Capitolo 23

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Matthew
Dedicato a hailey_dskwd e rosewhitexx_


Ho denunciato l'infermiera Grace Hillton del reparto fisioterapia. Ho il sospetto che quella donna stia mentendo e che sia immischiata in questa brutta e sporca storia. Quanta omertà c'è in questo mondo.

La notizia inaspettata della morte del nostro collega Ronan mi ha sconvolto.
Ho ancora impresso davanti agli occhi lo sguardo assente di Nathan mentre era in stato confusionale.
Il nostro collega è stato ucciso, non c'è più. Nathan è entrato nel bagno e non vedendolo tornare mi sono preoccupato, l'ho seguito fino in bagno. Sento i suoi singhiozzi, sta piangendo mi avvicino alla porta e busso. Nessuna risposta, istintivamente, tocco la maniglia per aprire la porta che non si apre, è bloccata dall'interno. L'ansia mi assale e il pensiero di Nathan che possa fare qualche sciocchezza mi assilla.

«Nathan, stai bene? Cazzo, apri questa maledetta porta! Nathan!» Urlo furioso sbattendo i palmi contro essa.

Sento il suono dello sblocco del lucchetto, apro la porta e mi trovo di fronte un Nathan con il volto pallido, lo sguardo assente.

Lo sostengo tra le mie braccia evitando che cada facendosi male.
«Nathan, ehi, oddio! Apri gli occhi! Forza, ti scongiuro!» Cerco di farlo rinsavire, ma niente.
Mi trovo nell'anti bagno con mio fratello svenuto tra le braccia.

Perché sta andando tutto in malora? Nathan che viene violentato, il suo stupratore è ancora libero. Ronan che viene ucciso. Dov'è andata quella vita di serenità? Nathan, per favore svegliati, mi stai spaventando! Con le mani tremanti cerco di svegliarlo colpendolo sulle guance con qualche schiaffetto.
Muove lentamente le palpebre e le dita della mano. Sospiro risollevato vedendolo aprire gli occhi. Incrocio il suo sguardo confuso. «Cosa è successo? Che ci facciamo stesi sul pavimento, non ricordo nulla!» Mi guarda con uno sguardo da cucciolo che mi fa male.

«Sei svenuto. Hai avuto un malore, come ti senti?» Gli tendo la mano che stringe riconoscente, lo aiuto ad alzarsi. «Vai a casa Nathan, ti contatto domani, resto io e Caleb per l'esito dell'autopsia su Ronan, sei in grado di guidare? Vuoi che ti accompagni?» Mi preoccupo per il suo stato mentale e fisico, sembra provato.

«Non ho bisogno di dormire, vorrei vedere Ronan...» Serra i pugni lungo i fianchi, lo sguardo fisso sul pavimento. «Non credo che tu sia in grado di vedere il suo cadavere, sei scioccato, non vederlo. Torna a casa.» Cerco di dissuaderlo nel desistere a fare visita al nostro collega in obitorio.

«Ce la faccio, Matt, non sono un peso... Non preoccuparti, sto bene, sono forte, non mi piego davanti a niente, e questo dovresti saperlo, no?» Ribatte con un sorriso che sa di menzogna.

«Va bene, ma se avrai un crollo emotivo come la mettiamo? Riuscirai a uscirne indenne da tutto questa merda?!» Sento le lacrime agli occhi ma non posso cedere o finirò per sprofondare con Nathan.

«Sto bene! Allora, andiamo?» Domanda, incrociando le braccia al petto, per poi avanzare verso l'uscita.

A malincuore lo seguo fino all'obitorio. Nathan è fermo davanti alla porta. Titubante mi guarda e infine con un profondo respiro apre la porta ed entra.

Ronan è steso sul letto operatorio, pallido e il suo corpo è seminudo coperto dalla vite da un lenzuolo. Chloe, mia moglie che è in squadra con noi come patologa, il suo sguardo si alterna da me a Nathan. «Matt, Nathan, eccovi... Ronan è stato ucciso da colpi di pistola una Beretta 92.» Spiega mesta.  Noto i fori sul petto dell'uomo e mi sale un conato di vomito, non so come riesco a non vomitare.

Nathan a passi lenti si avvicina al corpo del collega, le sue ginocchia toccano il pavimento. «Ronan, amico mio, mi mancherai... ti prometto che troveremo il bastardo che ha osato strapparti via da noi, ti vendicheremo, puoi stare certo! Mi dispiace tanto non sono riuscito a salvarti. Perdonami!» Non riesco a vederlo in viso perché è di spalle, ma sono certo che sta piangendo.

«Eri uno di noi, un amico, un fratello, e adesso non ci sei più, è tutta colpa mia!» Mi spezza il cuore vederlo così, con la testa china sul petto del collega morto.
Chloe mi guarda con gli occhi azzurri pieni di lacrime e mi incita con lo sguardo a cercare di confortarlo.

Come posso fare? Cosa cazzo posso fare per lui? È distrutto, e io non so cosa fare, non sono bravo in queste cose, Nathan invece sa essere forte e confortare gli altri. Io, invece sono un codardo!

Mio fratello si alza in piedi, accarezza la pallida guancia dell'uomo senza vita, e i suoi occhi guardano me, poi si sgranano dallo stupore nel vedere Victor entrare dalla porta. «Tu, stai lontano da mio padre! È morto per colpa tua, non sei nemmeno capace di salvare un amico, ti odio!» Si scaglia contro mio fratello con violenza.
Nathan è lì fermo con lo sguardo basso.
Afferro per le braccia il ragazzo prima che possa alzargli le mani addosso. «Lasciami, Matt, Nathan, maledetto! Ti odio!» Sentendo quelle parole velenose contro mio fratello stringo la presa. «Victor, stai zitto! Nathan non ha nessuna colpa hai capito? Ha cercato in tutti i modi di salvare Ronan! Voleva salvarlo, cazzo! Perché così tanto disprezzo nei suoi confronti? Mio fratello non merita che lo tratti da merda! Lo hai solo illuso, si è affezionato a te lo sai, e tu lo tratti così?» Sbotto mentre lo colpisco con uno schiaffo in pieno viso.

«Toglimi le mani di dosso!» Mi lancia uno sguardo irato per poi uscire dall'obitorio.

Mio fratello è rimasto impietrito, lo sguardo basso nel vuoto mentre un lieve sorriso gli solca il viso. «Ehi, stai bene, sei esausto, perché non torni a casa?» Chloe gli appoggia la mano sulla spalla e lo abbraccia cercando di confortarlo. «Sto benissimo, non preoccuparti, sì, vado a casa che sono molto stanco», noto il suo sorriso, anzi è più un ghigno inquietante, mi passa accanto, istintivamente lo afferro per un braccio, fermandolo. «Vuoi che ti accompagni?»

«Grazie, ma non ne ho bisogno, Matt, sto bene! Ho bisogno di restare da solo, andrò a casa e riposerò non preoccupatevi.» Riferisce liberandosi dalla mia presa per poi uscire dall'obitorio.

Ho paura che possa fare qualche sciocchezza, mentre istintivamente esco di corsa dalla camera mortuaria.

In lontananza nel corridoio intravedo la sagoma di Nathan correre verso l'uscita, lo rincorro ma non riesco a raggiungerlo quando esco dall'ospedale, lui, non c'è più, ho perso le sue tracce.

Cazzo, dannazione!

Affondo la mano nella tasca del cappotto e afferro il cellulare, contatto Nathan, mio fratello risponde dopo pochi squilli. «Ehi, Matt», sento voci, musica assordante come se fosse in un locale notturno.

«Dove cazzo sei? Avevi detto che andavi a casa! Vengo a prenderti, aspettami, dove sei?»

«Matt, non ho bisogno che tu mi faccia da sorvegliante, ho solo avuto voglia di qualche bicchiere di Whisky, non preoccuparti, sono in un locale Shake bar, tra poco torno a casa.» Mentre la sua voce è impastata probabilmente è sbronzo.

Povero Nathan, sta soffrendo così tanto da soffocare il dolore nell'alcol, non deve farsi del male!

«Sto arrivando, aspettami, venti minuti e sarò lì!»

«Matt, non ce n'è bisogno, davvero io sto bene, ho solo bisogno di svagarmi.» Lo sento parlare con qualcuno sembra che sia in compagnia e l'alcol inizia a fare effetto perché lo sento ridacchiare.

«Chi c'è con te? Nathan, rispondi!»
«Matt, stai calmo, non gridare, ho un mal di testa tremendo, c'è il dottor Malkovich... mi ha detto che mi accompagnerà lui.»
«D'accordo, io sto arrivando credo che ci vediamo a casa tua, devo parlarti.»
Lo sento sghignazzare. «D'accordo, Matt a dopo, dottore... mi scusi allora mi può accompagnare a casa?» Sento la voce dell'uomo. «Oh! Certamente, non sei in grado di guidare in questo stato, sei sbronzo! Tuo fratello può stare tranquillo sei in buone mani, ti porterò a casa sano e salvo!» Poi la chiamata viene interrotta.

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