Capitolo 33

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Victor
Soundtrack consigliata durante la lettura: Akira Yamaoka - Silent Hill 1 (Opening theme)⏭️


Sono a scuola, ma ho solo un pensiero fisso nella mente, uccidere Nathan!
L'odio accresce sempre più, e quando suona la campanella di fine lezione, scatto in avanti e avanzo ignorando Jake e i miei compagni, correndo nel corridoio evitando gruppi di studenti, esco dall'edificio prendo un pullman e torno a casa.

Mi preparo un toast con formaggio filante e prosciutto cotto, guardo il notiziario NBC alla TV.

In sovraimpressione scorre un testo: «L'agente Ronan O' Connor è stato assassinato nei pressi del Pioneer Courthouse Square con due colpi di pistola al petto, il suo assassino è ancora in libertà, i funerali si svolgeranno alle 04:30 pomeridiane al Multnomah Park Cemetery, la polizia indaga.»

Dunque la mia vendetta sarà servita mi presenterò al funerale di mio padre, Nathan morirai per mano mia! Sogghignando malevolo, mi intrattengo a giocare ai videogiochi finché mi accorgo che sono già le 04:10 spengo la Ps5 e mi avvio alla mia destinazione.
Salgo su un pullman dove scendo nei pressi del Multnomah Park Cemetery.
Avanzo oltrepassando il cancello del cimitero.

Sento il parroco che inizia il salmo. «Siamo qui riuniti per dare l'ultimo addio a Ronan O'Connor, agente di polizia, amico, fratello morto a 38 anni assassinato da un criminale ancora in libertà. Che Dio accolga la sua anima.» In questo istante guardo quella bara con uno sguardo assente. Mi dispiace papà, non ho avuto la possibilità di conoscerti, mi mancherai tanto, riposa in pace. Addio!

Il vento mi scompiglia i capelli, una folata trascina via delle foglie ingiallite mentre alcune di esse scricchiolano sotto i miei piedi.

I raggi del sole filtrano dalle insenature degli alberi che mossi dal vento assumono un aspetto spettrale. Dei brividi di freddo corrono lungo la schiena quando vicino a una lapide mi sembra di intravedere una figura, mio padre Ronan, in piedi che mi saluta, cazzo è il suo fantasma?!

Mio padre sparisce nel nulla in un cumulo di nebbia.
È assurdo, adesso vedo anche i fantasmi!

«Victor, guarda, c'è l'uomo che odi profondamente, uccidilo!» La voce malevola nella mia testa ripete quelle frasi come un mantra. Avanzo decido verso quella folla di persone radunate vicino alla bara che viene issata e depositata nella fossa mentre viene sepolta dalla terra. Nathan è lì, lo sguardo basso e assente, mentre la moglie gli tiene la mano.

Odialo! Tuo padre è morto per colpa sua, se lo avesse salvato lui sarebbe ancora vivo, uccidilo, uccidilo! La voce dal nulla mi tormenta. Serro i pugni lungo i fianchi. Ti odio Nathan, non sei riuscito a impedire la morte dei miei genitori, uccidendoti sarà come vendicare la loro morte!

Come in trance guardo il castano con uno sguardo furioso lo chiamo e, in questo preciso istante gli punto contro la pistola, intravedo il suo sguardo stupito mentre alza le mani in alto e senza proferire parola premo il grilletto il suono dello sparo eccheggia nell'aria la canna della pistola ancora fumante, vedo Nathan crollare all'indietro tra le braccia di sua moglie. L'ho ucciso! Ho vendicato mio padre! Percepisco come se tutto il mondo fosse immerso in un immenso acquario.

Vedo ciò che mi circonda come avvolto in una nebbiolina acquosa, in cui le cose oscillano e, si avvicinano e si allontanano, roteando vorticosamente.

Luci abbaglianti ondeggiano davanti a me, vedo figure muoversi e sento voci lontane che urlano, una specie di eco.

Ma sono persone? Mi chiedo mentre barcollando, cerco di andare avanti, verso di loro, ma urto continuamente contro qualcosa che mi sembra un muro.

«Butta quella pistola!» Ordina una voce, ma io la sento appena, lontana e confusa.

«Gettala a terra e allontanati da lui!» Ripete ancora la voce, stavolta più vicina e più dura.

Istintivamente apro la mano sinistra e sento un fioco rumore metallico, come di qualcosa che cade a terra.

«Mani sulla testa e in ginocchio!» Urla ancora la voce, ma io non capisco cosa vuole... Chi sia, cosa devo fare?

Poi mi sento improvvisamente afferrare da mani forti e buttare a terra a pancia in giù; mani che mi spingono con la guancia a terra.

Finalmente la vista inizia a schiarirsi... e quello che vedo mi trascina nell'incubo.

«No!» Urlo con quanto fiato ho in corpo, ma l'urlo mi esce strozzato.

Accanto a me, in una pozza di sangue, il corpo immobile di Nathan.

Cosa cazzo ho fatto? L'ho ucciso? Ho ucciso Nathan, no, no per favore, questo è un incubo, vi prego svegliatemi!

Il cuore mi batte forte nel petto, vorrei urlare ma dalle mie labbra esce un grido strozzato. «Hai ucciso Nathan, un innocente è morto per colpa tua!» La voce nella mia testa come un mantra si prende beffe di me.
In un attimo di lucidità mentale mi rendo conto dell'orribile gesto commesso. Calde lacrime scendono dai miei occhi solcando le guance.
«Victor, sei in arresto per tentato omicidio nei confronti di un agente di polizia, hai il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di te in tribunale. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio!»

Nathan è morto, gli ho strappato la vita in un istante, perché l'ho fatto?! No, non posso credere che non rivedrò più il suo sorriso. Non sentirò più la sua voce, non sarò più rimproverato da lui per una bravata... Non mi guarderà più con quello sguardo dolce. È morto ed è colpa mia! Vorrei che fosse tutto un sogno, un incubo e quando mi sveglierò lui fosse qui accanto a me. Ma cosa sto dicendo? L'ho ucciso, gli ho sparato un colpo di pistola in pieno petto! Perché non sono riuscito a fermarmi? Perché cazzo ho premuto quel maledetto grilletto? Era meglio se mi fossi sparato un colpo di pistola alla tempia, almeno in questo modo, raggiungevo i miei genitori e Nathan fosse ancora vivo! Perdonami, ti prego, per favore da lassù non odiarmi io non volevo!

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now