Capitolo 58

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Nathan

Dedicato a AmelieRossetti Francital hailey_dskwd rosewhitexx_

In ufficio ho avuto un insolito diverbio con Rebecca.
Quella donna afferma di essere una poliziotta e dunque nostra collega, ma in realtà è una psicologa perché ho compreso il suo vero obiettivo: cercare di stringere amicizia con me, e psicanalizzare convincendomi a rivelarle i miei traumi. Ma chi la conosce, è apparsa all'improvviso nella mia vita e vuole che le dica i miei problemi? No, non se ne parla proprio! Dovrà penare per acquistare la mia amicizia purché mi fidi di lei.

Ammetto però che è stato divertente battibeccare specie le mie battute sarcastiche sui suoi capelli che si sono rizzati sulla testa, le ho fatto uno scherzetto innocente ma lei l'ha presa male... È proprio strana!
Dopo che mi ha consegnato il fascicolo riguardo il caso di Allison sono entrato nel mio ufficio e l'ho riposto nel cassetto della scrivania.
Lascio lo studio e avverto dei passi alle mie spalle, spero non sia Rebecca, non ho intenzione di litigare.

«Nathan, aspetta, dove stai andando? Vorrei parlarti», sento la voce di Chloe che mi ferma. «Ehi, Chloe, dimmi pure», accenno camminando al suo fianco.

«Riguarda Jake Blackwood. Dalla sua cella ha chiesto di parlare con te. Vuole incontrarti», dice la bionda con un sorriso.

«Jake, vuole parlarmi, hm... Cosa vorrà dirmi? E come lo avete saputo?»
«Soffiate anonime, scherzo! Adam è andato a trovarlo e Jake gli ha lasciato questo messaggio per te», dice consegnandomi una lettera.

Apro l'epistola e leggo a mente. «Ciao Nathan, perdonami se con te mi sono comportato male, ti ho offeso davanti a tutti in classe. Sono stato un vero stronzo! Sono un cattivo ragazzo e lo ammetto! Spero tanto che tu accetti di incontrarmi in sala colloqui! Perdonami, Jake Blackwood.» Piego la lettera accuratamente e la ripongo nella ventiquattrore.

«Andrò da lui, voglio sapere cosa vuole dirmi, glielo devo!» Affermo con un sorriso dandole una pacca sulla spalla e, frettolosamente, esco dall'edificio.
Subito una folata di vento gelido mi fa rabbrividire, l'aria profuma di pioggia e l'asfalto è ancora bagnato dal breve temporale che si è abbattuto stamattina.

Salgo a bordo della Chevrolet e mettendo in moto mi dirigo alla mia nuova destinazione: Multnomah County Corrections. Mezz'ora dopo parcheggio l'auto di fronte al carcere, scendo e una volta entrato nell'edificio incrocio nel corridoio una guardia, mostro il mio distintivo all' uomo alto e fisico palestrato dai capelli rossi e occhi verdi. Leggo sulla targhetta Jamie Sullivan. «Salve, sono l'agente Nathan Dennisov, devo incontrare il detenuto Jake Blackwood», l'uomo mi saluta con un cenno del capo e subito dopo mi sorride. «Mi segua», proseguo accanto all'uomo nel corridoio e ai piani superiori riesco a intravedere le celle dei detenuti. La stanza dei colloqui è davanti a noi. «Prego, può entrare», aprendo la porta entro: ci sono poche persone oggi in colloquio. Firmo il permesso per l'incontro con il detenuto e lo consegno alla guardia di prima. Mi siedo dietro allo specchio dal quale si nota una stanza e scorgo Jake seduto di fronte a me.

«Ha quindici minuti», avvisa la guardia.
Jake dall'altro lato mi guarda, sorride amareggiato. Noto che sul viso ha un livido violaceo. Sicuramente è stato picchiato in cella. A guardarlo mi fa tenerezza, non ha più quell'aria spavalda, mi sembra un ragazzino impaurito e triste.

Afferra il telefono e in questo istante faccio la stessa azione portandolo all'orecchio. «Ciao, Nathan, non credevo che saresti venuto a trovarmi...» La sua voce trema, sembra ansioso e quasi felice di vedermi?

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now