Capitolo 34

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Nathan
Canzone consigliata durante la lettura: Awake and Alive - Skillet⏭️

Le foglie degli alberi di cipressi si muovono al vento c'è un profumo di incenso. Poco distante da noi una bara e, intorno a essa i nostri colleghi: Jason, Adam, Chloe, Caleb e mio fratello Matthew, mamma e papà e il parroco.

«Salve...» Dico mentre avanzo e le gambe mi tremano nel vedere quella bara.

Ci abbracciamo in silenzio, strette di mano, lacrime e tristezza sui nostri volti.

Il parroco inizia il salmo. «Cari fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per dare l'ultimo addio a Ronan O'Connor, agente di polizia, amico, fratello, morto a 38 anni, assassinato da un criminale ancora in libertà. Che Dio, accolga la sua anima in pace.» In questo istante faccio il segno della croce e le lacrime sgorgano dal mio viso quando adagio i fiori sulla bara.
Mi dispiace amico mio, perdonami, mi mancherai tanto, riposa in pace, prometto di prendermi cura di tuo figlio Victor.

Sento le gambe non reggermi, e in questo istante la mano di Samantha, stringe saldamente la mia infondendo la forza per non lasciarmi sopraffare e crollare in ginocchio. Le lacrime rigano la mia guancia. Perché, Ronan? Ci hai lasciati soli, mi manchi già! non riesco a fermare le lacrime.
Davanti agli occhi mi scorrono le immagini del passato: i ricordi trascorsi insieme a Ronan, le litigate, le risate... le uscite tra amici e poi... il suo corpo senza vita tra le mie braccia, le mie mani sporche del suo sangue.

Matthew, Chloe, Caleb mi abbracciano cercando di confortarmi, quegli abbracci mi fanno ancora più male.
La bara viene issata e deposta nella fossa e sepolta dalla terra. Intravedo una sagoma di un ragazzo tra le lapidi avvicinarsi a passo spedito. Riconosco in quel ragazzo Victor.
È a pochi metri di distanza, mi guarda con disprezzo, sfila una pistola e la punta contro di me ad altezza d'uomo. «Nathan!» Il suo sguardo è carico di odio.
«Oddio, è armato!» Sento un brusio di voci concitate confuse. Alzo le mani in alto. Il ragazzo preme il grilletto spara un colpo che mi colpisce in pieno petto, il colpo è così violento che vengo sbalzato all'indietro crollo a terra tra le braccia di Samantha che sottoshock si inginocchia accanto a me. «Amore, oddio, Nathan?!» Sento il respiro che si mozza nel petto dalla compressione.
«Sto bene, tranquilla, non sono ferito!» Biascico ansante ancora dolorante per il contraccolpo.
Vedo mia moglie che tasta il mio torace, sgrana gli occhi sorpresa nel non vedere nessuna ferita! La mia camicia ha un bel foro all'altezza del cuore, il giubbotto antiproiettile mi ha salvato!

Intorno a noi scoppia il panico generale, il ragazzo è steso a faccia in giù, immobilizzato e ammanettato da Matthew, che irato lo solleva dal suolo e strattona.
«Victor!» Lo chiamo e lui punta lo sguardo nella mia direzione; incrocio il suo stupito e colmo di odio, serra la mascella, noto un particolare che stona sta piangendo?

Sulla mie labbra si va a formarsi un ghigno. Ti ho fregato, teppistello!

Vedo il ragazzo salire a bordo della BMW di Matthew, seduto al sedile anteriore, Caleb accanto a sorvegliare il ragazzo. Victor si volta a guardare dal finestrino e incrocio il suo sguardo confuso, triste.

«Nathan, amore, che spavento!» Samantha mi raggiunge, e in questo istante raccolgo il cappello che mi era caduto.

«Cosa gli è preso a Victor? È impazzito?» Samantha mi afferra una mano stringendola. Sembrava come se non fosse più lui.

Credevo che mi volesse bene... sembrava davvero che provasse affetto nei miei confronti, invece...
Forse è bipolare? Non capisco prima tenta di uccidermi, poi piange, mi odia, quel ragazzo è più problematico di quanto pensassi.

Non so perché ma non riesco a odiarlo, dopo che ha cercato di uccidermi lo dovrei disprezzare, ma non ci riesco, mi fa pena quello sguardo triste, provo un enorme senso di rabbia, ma non arrivo a odiarlo.

Seguo con lo sguardo l'auto allontanarsi dalla mia visuale.
Mio padre mi guarda da lontano, è fermo vicino alla sua auto mentre mia madre occupa il lato passeggero. Resto deluso nel vedere mio padre salire in auto senza nemmeno abbracciarmi.

È così scostante, non mi guarda più negli occhi, mi rivolge a stento la parola. Perché leggo nei suoi occhi un infinito odio ogni qualvolta che incrocio il suo sguardo?
In fondo c'è mancato poco che me ne andassi all'aldilà se non fossi stato scaltro a evitare la mia morte indossando il giubbotto antiproiettile!
Lo vedo salutarmi con un mezzo sorriso, e subito dopo salire a bordo della sua auto ed allontanarsi. Perché non parliamo più come un tempo? Adesso c'è sempre quella freddezza a separarci.

Mia moglie mi abbraccia forte a sé. «Ho temuto di perderti! Non farmi prendere mai più uno spavento del genere!» Mentre mi dà dei fiacchi pugni sul torace.

«Ehi, mi dispiace, non ho avuto il tempo e modo di poterti avvisare di questo avvenimento... l'avevo predetto in una visione, e per organizzare il piano mi sono dimenticato di dirtelo, scusa!» Faccio spallucce.

Samantha sorride dolcemente. «Non importa, mi basta averti accanto! Sei scosso, andiamo a casa?»

«Scusa, amore, vorrei andare in caserma e interrogare Victor, ti accompagno?»

Stiamo per raggiungere la nostra auto. Samantha mi sorride. «No, tranquillo, prendo un taxi, ci vediamo dopo!» E con un bacio fugace sulle labbra si allontana, ferma il taxi salendo a bordo, mi saluta e mi lascia in strada.

Mi gratto la nuca confuso, salgo in auto, avvio il motore e mi accingo a raggiungere la stazione di polizia.

Durante il tragitto non faccio altro che pensare a quegli occhi glaciali di Victor che mi fissavano malevoli mentre mi puntava la pistola contro, sembrava quasi come ipnotizzato.

Perché quel gesto? Voleva uccidermi... Non capisco, ci dovrà essere una spiegazione logica dietro tutto questo! Spero che quando me lo troverò faccia a faccia nella sala interrogatori scoprirò la verità!

Accelero sfrecciando sull'asfalto e, in una decina di minuti raggiungo la stazione di polizia, intravedo Matthew che sta scortando il ragazzo all'interno dell'edificio. Scendo dalla vettura e mi incammino raggiungendo l'entrata.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now