Capitolo 44

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Nathan

Dedicato a AmelieRossetti Francital@ hailey_dskwd rosewhitexx_

Canzone consigliata durante la lettura: No Easy Way Out Survivor. ⏭️


Appena ho visto i giornalisti appostati fuori casa nostra, che cercavano con insistenza di estorcere da me delle informazioni riguardo quella maledetta sera in cui sono stato violentato, mi sono sentito offeso, umiliato. Ho perso definitivamente il controllo e sono uscito di casa, ho urlato contro i giornalisti di andarsene affanculo invece di importunarmi, e a denti stretti, mi sono fatto spazio con spallate ho raggiunto la mia auto.
Salito a bordo mi sono messo a guidare eccomi qui che corro per le strade buie senza una meta prestabilita. «Maledetti, che siate maledetti tutti, nemmeno un po' di rispetto nei miei confronti, cazzo! Siete dei meschini!» Quella giornalista da strapazzo mi ha ingannato. Ha reso pubblica la notizia del mio stupro nonostante le avessi detto di cancellare la registrazione. Adesso sarò in onda sui notiziari.
Ho deciso voglio sporgere denuncia contro la giornalista Norah Hall! Mi dirigo alla stazione di polizia. Entro nell'edificio e mi avvio immediatamente all'ufficio di mio padre, busso alla porta ed entrando lo vedo intento a trafficare con le scartoffie, come al solito, non si è ancora degnato di alzare lo sguardo dai fascicoli. «Ho bisogno di parlarti... voglio sporgere denuncia contro Nora Hall, la giornalista che ha pubblicato in onda il video dell'intervista riguardante il mio stupro!» Sbotto concitato mentre appoggio i palmi sulla scrivania e lo fulmino con lo sguardo.

«Ah, Nathan, sei tu, dunque vuoi denunciarla?» Mi guarda perplesso, le sopracciglia aggrottate.

«Ha commesso un reato per violazione della privacy, non può uscirne impunità!» Sbraito irritato, con le braccia incrociate al petto.

Mio padre si avvicina le mani alla testa, sospira e infine mi consegna un modulo che compilo e conservo in un plico e glielo consegno.

Ho richiesto il risarcimento dei danni per la violazione della privacy, una multa di ventimila dollari. «Direi che qui non ho nient'altro da fare, ci vediamo.» Esco dall'ufficio e lascio la stazione di polizia.

Torno a bordo della mia auto e, in questo istante,
il mio cellulare inizia a squillare. «Chi è adesso? Dannazione!» Battendo irato i palmi sul volante.
Il panico prende il sopravvento e sto iniziando a sudare, tremare e sentire il respiro affannoso. «Maledizione! Merda, merda, cazzo! Devo calmarmi, Nathan, calmati, inspira e espira!» Mentre cerco di respirare piano.
Sul display leggo chiamata Victor. «Nathan, dove sei?!»
Piango, tremo e singhiozzo. «Victor, non urlare, per favore, non ce la faccio più, non lo so dove sono. Mi sono allontanato senza accorgermene. Mi sento male! Per favore aiutami, non riesco a respirare!»

Mi tengo la testa tra le mani e affondo le dita nelle ciocche digrigno i denti furioso. «Nathan, è un attacco di panico, stai calmo! Va tutto bene, resta in ascolto e fa ciò che ti dico. Pensa a qualcosa di bello!»

«È più facile a dirsi che a farsi, Vic! Non riesco a pensare a nulla di bello, vedo tutto nero! Mi sembra di sprofondare in un oblio, a volte mi chiedo perché mi sono salvato in quell'attentato? Se fossi morto almeno non avrei subìto quell'orrore!» Urlando, sbatto i pugni sul volante.
«Nathan, per favore adesso devi calmarti! Dove diavolo sei? Guardati intorno e dimmi cosa vedi!»

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now