162. Cain

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Quando apre gli occhi si accorge subito dalla luce che ha dormito parecchio, deve essere stata la pasticca magica che gli ha dato Yuri a metterlo ko per parecchie ore. Meglio così, aveva bisogno di un po' di  riposo. 

Fà per mettersi seduto ma si accorge  anche che c'è qualcun' altro a letto con lui, qualcuno con una impressionante chioma di capelli rossi , decisamente poco vestito e con due occhi verde giada che lo fissano ansiosi, nonostante la bocca piegata all'insù.

'Buongiorno, finalmente! Come ti senti?'

Fissa quel volto. 

Sforzandosi di capire che accidenti ci faccia una donna nel suo letto. 

Non gli piace avere donne sconosciute per casa e gli piace ancora meno non ricordarsi di come diavolo  ci siano finite. Yuri è l'unica persona di cui si ricordi dalla sera prima. Dopo quell'accidenti di rissa fuori dal locale di Dillon e quei 5 deficienti che hanno cercato di aggredirlo, l'hanno portato in ospedale per accertamenti. 

Yuri era lì ad aspettarlo, non sà bene come ci sia arrivato, probabilmente Dillon ha avvertito Jeff quando ha capito che le cose si stavano mettendo male? 

Non ne ha idea.... Si fà un appunto mentale: è meglio che lo chiami e si faccia raccontare esattamente come sono andate le cose.

'Cain, stai bene?'

Quella rossa  continua a fissarlo e il suo sguardo da ansioso stà diventando preoccupato.  L'ultima cosa di cui ha bisogno è una scenata isterica in camera sua e anche se  non ha idea di chi diavolo sia, si chiede cosa sia meglio fare. Ridotto com'è vuole solo pace e tranquillità.

Prende ancora un po' di tempo per decidere come approcciarla. Guarda quel volto interessante, il fisico che intravede di sfuggita, no,  non è affatto male. 

Anche se decisamente non è il suo tipo.

Le sorride per indorare la pillola, sà che a nessuna donna piace essere rifiutata, ma il tono è fermo e definitivo mentre scende dal letto e si avvia verso il bagno senza curarsi di quello sguardo che si sente addosso.

'Non benissimo zucchero, ieri ho avuto una serata decisamente complicata come puoi vedere dalla mia faccia. Quindi gradirei un po' di privacy, ti dispiace? Prendi le tue cose, lasciami il tuo numero sul comodino ed esci.  Ti richiamo  se e quando riesco. Non  voglio trovarti ancora qui quando finisco la doccia, ok?'

Attraversa la cabina armadio e si chiude la porta del bagno alle spalle.

Si ferma davanti allo specchio, che cazzo, sembra che la sera prima abbia disputato un incontro sul ring. Ha un cerotto sul naso rotto ed il livido sta cominciando ad espandersi violaceo sotto gli occhi. Per non parlare delle braccia e gli addominali, quei coglioni hanno usato una spranga di metallo... che gli dice la testa alla gente, si può sapere?  

Se volevano il suo portafoglio bastava dirlo... non si ricorda  come siano andate le cose. Sà che deve chiamare Dillon, ci sono dei vuoti , forse lui può aiutarlo a fare un po' di chiarezza.

Apre l'acqua della doccia e si lascia massaggiare i muscoli indolenziti dai vari getti. Vuole parlare con Rosa appena esce dal bagno, non è concepibile che faccia entrare donne in casa sua, non senza chiederglielo prima. Ci sono delle tipe davvero schizzate in giro e la sua casa è uno spazio sacro. Che cazzo gli è preso!

Si lava i capelli ed il corpo e  dopo essersi rilassato a lungo sotto quei getti favolosi chiude l'acqua e si avvolge in un morbido accappatoio di spugna.

Anche se allo specchio vede lo stesso volto tumefatto di poco prima, si sente rigenerato. Asciuga i capelli con un telo e si ferma nella cabina armadi per indossare biancheria pulita, pantaloni della tuta e maglietta. Quando fà per tornare in camera si blocca sulla soglia.

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora