137. Ginger

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Non sà bene cosa stia facendo nè se davvero sarà in grado di gestire la situazione.

Cain è una montagna di muscoli dotata di energia inesauribile, mentre lei a mala pena può sostenere mezz'ora di corsa. E' ben consapevole del fatto che la maggior parte delle volte, si trattenga con lei  e il giorno prima, quando si è lasciato andare in quella vasca da bagno.. dio.. ha provato sensazioni che non aveva mai neanche immaginato possibili, ma mentre Cain sarebbe potuto andare avanti ad oltranza lei a un certo punto è praticamente svenuta dalla stanchezza.

E' quindi più che consapevole che non sia alla sua portata e probabilmente, l'idea  di farla riposare, sfiancandosi in palestra può essere davvero la migliore strategia in questa fase del loro rapporto, ma svegliarsi di nuovo sola,  in quel letto vuoto no, non le è piaciuto affatto.

Da sola, in quella stanza stupenda affacciata sul mare, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era come sarebbe stato avere le sue mani addosso,  quelle braccia colorate attorno, sentirlo strusciarsi eccitato e pronto contro di lei.  Più i minuti passavano, più non riusciva a pensare ad altro. Per un attimo ha anche pensato di risolvere la situazione da sola, ma con un'avventatezza  che non le appartiene , ha deciso di andare a cercarlo in palestra.

E adesso, eccola lì.

Chiusa con lui dentro uno spogliatoio, l'aria elettrica, come prima di un temporale. Guarda quel corpo sudato che le torreggia di fronte, l'espressione seria di quegli occhi di ghiaccio che la fissano facendola quasi rimpiangere la decisione presa.

Cain le domanda brusco.

'Sai che non puoi andare in giro così, vero?'

Lei ribatte a tono, cercando di nascondere l'incertezza ed apparire determinata.

'Non voglio continuare a svegliarmi da sola ogni mattina, invece che con te.'

Lui appoggia le mani sulla porta imprigionandola. La fissa, severo, la sua voce è talmente roca da sembrare quasi un rantolo.

'O così o col mio cazzo tra le gambe, Lilith, non ci sono alternative'.

Lo guarda inquieta, non riesce a credere che abbia detto davvero una cosa del genere. Stringe le gambe senza neanche rendersene conto, è  eccitata come non le capitava da non sà quanto e spaventata allo stesso tempo, cerca di nasconderlo mentre lui prosegue.

'Non è un problema per me ammazzarmi di fatica in palestra, ci sono abituato, ma restare a letto accanto a te e non poterti toccare, credimi, non ne sono capace.'

Allunga la mano, è una reazione istintiva che compie senza neanche rendersene conto. Sfiora la maglietta sudata di Cain e poi scende, fino a raggiungere l'elastico dei pantaloncini senza riuscire a fermarsi. 

Lo desidera. 

Vuole che la prenda, adesso, e non le importa delle conseguenze. E' come un'illuminazione, se la scelta è tra averlo oppure no sà che non ci sono alternative.

Mormora piano.

'Allora scelgo la seconda opzione.' 

E poi gli s'incolla addosso e lo bacia, facendo scorrere il palmo decisa sul suo membro. Ha bisogno di toccarlo, ha bisogna di sentire che la desidera anche lui così come lo desidera lei. Geme quando  il peso di quel corpo possente la spinge contro la porta, ma vuole di più.

Lo bacia come pensava non avrebbe mai più baciato,  come se anche solo l'idea di staccarsi da quella bocca fosse dolorosa, muove la mano lungo l'erezione poderosa che sente crescere, vuole farlo eccitare, di più. Ha bisogno di sentirselo dentro, adesso, subito, non può aspettare. Gli si aggrappa addosso e quando lui l'afferra per le cosce con entrambe le mani, le apre e le si posizione tra le gambe vorrebbe urlare di soddisfazione.  Adora sentire il suo peso, adora il modo in cui  le si struscia contro, il suo odore, il suo sapore, ma non è abbastanza. Le mani di Cain  le stringono forte le cosce, mentre la muovono deciso contro il suo bacino, ma non è questo che brama, desidera che  le sfili le mutandine e che la prenda,  come il giorno prima, adesso, subito. Vuole sentirlo nudo, senza barriere, dentro di lei. Senza controllo.

Fuoco e fiammeWhere stories live. Discover now