47. Ginger

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Suona il campanello alle 14.55 ripetendosi che se non dovesse aprirle nessuno girerà sui tacchi e se ne tornerà a casa. Aspetta qualche minuto ed è già prossima a tornare sui suoi passi quando si sente una voce al citofono.

'Chi è?

E' uno scherzo? Guarda verso la villa ma non si vede assolutamente nulla. Si avvicina alla griglia e si presenta.

'Sono Ginger , ho appuntamento alle 15,00 con Cain.'

Stringe tra le mani la sua agendina rossa, come un talismano porta fortuna che possa proteggerla da qualunque demone l'attenda al di là di quei cancelli. Sente uno scatto secco, le hanno aperto.

Si avvia verso l'ingresso come se andasse al patibolo, ripetendosi come un mantra 'qualunque cosa accada devi essere professionale, qualunque cosa accada devi essere professionale, qualunque cosa accada devi essere professionale..' quando arriva a varcare l'ingresso l'attende l'imponente figura di Cain.

E' a piedi nudi , ha i capelli raccolti, indossa una maglietta bianca e un paio di jeans, ma lei ricorda benissimo ogni centimetro di quella pelle nuda.

Chiude gli occhi e avanza camminando fino a quando raggiunge il salone. Poi si volta e gli sorride, come se nulla fosse, vuole dimostragli che è capace di giocare duro anche lei.

'Ti trovo bene e poi vedo che sei anche vestito, il che non guasta.'

Cain resta a fissarla dall'ingresso, come soppesandola.

'Sei venuta.'

Lei si guarda intorno, come a cercare un tavolo su cui appoggiare le sue cose.

'Certo che sono venuta, avevamo appuntamento. Sono contenta che questa volta tu non l'abbia dimenticato. Dove ci mettiamo a lavorare? Oggi dal cantiere ci sono un sacco di novità.'

E' chiaro che l'ha preso in contropiede. Sorride. Bene, era proprio quello che voleva.

Cain percorre lentamente il salone fino a guidarla verso lo studio, la stessa stanza dove si sono messi la volta precedente.  Guardando il tavolo Ginger non può evitare di chiedersi se è una delle superfici su cui il venerdì precedente Cain e la sua compagna hanno scopato furiosamente, ma scaccia via il pensiero.

'Non siamo entrati in questa stanza'

Le  legge nel pensiero? Spera vivamente di no!

S'impone di sorridere, non vuole sembrare gelosa o roba simile.

'Confido nell'efficienza della tua donna delle pulizie.'

Cain continua.

'E' stata una decisione impulsiva, lo ammetto.'

'Non mi devi nessuna spiegazione Cain, questa è casa tua e sei libero di utilizzarla come meglio credi. Ma gradirei per il futuro che tu ti segnassi i nostri appuntamenti, così da non assistere più a scende del genere.'

Lui si appoggia alla scrivania e incrocia le braccia la petto.

'Davvero? Non mi è sembrato che venerdì avessi tutta questa fretta di andartene.'

Ginger chiude gli occhi e s'impone di restare calma, anche se in questo momento è indecisa tra sprofondare fino al centro della terra oppure ucciderlo.

'Non ci crederai, ma trovarti nudo in terrazzo a scopare mi ha sopraffatta dallo stupore. Ovviamente sono io quella strana.'

Lui ride, beffardo.

'A me più che stupita sei sembrata eccitata. Dal mometo che non pratichi più, ti piace guardare?'

Nonostante Ginger senta le guance andarle a fuoco cerca di rimanere impassibile. E' ovvio che la stà provocando.

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora