Capitolo 81

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Nathan

Le nostre volanti avanzano lungo la carreggiata sotto la pioggia battente, dirette all'ospedale psichiatrico. La città è completamente desolata, oltre noi nessuna anima viva. Evitando i gruppi di quelle creature simili a umani dalla pelle cadaverica raggiungiamo la nostra meta, l'ospedale psichiatrico si staglia davanti a noi.

Taranis, accanto a me mi guarda con le orecchie dritte, gli lascio una carezza sulla testa e scendo dalla vettura con il mio fidato amico quattro zampe al seguito. «Matt, Caleb, venite con me, daremo un'occhiata in giro», ordino, lentamente attraversando il cancello. Guardando nell'auto della polizia più vicina a me, mi accorgo che mancano tutte le armi. Nel grande cortile non c'è né sangue né corpi. Lentamente mi dirigo verso le due grandi porte d'ingresso, il cappotto e la camicia inzuppata dalla pioggia. Aprendo completamente le doppie porte vengo investito da un forte odore ferroso che mi provoca il voltastomaco, la vista rende debole le ginocchia.

Molti cadaveri di pazienti e personale sono distesi sul pavimento della sala d'attesa. Panche allineate ogni lato delle pareti con tavolini sparsi insieme alle panche. Con in mano libri intrisi di sangue... una pianta al centro della stanza per aggiungere un po' di vita in contrasto con ciò che c'è davanti a noi. Chi può aver fatto questo?

All'improvviso un forte rumore mi fa sussultare, proviene dalla stanza più a destra della reception. Con la pistola sguainata mi dirigo lentamente verso la stanza.

Appoggiato alla parete c'è l'unico sopravvissuto della strage. A giudicare dai suoi vestiti è uno dei medici di questo ospedale. Un badge con la scritta Marcelo Gutierrez.

L'uomo dai capelli brizzolati stempiato e barba sale e pepe sulla cinquantina di anni è in stato confusionale. «Non può essere reale... è impossibile, quei mostri!»

«C'è un sopravvissuto qui!» Esprimo richiamando l'attenzione dei miei colleghi entrano nella stanza e mi inginocchio accanto al Dottore.

«È ferito? Che cosa è successo qui?» La mia domanda resta senza risposta. Solo poche parole sono sfuggite dalle labbra dell'uomo.

«Mi scusi, sono un detective, mi può dire dove si trova la stanza numero 305 dov'è il paziente Caleb Dennisov?» Domando pacato guardando l'uomo negli occhi.
Lui, di rimando mi osserva aggrottando la fronte, annuendo debolmente. «Prenda l'ascensore in sala d'attesa. La stanza numero 305? È al terzo piano, in fondo a destra!» Borbotta l'uomo ancora sotto shock.

Matthew e Caleb ispezionano la stanza.
«Ragazzi voi restate qui, io vado a cercare il nonno, se succede qualcosa vi contatto con il cercapersone, occupatevi del dottore, d'accordo?» Mentre mi alzo in piedi e guardo i miei fratelli che annuiscono mentre passo accanto a loro, ignorando i cadaveri sul pavimento trattenendo il fiato per raggiungo l'ascensore. Taranis mi si è avvicinato abbaiando. «Ehi, cucciolone, buono, cosa c'è? Non dovevi restare con gli altri?» Lo rimprovero scherzoso dandogli una carezza sulla testa. Con l'altra mano digito il pulsante e le porte della cabina si spalancano stridendo. Entrando nell'ascensore premo il pulsante terzo piano e le porte si chiudo alle mie spalle e iniziamo a salire.

Nonno sto arrivando, resisti.
Improvvisamente avverto una voce maschile. «Sei davvero sicuro di andare fino in fondo? Il futuro potrebbe non piacerti, Nathan!»
Ignorando quell'eco maligno.
Zitto! Devo trovare mio nonno e torneremo a casa.

«Sei ancora in tempo...»
Ogni residuo di luce svanisce improvvisamente e... una sirena, in lontananza.
Sembra una sirena antica, quella che veniva usata nel periodo di guerra, per segnalare alla gente l'avvento dei bombardamenti aerei.
Il suono dalle orecchie è assordante, avverto Taranis accanto a me che abbaia ringhiando.
Come mai era diventato tutto così buio, in così poco tempo?
L'ascensore si ferma e le porte si spalancano stridendo.

Murderer SuspectHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin