di speranza nella voce.

L'infermiera scuote la testa. «Nathan non tornerà mai più come prima, temo. Mi dispiace.»

"È stato violentato!" quelle parole mi rimbombano nella mente, Nathan, mio fratello ha subìto quell'orrore, avrà sofferto così tanto dovendo sopportare ciò che nessuno avrebbe mai dovuto subire.

Murderer SuspectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora