Capitolo 40 -1 parte

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Nathan
"Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere." - Jim Morrison.

«Ho visto il video in cui sei protagonista di un film erotico con un uomo!» Quelle frasi sussurrate da Jake in un modo provocatorio mi hanno sconvolto a tal punto da farmi venire un collasso.

L'uomo che mi ha violentato... ha anche filmato tutto, no, ti prego, se questo video viene reso pubblico non riuscirei a sopportare l'umiliazione! Tutti saprebbero ciò che mi è successo, perché così tanta crudeltà? Cosa ho fatto io per meritarmi tutto questo dolore? Perché! Perché?!

Ho lasciato la classe dei miei studenti abbozzando un sorriso falso per nascondere il mio vero stato d'animo, mi sento come se stessi sprofondando in un oblio senza fondo sempre più in basso.

La mia vita, così si può dire, è diventata una lotta estenuante di sopravvivenza, di bugie dette per nascondere lo schifo che ho subìto!
Sono fuori al cortile della scuola, fumo una sigaretta, la verità è che detesto non avere controllo sul mio corpo. Odio fumare, mi fa sentire debole. In passato non ero affatto un accanito fumatore. Amavo fumare una sigaretta quando ero stressato per un caso difficile, avevo bisogno di rilassarmi, ma adesso è diverso, e le sigarette sono diventate una specie di dipendenza, non cadrò mai nella dipendenza da sostanze stupefacenti, ma almeno il fumo mi aiuta un po' a lenire le mie sofferenze.

Sono appoggiato alla mia auto, con la sigaretta tra le labbra e faccio un altro tiro, guardando le mie scarpe lucide nere. Ripenso a Jake, al suo sorriso malizioso e quel dito medio, mi ha offeso davanti a tutti e avverto una rabbia smisurata, avrei voluto rompergli quella faccia da stronzo che si ritrova. «Nathan?» Sento una mano posarsi sulla mia spalla, sussulto intimorito, lasciando cadere la sigaretta dalle dita e la spengo con un piede.

Mi volto e vedo Victor. Il ragazzo mi tiene una mano sulla spalla. «Nathan, tutto bene? Hai un'espressione così triste!» Mi guarda abbassando lo sguardo.

«Sì, sto bene... ero solo sovrappensiero!» Mi sforzo di sorridere, assottiglio gli occhi barcollando per un capogiro e mi allontano, sentendo la testa leggera e la vista confusa come se vedessi doppio. «Ma dove stai andando?» Chiede Victor mentre mi avvicino alla mia auto e in questo istante vedo il ragazzo salire al lato passeggero!
«A casa... Non fare troppe domande, per favore... la testa mi scoppia.» Avvio il  motore e ci allontaniamo. «Cosa ti ha detto Jake da devastarti in quel modo?» Il ragazzo inizia a fare domande scomode. «Niente, Victor, sono cose che non posso dirti... va bene? Smettila di interessarti a me, ti ho detto che è meglio per te che mi lasci perdere, mi devi dimenticare se non vuoi soffrire!» Tamburellando le dita sul volante in preda a un attacco di nevrosi, sto piangendo. «Perché vuoi che mi allontani da te? Non capisco, io non voglio dimenticarti!» Lo dice con un tono adirato. Svolto a destra e accelerando pigio il freno e mi fermo al semaforo rosso.

«Ti chiudi sempre a riccio... perché fai così? Mi dispiace vederti sempre triste, per favore dimmi cos'è che ti turba a tal punto da soffrire in questo modo? Credi che io sia stupido e che non me ne accorga del tuo malessere?» Inizio a tremare perché Victor alza la voce e la testa mi gira di nuovo.

Reprimo l'istinto di fare uno scatto e dare un pugno nel parabrezza, urlare contro il ragazzo.
Tamburello le dita sul volante in preda alla nevrosi, osservo stizzito il semaforo, scatta il verde sospiro accelerando continuo a guidare. «Ti ho chiesto di dirmi cosa c'è che non va! Dio, quando fai così ti detesto!» Continua imperterrito.

«Che vuoi che ti dica? Non c'è bisogno che ti preoccupi per me! Victor sto bene, è solamente stress!» ribatto sbuffando spazientito.
Mi limito a fermare l'auto fuori alla nostra abitazione. E, scendendo con Victor, apro la porta d'ingresso con le chiavi.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now