Capitolo 84

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Canzone consigliata durante la lettura: 10th Man Down - Nightwish ▶️

Nathan

La stanza è silenziosa, totalmente scura se fatta eccezione per una lamina di luce che sembra provenire da sotto a una porta.
Mi fa male la testa, ogni osso del corpo come se mi fossi improvvisamente preso una brutta influenza.
Sono confuso, spaventato, ma non solo.

Mi sforzo di tenere gli occhi aperti, cercando di mettere a fuoco ciò che mi circonda. «Dove sono?» L'uomo con il volto coperto da un passamontagna mi lancia una rapida occhiata. Sono legato ad una sedia e sto già escogitando un piano di fuga. Mi ero già trovato in una situazione del genere con Jasmine, ma c'è qualcosa di strano.
«Allora, Nathan, hai riposato bene?» Dice con tono sarcastico l'uomo. «Chi sei? Cosa vuoi da me?» Cerco risposte e le avrei ottenute in un modo o nell'altro. Si sfila dal viso il passamontagna, mi trovo faccia a faccia con colui che mi ha stuprato.
«Oh, oh, guarda un po' chi abbiamo qui. Nathan, il mio sbirro preferito, comunque dolcezza, le domande le faccio io!»

La sensazione di sangue bagnato che si mescola a quello secco sul lato della testa mi fa rabbrividire debolmente, un leggero brivido alla tempia quando una brezza passa attraverso una finestra vicina. Un forte odore di rame pervade la stanza...

So che il futuro che mi aspetta sarebbe finito in questa casa.
Arriveranno tra venti minuti.
Il tempo necessario al serial killer di uccidermi, con qualche minuto di avanzo. Ma io non sono fortunato, e conoscevo alla perfezione cosa faceva alle sue vittime.
Venti minuti di vita... certo che in questa vita sarei potuto vivere più a lungo, o avere meno sfortuna!
Riesco solo a pensare, e non ho neanche la forza di sbattere gli occhi, che, aperti, cominciano lentamente a bruciare.

Il respiro mi si blocca dolorosamente nel petto, una foschia confusa su tutto mentre deglutisco pesantemente. La mia mente tenta di comprimere il flusso di pensieri che scorre a casaccio attraverso il mio cervello affaticato.
Un conto alla rovescia scorre nella mia memoria, un'improvvisa sensazione di urgenza che fa scattare il mio battito cardiaco troppo lento.

I polsi bruciano mentre tiro contro i suoi vincoli. Ho bisogno di scappare, ho bisogno di fermarli.
Le lacrime si formano ai bordi dei miei occhi mentre ondate di disperazione avvolgono qualsiasi sensazione fisica di dolore. Tuttavia, i tentativi di alzare la testa si scontrano con muscoli deboli troppo stanchi per muovermi ancora.
Sgrano gli occhi appena la vista ritorna graduale, di fronte a me: legato polsi e caviglie, c'è Victor che piange e singhiozza.

«Maledetto bastardo! Liberalo, lascialo stare!» Grido mostrando i denti furioso. «Nathan, non ti è bastato la lezione, vuoi il resto?» Ridacchia l'uomo ironico con sulle labbra un sorriso sadico.
I suoni di una risata, una tosse agitata e un ringhio arrabbiato diffondono calore dalla punta delle dita, attraverso le mie braccia.

Sento Victor mugugnare, piange e trema impaurito.
Delle mani mi afferrano da dietro, e avverto delle labbra umide lasciare avidi baci all'incavo del collo che mi provocano ribrezzo.
«Nathan, non vuoi che Ramon ammazzi il ragazzo, vero?» La voce di Marcus mi provoca disgusto.

Con la forza evocata dal profondo del mio essere, forzo le mie pesanti palpebre a restare aperte. Mi ostino ad alzare la testa. Raddrizzo la schiena contro la sedia a cui sono legato, al diavolo i muscoli doloranti, sono debole e tremo leggermente, ma alimento la voglia di combattere.

Mi prendo alcuni secondi per respirare attraverso la nausea che si accumula alla bocca dello stomaco. Avverto delle braccia che mi afferrano con forza facendomi cadere dalla sedia, impatto con le ginocchia sul parquet, i capelli davanti al viso. Questa non sarà la fine, anzi non sarà la fine che voglio.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now