Capitolo 49

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Victor

Mi sono svegliato con gli occhi arrossati, ho pianto tutta la notte, mi sono addormentato esausto abbracciato al cuscino come se abbracciassi Nathan.

Era venuto fin qui per parlarmi, aveva una voce così triste mentre mi parlava e io cosa ho fatto? L'ho respinto! Gli ho urlato che deve sparire dalla mia vita e lui se n'è andato.

Ho rovinato tutto confidandogli i miei sentimenti che provo nei suoi confronti. Mi sono innamorato di lui dall'istante in cui lo incontrai al parco, il classico colpo di fulmine! È bellissimo, gentile, ma Nathan è sposato e con un figlio. Non ho nessuna chance che possa ricambiare i miei sentimenti.
Mi ha salvato, liberato da una vita di sofferenze e maltrattamenti, finalmente grazie a lui sono libero!
Con la morte del mio patrigno "colui che mi picchiava sempre quando mia madre non era in casa" adesso potrò vivere la mia vita appieno e lo devo soltanto a lui!

Asciugo le lacrime che mi rigano la guancia.
Sono in soggiorno e inizio a fare colazione con yogurt e biscotti e succo di frutta. Sono rimasto solo, i miei genitori non ci sono più e cosa peggiore l'ho allontanato. Mi manca Nathan, Dio, quanto mi mancano i suoi sorrisi, quegli sguardi e i suoi gesti premurosi, quegli abbracci, vorrei fosse qui, poterlo abbracciare e scusarmi con lui per come mi sono comportato.

Ma non è qui, chissà dove sarà adesso, vorrei contattarlo sentire la sua voce, ma non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, dopo ciò che ho fatto dubito che vorrà vedermi!

Scoraggiato accendo la Tv e faccio zapping con il telecomando.
Mi fermo appena vedo un notiziario NBC. Una giornalista bionda e occhi verdi sorride in sovraimpressione: «Arrestato il criminale Marcus Reed. L'agente Nathan Dennisov qui presente ci parlerà dell'arresto!» E, in questo istante, scorgo la figura del poliziotto e il cuore mi batte all'impazzata appena lo vedo inquadrato dalla telecamera.

Il castano ha uno sguardo triste, saluta i telespettatori con un cenno del capo. «Salve a tutti... da dove inizio? Ah, sì, insieme ai miei colleghi siamo riusciti ad arrestare Marcus Reed! Quest'uomo è una nostra vecchia conoscenza, in passato lo arrestammo per i suoi omicidi efferati legati a una setta Satanica...» La telecamera cambia obiettivo e sgrano gli occhi stupito nel riconoscere il dottor Malkovich che ha le manette ai polsi.

Il dottore in realtà è un delinquente? Si era finto un medico per quale motivo? Sul furgone sale anche Jake che volge lo sguardo alla telecamera. «Non è finita, Nathan, mi dispiace, ci saranno altre vittime, un altro serial killer è in libertà riuscirai ad arrestarlo?» Riesco a leggere il labiale.

Un altro serial killer? Ma cosa intende? Jake è l'assassino di Mya Jones, sta forse dicendo la verità che ci sarà un altro omicidio?

«Qual è il reato che ha portato all'arresto di Marcus Reed?» La telecamera inquadra sia la giornalista che Nathan.

La donna avvicina il microfono al castano che assume un'espressione seria. «Violenza sessuale... è un maniaco, un pervertito!» Digrigna i denti furioso.
L'audio viene disattivato e la telecamera inquadra la donna che abbraccia Nathan che si trattiene dal scoppiare a piangere e in questo istante piango anche io insieme alla giornalista.

«Mi dispiace tanto, sarà stato orribile!» La donna singhiozza mentre Nathan annuisce distrattamente il suo sguardo è sempre così triste.
Adesso tutto è più chiaro, Marcus Reed è l'uomo che ha violentato Nathan...

I miei singhiozzi echeggiano nel soggiorno, piangendo a dirotto nel comprendere l'infinito dolore che prova Nathan. Mi mordicchio la pellicina del pollice e l'unghia, lo faccio quando sono in preda a una forte agitazione.
Intravedo che Marcus Reed ha dei tamponi nel naso sanguinante, e dei lividi sulla parte destra del viso. È stato pestato a sangue, sghignazzo divertito immaginando Nathan che lo abbia picchiato per vendicarsi!
Viene scortato da un poliziotto di altezza media dai capelli neri e occhi castani salendo su un furgone della polizia penitenziaria.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now