Capitolo 29

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Nathan

Sono entrato nella camera degli ospiti, Victor si è addormentato. Quel ragazzo mi ispira una infinita tenerezza, mi rattrista sapere che adesso è rimasto orfano di entrambi i genitori. È maggiorenne, indipendente, ma credo che il trauma che ha subìto difficilmente riuscirà a superarlo da solo. 

Samantha è fuori dalla porta, guardando il ragazzo dormiente ho intravisto le sue labbra tremare in un labbruccio come se stia per piangere nel sonno. Istintivamente cerco di tranquillizzarlo con una carezza sulla testa, lasciandogli un delicato bacio sulla guancia augurandogli la buonanotte e, nel mentre mi allontano, lo sento sussurrare nel sonno un 'buonanotte Nathan' che mi commuove! 

Mi sarebbe piaciuto parlare un po', ma preferisco lasciarlo dormire, è esausto. Victor per me è quel figlio che il destino ci ha sempre negato di avere dopo che nacque Alex, Samantha ha dei problemi di sterilità e non potremo più avere figli, questo disse la sua ginecologa. Chissà se potremo mai assaporare la gioia di un altro figlio, vorrei tanto poterlo tenere in braccio, ma forse sto chiedendo troppo, forse devo rassegnarmi come disse mia moglie.

Mi volto un'ultima volta a guardare il corvino sul letto e poi esco dalla camera chiudendo lentamente la porta alle mie spalle. 

Il piccolo Alex esce dalla sua stanza; ha un'aria assonnata e con una mano sorregge in braccio il suo peluche di panda e con l'altra si strofina gli occhi. «Papà!» Mi guarda con uno sguardo dolce per poi abbracciarmi. «Avevo fatto un brutto sogno, mi sono svegliato e volevo vedere che eri qui... e che non te ne eri andato via.» Si è aggrappato al lembo dei miei pantaloni. «Ehi, pulcino era solo un brutto sogno il tuo papà non se ne andrà via, stai tranquillo, adesso da bravo torna a dormire» Lo prendo in braccio. Samantha sorride dolcemente entrando nella nostra camera da letto.

«Papà, ti voglio tanto bene!» 

«Anche io piccolo.» Sbadiglio esausto, una volta messo a letto mio figlio. «Sei tanto stanco, papà, riposa bene! Notte.» Dandomi un abbraccio caloroso. Gli poggio una mano sulla testa e gli arruffo la chioma castana. «Adesso dormi, piccolo è tardi, domani inizia un'altra giornata impegnativa. Buonanotte.» Lo copro con la coperta e lui si gira su un lato con la testa sul cuscino e con il panda tra le braccia, si addormenta sereno. 

Lentamente esco dalla stanza e raggiungo Samantha nella nostra camera. Vedo la sua figura nel letto, la lampada accesa sul comodino illumina la sua sagoma sinuosa.

Mi avvicino e mi siedo sul letto, lentamente mi intrufolo sotto le coperte accanto a mia moglie che è intenta a leggere un libro nonostante siano le 04:05 di notte!

Conoscendola vuole parlare. «Sam, cosa c'è? Perché sei ancora sveglia? È tardi, dormi.» Mentre mi giro dall'altro lato. 

«Dobbiamo parlare, perché non vuoi che ti tocchi? Ho notato che tremavi, avevo voglia di te e invece sembrava che non volevi che ti toccassi... come se mi respingessi. C'è qualcosa che non va? Parlami!» 

Cosa diavolo le dico adesso? Sono stanco e non mi va di parlare dei miei problemi che sono stato violentato, non ce la faccio proprio! Non voglio ricordare quei momenti dolorosi, non voglio che mia moglie sappia la verità ne rimarrebbe scioccata, ha già sofferto in passato e non voglio che soffra nel venire a conoscenza del mio oscuro segreto. 

Mi volto verso di lei e allungo una mano e le accarezzo i capelli. «Sam, per favore, non assillarmi, sto bene, sono ancora scioccato per ciò che è successo.» Confesso con le lacrime agli occhi e in parte è vero sono scioccato perché sto accumulando troppe emozioni forti e negative. «Sono successe tante cose tutte insieme, sono tanto stanco, dormiamo per favore.» Vorrei di nuovo la mia vita di un tempo! 

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