111.Ginger

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Si sente un po' ridicola a vestirsi così alle cinque di pomeriggio, ma non può certo tornare a casa con la maglietta di Cain e basta. Indossa frettolosamente la biancheria ed i vestiti della sera prima, Rosa deve averli lavati e stirati la mattina, mentre lei dormiva. Si guarda allo specchio... oddio! 

Un conto è vestirsi così per andare al locale la sera, un altro è  tornare a casa in metropolitana come una piccola lolita alle cinque di pomeriggio. Aggiusta la maglietta facendo il nodo ma lasciando la pancia coperta e dà una sistemata alla criniera leonina che senza poter usare il suo balsamo è ormai decisamente fuori controllo, poi scende le scale per raggiungere Cain che è rimasto in giardino a lavorare sotto al gazebo. 

C'è una giornata stupenda e la villa deserta è un autentico paradiso di silenzio e tranquillità. Si sentono solo le onde del mare che s'infrangono sugli scogli ed i versi degli uccelli che volano sopra le loro teste. La vita reale sembra lontana e  Cain  si comporta come il ragazzo della porta accanto, facendole dimenticare che  loro due si sono incontrati per uno strano scherzo del destino deciso, inspiegabilmente, ad ingarbugliare le care e  far collidere due mondi altrimenti lontani mille miglia tra loro.

E' tutto così assurdo da sembrare irreale.

Ore prima, quando finalmente sono riusciti ad alzarsi dal letto entrambi affamanti , l'ha convinta  a  pranzare con lui con la scusa che  Rosa aveva preparato la colazione e sarebbe stato un vero peccato non approfittarne. Lei lo ha seguito, pensando di mangiare qualcosa di veloce in cucina e  poi andare a casa e levare il disturbo.

Mai avrebbe creduto di trovare imbandito, fuori, in un angolo di paradiso fiorito vicino alla piscina, un piccolo banchetto. Tra divani morbidi e bianchi, amache sospese, mobili di legno chiaro e cibi di tutti i tipi, lei e Cain hanno mangiato un po' di tutto, per poi restare a chiacchierare cullati dalla brezza leggera e dal rumore del mare. Seduti uno accanto all'altra, inconsapevoli delle ore che passavano lente, hanno riso e  parlato di mille argomenti, avvicinandosi sempre di più, fino a quando lei ha finito per addormentarsi appoggiata alla sua spalla.

Si è svegliata solo poco prima, con ancora la maglietta di Cain addosso, sdraiata su uno di quei morbidi divani bianchi, mentre lui  lavorava  sul suo portatile, sdraiato sul divano accanto.  Per un attimo ha desiderato che quella fosse davvero la sua vita, lì con lui e tutto le è sembrato così assolutamente perfetto da metterle quasi paura.  Si è alzata di scatto facendolo sobbalzare, determinata ad andare a casa.

E ora eccola lì, vestita e pronta ad andarsene davvero, dopo una parentesi di felicità durata quasi 24 ore. 

Come ci si congeda dalla felicità? 

Raggiunge Cain sotto al gazebo, dove lui è rimasto a lavorare mentre lei è scappata per  recuperare il suo travestimento della sera prima. Ora che lo indossa chissà perchè non si sente affatto a suo agio, si sente  impacciata, un'impostora.

'Sono le cinque passate...  non mi ero accorta che fosse così tardi,  è meglio che levi il disturbo.'

Cain alza lo sguardo, finisce di digitare sui tasti e poi abbassa lo schermo del portatile, dedicandole tutta la sua attenzione.

'Perchè?'

Lei non sà cosa rispondere. 

Perchè è così che si fa? 

Tutti sanno che quando si finisce a letto con qualcuno la mattina dopo è meglio togliere il disturbo alla velocità della luce. Considerato che sono le cinque passate lei ha sforato decisamente già di parecchio. 

Cain approfitta della sua perplessità per farle un domanda più facile.

'A che ora devi essere al locale stasera?'

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora