74. Cain

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E' sabato.

Guarda l'orologio impaziente.

E' già andato a correre, si è fatto la doccia e ha finito di fare colazione.  Stà spettando le 9,30, un orario nella sua mente più che ragionevole per chiamare Emily.

Deve parlarle, deve, assolutamente .

La sera precedente non ha chiuso occhio e si è convinto di non avere molte alternative se non confrontarsi con lei. Non ha idea di cos'altro fare.

Si chiede se non sia una beffa del destino:  ha fatto sesso con tutte le donne con cui è uscito in passato, con alcune ha avuto esperienze memorabili con altre molto meno, ma non gli è mai capitato di andare in bianco. Mai. Nemmeno una volta.

Anzi, spesso i giorni successivi si è dovuto negare. Ha trovato messaggi sul cellulare, mail, biglietti nella cassetta della posta o addirittura sul parabrezza, raramente è capitato che non gli chiedessero un bis e spesso è stato lui a non concederlo, non avendo alcun interesse nel portare avanti una relazione.

Poi arriva Lillith.

E tutto è capovolto.

Non sà bene cosa sia accaduto la sera precedente, sà solo che un attimo prima tutto andava alla grande e un attimo dopo ha sentito che non era più lì con lui.  Non sà come spiegarlo, ma sembrava che se ne fosse andata e avesse lasciato su quel letto solo il suo corpo.

Un bellissimo corpo, se deve essere sincero, ma spento. Il fuoco che fino a pochi attimi prima sentiva ardere  assieme a lui, non c'era più.

Non sà se intenda questo con l'essere celiaca, ma certo è che lui l'aspettava al varco. Se non gliene avesse parlato forse nella foga del momento non se ne sarebbe accorto, quanto meno non subito, ma aveva i sensi all'erta, per captare ogni possibile segnale di allarme.

Ripensa alla sera prima quando gli ha chiesto di salire... l'ha stupito. 

Non desiderava altro: levarle quel vestito trasparente, succhiare i  capezzoli rosa che aveva intravisto dalla scollatura, aggrapparsi a quelle cosce lattee e possederla fino a farla urlare. Ma certo non pensava che gliene avrebbe dato così presto la possibilità.

Ripensa al momento in cui era nuda sotto di lui, aperta, disponibile, vulnerabile, rivede quella eccitante peluria rossa, risente il suo sapore sulle labbra... non sà come sia riuscito a staccarsi da lei. Non sà come riuscirà ad aspettare il loro prossimo incontro.

Deve parlare con Emily.

Appena l'orologio segna le 9,30 fà partire la chiamata. Dopo la prima volta che si sono sentiti, in cui la psicologa lo ha invitato a lasciare perdere a meno che non fosse davvero coinvolto, era certo che non si sarebbero più parlati. Che avrebbe seguito il suo consiglio e trovato una donna più semplice a cui dedicarsi.

Ma frequentando Ginger ha cambiato idea. 

E dopo ieri sera è ancora più determinato a vincere questa sfida.

E' certo di poterla soddisfare sessualmente in qualunque modo voglia, conosce bene il corpo delle donne e non ha bisogno di consigli in quell'ambito... ma deve capire come trovare un varco nella sua mente.  Un passaggio che gli consenta di sgattaiolare oltre le barriere che ha eretto, e una volta dentro ...bhè , una volta dentro è certo che troverà il modo di restarci.

Sorride mentre la voce della dottoressa lo riporta alla realtà.

'Pronto?'

'Salve Dottoressa sono Cain. L'ultima volta che ci siamo sentiti mi aveva detto che potevo chiamarla Emily, non sò se si ricorda di me , ho avuto il suo numero da Jury.'

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