63. Ginger

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 Mentre Cain la riporta sui suoi passi Ginger lo segue,  incapace di distogliere lo sguardo dalle loro mani unite. Le sembra una cosa assurda. 

Loro due che si tengono per mano, quando fino a qualche mese prima non si rivolgevano che qualche frase svogliata.

Si chiede se abbia un senso, se loro due insieme abbiano un senso.

Insieme? Solo il pensiero la fa rabbrividire, non è affatto sicura che questa sia la cosa giusta da fare. Vorrebbe sfilare via la mano, ma Cain la tiene saldamente nella sua.

Fissa le loro mani unite, consapevole di non potergli dare nessuna colpa, è stata lei a baciarlo per prima. L'emozione che ha scorto in quegli occhi celesti è stata magnetica e  come  una calamita  l'ha attratta, irrimediabilmente.

Ha sbagliato a giudicare Aaron tante volte, ma era consapevole di volere credere ad ogni sua bugia, con Cain è diverso.  Questa sua nuova sé è obbiettiva, forse anche troppo critica nei confronti degli uomini, sicuramente non ha fatto sconti a Cain negli ultimi mesi, eppure, quando l'ha guardata negli occhi e le ha detto 'di te m'importa' è certa che fosse sincero e al tempo stesso, terrorizzato.

Un po' come lei adesso.

L'unica cosa che le impedisce di scappare, oltre alla mano di Cain che tiene stretta la sua, è il loro bacio. Non può fingere che sia stato un bacio qualunque, che sentire le sue mani accarezzarle la schiena non le abbia provocato brividi in tutto il corpo, che aggrapparsi alle sue spalle, affondare le dita in quei capelli setosi o appoggiarsi al suo petto muscoloso  non le abbia provocato sensazioni ormai sopite da anni.

Quindi lo segue, fino a quando lui si ferma al centro della sala e si volta verso di lei. La lascia andare e le appoggia entrambe le mani inanellate sulle spalle, spingendola un po' indietro, fino a farle toccare il divano.

La fissa con determinazione.

'Siediti per favore.'

Lei esegue, come un automa. Non capisce perché improvvisamente sia così serio.

Oddio ti prego fa che non le dica che è stato tutto un errore. 

Che non le chieda scusa per essersi approfittato di lei in un momento di vulnerabilità, che non si giustifichi con la solita scusa che lui non è l'uomo giusto per lei... insomma.. che non si tiri indietro, dimostrandole per l'ennesima volta che non è in grado di giudicare le persone.

'Se facciamo questa cosa, qualunque cosa sia, voglio che tu sappia esattamente in che ginepraio ti stai cacciando.' L'avverte.  ' Non mi piace indorare la pillola, sono uno che tende a dire tutta la verità subito, preferisco affrontare i problemi di petto piuttosto che trascinarli nel tempo.'

Ginger annuisce piano, senza capire dove questa premessa apparentemente innocua andrà a parare.

'Devi anche sapere che non mi piace  mettere in piazza i fatti miei, sono miei e basta. Niente giornali, niente gossip, niente stupide ripicche, quello che ti dirò vorrei che te lo tenessi per te. Ok?'

Ginger annuisce ancora, sempre più preoccupata.

'So perché vuoi che vada alla festa di mio padre, quello che hai detto prima... bhè..è vero: i genitori non sono eterni e ogni anno che passa invecchiano un po' di più. Razionalmente sono d'accordo sul fatto che sia assurdo tenere il muso ai propri genitori 15 anni e che almeno ora che  sono adulto, dovrei tirare una riga sul passato e ricominciare da capo. E' da tanto che ci penso, la verità è che ho sempre rimandato perché non mi andava di riaprire vecchie ferite e brucianti delusioni , ma è stupido temporeggiare, le cose che mi hai detto hanno centrato il bersaglio, quindi ok, hai vinto tu,  quest'anno andrò a quella maledetta festa.'

Ginger accenna un sorriso, pensava a chissà qualche catastrofe in arrivo, invece è una buona notizia. O no?

Cain  continua a guardarla serio.

'Sarei davvero contento di affrontare il compleanno di mio padre con al fianco un volto amico, ma non voglio portarti in mezzo al campo di battaglia inconsapevole di quello che dovrai subire.' Puntualizza 'I miei sono persone estremamente formali, elitarie e classiste, è un dato di fatto incontrovertibile. Io e loro non andremo mai d'accordo, potremmo sopportarci d'ora in avanti educatamente, ma non saremo mai sulla stessa lunghezza d'onda. Il solo vedermi così - indica il suo corpo – i tatuaggi, gli anelli, i capelli lunghi... - sorride- ...non saranno preparati, e sicuro non saranno contenti. Il mio stile di vita sarà messo sotto attento esame, il mio modo di parlare, le mie scelte .. compresa te, se sarai con me.'

La guarda serio.

'Non sarai ben accetta per il solo fatto di arrivare insieme a me, e per tutta la sera ti sentirai come sotto un microscopio, fidati, è il motivo per cui sono scappato.' Sospira. 'I miei non sono persone cattive, mi hanno sempre dato accesso alle migliori opportunità, sociali, di studio, nello sport , tutto...volevano per me solo il meglio e una carriera accademica di primo piano . Il fatto che io abbia fatto deragliare i loro sogni con una scelta diametralmente opposta peserà per sempre sul nostro rapporto, non mi faccio certo illusioni. Ti dico tutto questo perché per quanto mi farebbe piacere non andare da solo, non credo che sia il caso che tu venga con me. '

Ginger cerca di metabolizzare tutte quelle informazioni.

'Non hai mantenuto legami con nessuno? Altri parenti, amici, fratelli o sorelle che potrebbero venire con te?'

Lui scuote la testa.

'No, quando ho deciso di diventare lottatore professionista mio padre mi ha tagliato tutte le entrate e ha cancellato il mio fondo fiduciario impedendo a chiunque dei nostri parenti di aiutarmi. Sperava che così sarei stato costretto a chiedere il suo aiuto, che sarei tornato e avrei accettato le sue condizioni... la cosa assurda è che più lui mi metteva degli ostacoli più io mi arrabbiavo, e più mi arrabbiavo più ero bravo sul ring.. ed in questa disciplina i soldi non sono un problema se sei l'ultimo a restare in piedi nell'ottagono.'

Si passa una mano tra i capelli.

'Nel tempo ho riallacciato i rapporti con mia sorella, Tammy. Non abbiamo molto in comune, lei è diventata il clone perfetto di mia madre, ma nel tempo ho capito che non aveva colpe e anzi... essermene andato così ha fatto ricadere su di lei tutta la pressione e le aspettative ...deve essere stata un vero inferno la sua vita da quel momento in avanti, fino ad allora ero io il primogenito maschio, quello che avrebbe dovuto mantenere il nome della famiglia nell'enclave accademico... - sorride - ..mi stupisco che mi rivolga ancora la parola.'

Ginger è incredula davanti al fatto che le stia confidando tutte quelle informazioni, è come se il muro d'impenetrabilità che ha sempre circondato Cain si sia momentaneamente dissolto e ora possa intravedere di lui più di quello che permette solitamente di vedere a tutti gli altri.

'A te farebbe piacere che io venissi?'

Lui la guarda come se non avesse capito la domanda.

Ginger si schiarisce la voce.

'Voglio dire, se io venissi con te, a questa festa, ti farebbe piacere o pensi che ti potrei mettere in imbarazzo ancora di più?'

Lui scuote la testa e le si siede accanto.

'Non hai capito. Loro metteranno in imbarazzo te e senza nessun valido motivo. La serata sarà una tortura non solo per me, ma anche per te... per questo ti stò dicendo di non venire, di evitarti questo strazio... se potessi non ci andrei neanche io... te l'assicuro.'

Ginger ripete la domanda

'E' chiaro, ma a te farebbe piacere che io ti accompagnassi?'

Lui la guarda per lunghi secondi senza rispondere prima di ammetterlo.

'Sì, mi farebbe piacere.'

Le esplode in faccia un sorriso capace d'illuminare un'intera città.

'Allora verrò.'

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora