Capitolo 37

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Victor

Mi sembra di essermi appena svegliato da un incubo, ero posseduto da un Demone! Con le mie stesse mani serrate intorno al collo di Nathan, stavo per ucciderlo. Dio, è stato orribile! Non riuscivo a reagire! Quelle immagini mi tormentano ancora adesso, mentre vedo, Nathan, svenuto sul divano e Megan che gli pulisce la ferita alla tempia. «Come sta?» Chiedo ansioso guardando l'uomo disteso immobile sul divano. «La ferita alla tempia non è grave, ha solo bisogno di riposo è molto stanco.» Sospira asciugandosi una lacrima.

Nathan dorme profondamente, schiude le labbra ed emette degli sbuffi, il suo torace si abbassa e alza a intervalli regolari.
Gli accarezzo i capelli, scostando una ciocca color cioccolato dal viso. Sei esausto, riposa bene.

Megan mi sorride. «Gli vuoi bene, vero? Intravedo una forte affinità tra voi, in fondo come non affezionarsi a Nathan?»

«È vero! Ha delle doti che lo rendono speciale!» Lo guardo e sorrido, ma presto il mio sorriso si spegne nel vederlo agitarsi. «No, fermati, non toccarmi!» La sua testa si muove a destra e sinistra mentre si agita come un forsennato. Lo tengo fermo per le braccia, evitando che possa ferirsi. «Nathan, ehi, è un brutto sogno, stai calmo!» Mentre Megan gli accarezza il viso.

Sgrana gli occhi sconvolta. «Cosa succede?»
Apre gli occhi e, incrocio il suo sguardo confuso, la fronte sudata e ansante. «Avevi fatto un brutto sogno, va tutto bene. Come ti senti?»

«Sto bene, era solo un incubo...» La sua voce è un sussurro, si passa una mano sul viso. Megan nota che sto lievemente sanguinando al palmo della mano e, subito mi disinfetta e fascia la ferita con una benda dal kit del pronto soccorso. «Va meglio?» Chiede scrutandomi con i suoi occhi castani.

«Sì, grazie!»
«Bene, visto che si è concluso tutto per il meglio... direi che possiamo tornare a casa.» Nathan con un sorriso.
«D'accordo, grazie di tutto Megan!» La salutiamo con un abbraccio e insieme a Nathan salgo in auto.

È sera, il castano è alla guida, mentre occupo il sedile passeggero accanto a lui, sono immerso nei miei pensieri.

Ripenso allo sguardo terrorizzato di Nathan, quando poco fa si è svegliato di soprassalto, cos'era quell'incubo?
Vorrei che mi parlasse dei suoi problemi, di questo incubo, che si fidasse di me!

«Nathan, vuoi parlarmi del tuo incubo? Eri terrorizzato, cosa ti è successo?» Solo adesso ho il coraggio di posare il mio sguardo sull'uomo alla guida.
I suoi occhi azzurri sono persi nel vuoto, la mascella contratta, un rivolo di sudore gli cola dalla fronte, deglutisce, il suo pomo d'Adamo si alza e abbassa veloce, serra la presa sul volante. «Non mi va di parlarne, per favore, Victor, non insistere, ho un gran mal di testa... oh, cazzo, no!» In questo istante frena bruscamente. «No, non di nuovo! Per favore, basta la testa mi scoppia!» l'auto è ferma vicino a una zona di un parcheggio. «Cos'hai? Per favore calmati!»

«Ho avuto una visione...» Risponde ansante con gli occhi spalancati. Il suo cellulare inizia a squillare, lo afferra e con la mano tremante fissa il display illuminato, avvicina lo smartphone all'orecchio. «Matt, che succede? Cosa?! D'accordo, accompagno Victor a casa, e vi raggiungo!» Farfuglia concitato riattaccando.
«Cos'è successo? Sembri sconvolto, Nathan, mi stai ascoltando?» Domando preoccupato.
«Era una chiamata di emergenza...» Scatta in avanti battendo i palmi sul volante. «Dannazzione! Victor, per favore non insistere con le tue domande, sono "problematico" ed è meglio che la nostra amicizia finisca qui, se non vuoi soffrire, sei ancora in tempo! Scendi da questa auto e dimenticami Lo dice con un'espressione cupa, i suoi occhi fissi nei miei, le iridi azzurre acquose, sta trattenendo le lacrime.

«No, non ti lascio solo, Nathan credo che non sei in grado di guidare da solo, potresti rischiare di fare un'incidente!» Singhiozzo.
Scuote la testa mettendo in moto l'auto, serra la mascella e stringe il volante nelle mani così forte che vedo sbiancare le sue nocche.

«Si può sapere cos'è successo? Quella chiamata ti ha sconvolto!» Cerco di farlo parlare.
Sospira, abbassando mestamente lo sguardo. «È stata trovata morta una ragazza nei pressi dell'Università che frequenti.»

«Cosa? Oddio, è terribile!» Sgrano gli occhi allibito coprendo la bocca con la mano.
«Già, e non sono riuscito a evitare che venisse uccisa!»
«Smettila di incolparti inutilmente, Nathan la colpa è dell'assassino!» Urlo disperato stufo di vederlo soffrire.
«Lo so, ma... non riesco a darmi pace! Ho avuto quelle visioni della sua morte da settimane, ma non l'ho salvata, capisci?» La sua voce è appena un sussurro.

«Siamo arrivati, vai...» L'auto è ferma fuori casa sua.
A malincuore scendo dalla vettura e lo vedo ripartire di corsa sgommando sull'asfalto.
A testa bassa suono al campanello.
La moglie di Nathan, Samantha, apre la porta. «Victor? Che ci fai tu qui, e dov'è Nathan?» Mentre mi scruta invasiva dandomi uno schiaffo in pieno volto. «Hai cercato di uccidere mio marito!» digrigna i denti irata.

«Mi dispiace, la prego, mi lasci spiegare!» Indietreggiando impaurito, tento di farla ragionare.
«D'accordo, dammi almeno una spiegazione plausibile!» Mi accoglie in casa, incrocio il suo sguardo confuso. «Nathan mi ha accompagnato... ha ricevuto una chiamata d'emergenza, ed è andato via di fretta... non mi ha dato nemmeno il tempo di salutarlo», esalo sedendomi sul divano. «Ero posseduto da un demone. Asmodeo mi ha costretto a tentare di uccidere Nathan! Lui insieme a Megan hanno eseguito un rituale di esorcismo, adesso sono libero dalla possessione lo devo solo a Nathan che ha lottato contro di lui!» Confesso tenendomi la testa tra le mani scoppiando a piangere.

«Cosa? Oddio Santo! Non posso crederci!» Mi abbraccia e in questo istante  Alex entra in soggiorno e nel vedermi piangere mi si avvicina. «Victor, che ci fai qui? E perché papà non è con te? Dov'è andato, e perché stai piangendo?» Mi guarda mentre ha uno sguardo triste, somiglia così tanto a Nathan.

Cosa posso dirgli?

«Va tutto bene piccolo, il tuo papà ha avuto una chiamata d'emergenza ed è dovuto andare dai suoi colleghi, tornerà appena si libera dall'impegno.» Gli accarezzo il viso e mi sorride.

Murderer SuspectWhere stories live. Discover now