Capitolo 57

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Rebecca

Stamattina l'auto non partiva, mi ha costretta ad andare a lavoro in taxi. Appena scesa dalla vettura, nonostante i forti odori di cibo dello street food intorno a me, il profumo della pioggia mi investe in pieno.

Pago, con gentilezza il tassista, e mi incammino verso il marciapiede davanti. Le porte di vetro del grande palazzo del distretto di polizia si spalancano ed entro frettolosamente.

Il vociare di chi incontro, mi accompagna per un tratto. Prima che trovi un ascensore disponibile. Premo il bottone ed attendo qualche minuto. Fino a che le porte scorrevoli si aprono, mostrando la sezione che cerco: Omicidi - F.B.I.

Attraverso la porta di vetro, noto una persona a me conosciuta.

Da quanto tempo non ci vediamo? Mi chiedo mentre entro, e la donna bionda, si volta quando le tocco appena la spalla. Mi guarda, prima di spalancare gli occhi e sorridere apertamente.

«Rebecca! Finalmente sei arrivata!»
«Ciao, Chloe!» Le sorrido, prima di finire stritolata nel suo abbraccio.

«Dio, quanto sono contenta di vederti. Sono passati, quanti anni?» Sciolgo l'abbraccio e la guardo nuovamente. «Credo che tu voglia incontrare una persona, giusto?» Mi sorride, e con nonchalance mi accompagna fino a una porta con la targhetta: Nathan Dennisov.

Bussa contro la porta di legno, prima di entrare. «Nathan...»
«Oh, ciao, Chloe, dimmi!» Sento la voce pacata del castano.
«C'è qualcuno per te», spiega la mia collega.
«Quando arriva Matthew, mandalo subito qui», dice, non avendo sentito ciò che gli ha detto Chloe.

Ma quando lei si scosta, facendomi entrare, il castano resta stupito, le sopracciglia incurvate e rialzate, la pelle sotto il sopracciglio stirata, due rughe orizzontali sulla fronte, sulle sue labbra rosee un timido sorriso. «Eh, sei tu, Rebecca?»

«Ciao, Nathan, sono contenta di rivederti!»
In questo istante Chloe ci lascia soli. «Cosa ci fai qui?» Mi chiede una volta l'uno di fronte all'altra, seduti sulle poltrone a distanziarci la scrivania. «Visto che siamo colleghi... direi di conoscerci meglio... non hai fatto altro che evitarmi, ti sto antipatica per caso?» Mentre mi passo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Nathan abbassa mestamente lo sguardo. «Ti ho evitata perché in verità somigli alla mia ex fidanzata!» Risponde mentre il suo tono diventa triste.

Incredula lo guardo, aggiustando gli occhiali sul naso. «Ah, mi dispiace... vi siete lasciati, dunque», mentre in questo istante intravedo la fede al dito. È sposato. Che sfortuna!

L'uomo ha sempre lo sguardo basso, evita di guardarmi negli occhi. «Sì, ci siamo lasciati, è trascorso molto tempo... e ormai, Jasmine, appartiene al passato.» Sorride vagamente, mentre torna a giocherellare con la penna stilo.

Lo osservo, colpita dall'eleganza e dal portamento.
Mi sembra di vedere il mare ed il cielo, uniti all'orizzonte, quando noto i suoi occhi azzurri. Penetranti, seducenti. Di quelli che ti colpiscono all'istante!

«Nathan?» Lo guardo, mentre mi riprendo in fretta. «Tutto bene? Sembra che qualcosa ti turba!» Domando cercando di carpire qualche informazione utile per aiutarlo a sbloccarsi, intuisco in lui insicurezza.

«Ah, sto bene, non è niente...» Risponde, guardando il fascicolo blu che ha davanti sulla scrivania. «Bene, se non hai altro da dire... vorrei tornare al mio lavoro "noioso".» Mi sorride e io ricambio. «Ah, dunque ti occupi delle scartoffie... in effetti è "noioso"...» Ci scambiamo uno sguardo d'intesa per poi ridere insieme.
Intravedo che il suo sorriso viene subito sostituito da un'espressione triste. «Un tempo ero un grande detective, ma adesso non più. Ero felice, avevo un lavoro che amavo, una carriera brillante davanti...» Il suo sguardo si perde nel vuoto.
Quest'uomo ha subìto un grave trauma, Chloe non me ne ha parlato apertamente, ma mi ha fatto presente "sta affrontando un periodo difficile, ha subìto un terribile trauma che è difficile da superare."

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now