25.Cain

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Si sente di merda.

Sa che è questo il motivo per cui ha deciso di rinunciare agli incontri sul ring, ma ogni volta che si trova a smaltire i sintomi di un trauma cranico si ripete che è l'ultima volta.

Qualunque lottatore sa bene che ripetuti traumi cranici e ferite alla testa sono la causa alla base della encefalopatia traumatica cronica (ETC ), una malattia neuro degenerativa della classe delle tau patie tra le quali Alzheimer e Parkinson sono le rappresentanti più conosciute.

Patologie caratterizzate dalla deposizione in sede cerebrale di proteina tau, che si aggrega in ammassi in grado di danneggiare i neuroni portandoli alla morte. La ETC non sfugge a questo meccanismo: la morte neuronale porta il cervello ad una progressiva atrofia dei lobi, con netta riduzione di volume della corteccia e dilatazione dei ventricoli cerebrali che portano a una degenerazione progressiva delle funzioni cognitive.

La patologia si presenta attorno ai 40–50 anni, esito di traumi ripetuti per decine d'anni, manifestandosi dapprima con sintomatologia lieve come mal di testa e difficoltà di concentrazione, alterazioni della memoria a breve termine, depressione, irascibilità... per poi evolvere progressivamente in gravi deficit mnemonici, linguistici, motori ed esecutivi, fino alla demenza vera e propria con totale perdita della autonomia.

Dati i fattori scatenanti della patologia, tutte le attività in grado di causare traumi ripetuti alla testa sono da considerare fattori di rischio: sport di contatto quali football, hockey, rugby, arti marziali, boxe e tutti gli sport di combattimento.

Sa bene che nessun medico è in grado di prevedere se e quando subirà questa patologia ed in che grado : dipende da tanti fattori. Per quanti anni ha fatto MMA? Quante volte ha subito un KO particolarmente violento? A che livelli ha combattuto?

Certo è che secondo alcuni medici che lavorano per l'UFC, un professionista che combatte un match di MMA va incontro a lesioni paragonabili a quelle di un incidente stradale, motivo per cui raramente un pro combatte più di 3/4 volte in un anno. E nonostante questo parlando di PROFESSIONISTI un fighter su quattro rischia di andare incontro a traumi al proprio cervello nel corso della carriera.

Quando ha letto queste statistiche ha capito che era arrivato il momento di trovare uno sbocco alternativo. Sa bene che il fattore più importante è la quantità di incontri affrontati sul ring e l'età a cui li hai combattuti: un esempio lampante è Gary Goodridge, uno sfortunato combattente pro che ha militato anche in UFC.

Gary decise di ritirarsi a circa 40 anni ma dopo aver vinto quello che doveva essere il suo match di addio, decise di rimanere nel giro. Perse sette match di fila, quattro dei quali segnati da tremendi KO. Pochi anni dopo il ritiro definitivo iniziò a soffrire di demenza pugilistica. Perdita di memoria a breve termine, sbalzi di umore, problemi di concentrazione: l'incubo di ogni fighter.

Un altro fighter che avrebbe forse potuto risparmiarsi lesioni cerebrali è la legenda Ken Shamrok che continuò a combattere fino a circa 50 anni: l'uomo ha dichiarato che gli incontri gli hanno lasciato diverse lesioni non meglio specificate al cervello che gli rendono la vita a dir poco complicata.

Il fatto inoltre che tanti fighter affrontino durante la loro carriera un taglio del peso spesso fatto male, riducendo la quantità di acqua nel loro corpo prima di un incontro, rende tutto molto pericoloso. Infatti, il liquor che protegge il cervello dagli urti diventa meno efficace quando il corpo è disidratato rendendo i danni al cervello molto più probabili e frequenti.

Sa bene che un professionista che non cura a dovere la sua salute durante una lunga carriera nelle MMA rischia di soffrire di Parkinson, demenza pugilistica ed altre condizioni molto variabili tra loro che spaziano da semplice perdita di memoria a lungo termine fino a problemi di equilibrio, nel parlare, sintomi si paranoia, depressione e sbalzi di umore causate da danni cerebrali che dipendono molto dall'entità e dal numero delle lesioni subite nel tempo. Per questo ha sempre trattato il suo fisico con assoluto rispetto, ma non è sufficiente.

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