Capitolo 77

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Matthew

Percorriamo l'intero corridoio piastrellato, fino a raggiungere la porta di metallo che ci divide dalla vittima. Chloe sta analizzando un qualcosa di semiliquido e dall'odore nauseante dentro una delle ciotole di acciaio.

«Chloe, cos'è quella roba che puzza?»

«È solo il contenuto dello stomaco di Ashley. La digestione era appena iniziata, ecco guarda qui.» Indica un pezzo di qualcosa che può assomigliare ad un pezzo di carne galleggiare sulla superficie del liquido giallastro.

«Interessante... mamma mia, ma che schifo!» Commenta Nathan disgustato.

«Sai cos'è questo?»

«Dimmelo, ti prego non sto più nella pelle.» Dice scherzosamente.

«È un pezzo di bistecca.»

«Ma non mi dire!» Esclama con sarcasmo. «Ora, puoi dirci qualcosa di inerente al caso e che possa aiutarci a finirlo?» borbotta a breccia incrociate al petto.

«La vittima aveva ingerito del LORAZEPAM, diciamo che l'ha semplicemente rilassata... È distribuito in compresse da zero cinque o due mg o in endovena. Osservando le braccia direi che l'ha preso per via orale.»

«Analizzerò l'arma del delitto sperando che siano presenti impronte digitali dell'assassino.»

Caleb

Sto analizzando attentamente il fascicolo di un nuovo caso che mi hanno sottoposto, almeno finché lo sguardo non mi cade su di lui. Eccolo, mentre entra nel mio ufficio leggermente in ritardo, cerco il suo sguardo per un ragguaglio sulle indagini. «Ehi, Cal, posso disturbarti un attimo?»

Mi concedo un'altra rapida occhiata nella sua direzione, dato che non ancora mi ha individuato dietro la mia trincea di fascicoli e oggetti vari sparsi sulla scrivania, sempre troppo disordinata.

Ripenso a pochi mesi prima, quando lavoravamo fianco a fianco, prima che gli accadesse quell'orrore ci capivamo con uno sguardo e ci raccontavamo tutto, fidandosi l'uno dell'altro come due migliori amici. Ma è stato proprio questo, la consapevolezza di non essere più solo tali, che mi ha spinto a cambiare. Già io sono cambiato, non lui, che continua a cercarmi.

«Cal!» Mi chiama facendomi sobbalzare. Nathan mi ha trovato, osserva sospettoso i miei movimenti.

«Sì, Nat?» Chiedo distrattamente, mi ricompongo, aspettando nuovi ordini. «Novità sull'arma del delitto?» Domando d'istinto.

«Purtroppo non ci sono tracce che possano condurci all'omicida, probabilmente indossava guanti» Dichiara Nathan spazientito, irritato.

Si siede comodo sulla poltrona di fronte alla mia scrivania, la gamba accavallata sull'altra, tamburella le dita sul bracciolo, mi guarda e sorride. «Stavo pensando... che sarebbe il caso di andare a trovare Alexander in carcere, non so te, ma sospetto che sia complice di Marcus Reed. Se lo interrogheremo magari potrebbe darci qualche informazione utile», comunica assottigliando lo sguardo.

«Potrebbe essere, bravo Nathan, ipotesi interessante!» Riferisco rifilandogli un sorriso.

«Bene, io e Chloe andremo da Alexander, ti farò sapere se ci saranno novità», conclude congedandosi uscendo dall'ufficio. Avverto i suoi passi allontanarsi, sospiro riprendendo a sfogliare i fascicoli.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now