Capitolo 11

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Victor

Nella palestra è piombato un silenzio tombale, mentre fuori nell'istituto continua a svolgersi una sparatoria.

Si sentono molteplici colpi di Kalashnikov, lo capisco dal suono perché ho visto molti film d'azione.

Se il mio udito non mi inganna, provengono dalla nostra classe, Nathan e gli altri staranno bene?
I brutti pensieri affollano la mia mente.

«Devo andare in bagno, è urgente...» Dichiaro mentre la professoressa mi guarda incredula. «Non puoi andare nell'istituto, è pericoloso!» Ribatte contrariata.
«Dovrei farmela addosso?» Sbuffo spazientito uscendo di corsa dalla palestra ignorando i rimproveri dei docenti.

«Victor!», una voce alle mie spalle mi fa trasalire, mi volto e incrocio lo sguardo indagatore di Jake. «Che ci fai qui?» Chiedo indispettito.

«Volevo farti compagnia, la prof mi ha incaricato di poterti accompagnare in bagno...» Enuncia il mio amico.

Incrociando le braccia al petto lo fulmino con sguardo, e senza proferire parola mi avvio all'ingresso dell'istituto.
Entriamo nell'androne e, per la prima volta, proseguendo nel corridoio deserto che era sempre affollato adesso oltre noi non c'è nessuno, c'è un'atmosfera inquietante.

«Victor, oddio, stanno ancora sparando... Cosa sta succedendo?» Sento la voce di Jake incrinarsi, sta tremando. La porta della toilette è di fronte a noi.

«Non dovevi andare in bagno?» Mi chiede Jake scrutandomi.
«Era una scusa, non mi va di starmene in palestra al sicuro con le mani in mano mentre Nathan e gli altri rischiano la vita per proteggerci!» Dichiaro convinto, mentre Jake mi afferra il braccio destro. «Victor, ti prego, non fare cazzate, è una pazzia, sono armati, quelle persone hanno fatto irruzione nella nostra classe, è pericoloso! Vuoi capire che questa è la realtà e non un dannato film d'azione?!»

Mi stringe la presa al braccio, irritato mi divincolo dalla sua presa e corro verso la nostra classe, i colpi di Kalashnikov non si sentono più, ma echeggiano colpi di pistola, forse Nathan e gli altri stanno contrattaccando?

La porta dell'aula è spalancata, e intravedo un uomo con il volto coperto da passamontagna armato con una pistola, in un attimo quest'ultimo mi ha afferrato con un braccio intorno al collo e puntato la pistola alla testa.

Ho creduto di morire, ma l'intervento tempestivo di Nathan ha evitato che l'uomo mi uccidesse ferendolo alla gamba con un colpo di pistola, gli altri agenti lo ammanettano.
Si sentono commenti e applausi, ma in un istante qualcuno mormora. «Morirete tutti!» E subito dopo, Nathan mi afferra tra le sue braccia poi un'esplosione devasta l'aula. Frastornato dal suono dell'esplosione mi trovo Nathan ferito fra le mie braccia. Del sangue gli cola dalla tempia, i suoi occhi azzurri sono semichiusi, sta per perdere i sensi, lo osservo terrorizzato.

«State tutti bene?» Sussurra lui confuso.
«Oddio, Nathan, sei ferito, stai sanguinando, presto un'ambulanza!» Urlo mentre con le mani tremanti gli accarezzo la guancia destra. «Non mollare, per favore, resta sveglio, ti prego, non morire!» Cerco di ottenere la sua attenzione, ma è inutile, Nathan mi guarda mentre il suo sguardo è nel vuoto.
Il cuore mi batte forte nel petto mentre percepisco un sibilo all'orecchio, probabilmente ancora per l'effetto della deflagrazione.

Si sente il suono della sirena dell'ambulanza all'esterno, e dalla finestra vedo i paramedici che trasportano alcune barelle e subito dopo intravedo Matthew e Ronan che gesticolando animatamente proseguono insieme ai paramedici.

Murderer SuspectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora