66. Ginger

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E' pronta.

Indossa il vestito più bello e trasparente che abbia mai visto in vita sua, i sandali più sexy ed incredibilmente alti su cui abbia mai poggiato gli occhi e la borsetta più piccola che stilista abbia mai potuto concepire.

Ed è nervosa. 

Così nervosa che si chiede chi glielo abbia fatto fare.

Si guarda allo specchio per la millesima volta: ha lasciato i capelli sciolti sulle spalle,  truccato leggermente gli occhi con eyeliner ed ombretto del colore del vestito,  allungato le sopracciglia col mascara e applicato  un rossetto del colore delle sue labbra per non appesantirle troppo. Less is more ha  sentito dire in un intervista da Giorgio Armani tempo fà, può fidarsi di lui quando si parla di eleganza.

Non indossa accessori a parte la cintura metallica che era compresa col vestito: la sua bigiotteria si noterebbe lontano un miglio facendo più danno che altro, quindi tanto vale mantenersi forzatamente sul semplice  . 

Da quanto le ha detto Cain verrà esaminata minuziosamente, meno spunti fornisce ai suoi detrattori per eventuali critiche meglio sarà. Si chiede se davvero la famiglia di Cain sia  classista ed elitaria come lui l'ha descritta, se così è non ha speranze di trascorrere la serata indenne. Viene da una famiglia umile e per quanto sia sempre stata la prima della classe sia al conservatorio che in aula, non ha proseguito gli studi come avrebbe desiderato suo padre. 

Sà di non essere una persona particolarmente erudita.

Sospira guardando l'orologio nervosa.

Perchè si è immolata questa sera come agnello sacrificale al fianco di Cain  solo dio lo sà! 

Ma è  un modo di dire... in realtà lo sà benissimo anche lei . Lo ha fatto per quello che è successo con suo padre e per i sensi di colpa che ancora si porta dietro e che  , ogni tanto, la tengono sveglia la notte. E poi lo ha fatto perchè, per quanto si ostini a negarlo, Cain le piace.

Le piace, la incuriosisce, l 'affascina  come non accadeva da un sacco di tempo con nessun membro del sesso maschile.  E la sua fisicità la eccita e le fà desiderare di toccarlo ed essere toccata in modi che pensava non avrebbe desiderato mai più. 

Non è una santa, nel suo passato ci sono cose che vorrebbe davvero dimenticare. 

Con Aaron ha vissuto esperienze  che non avrebbe mai pensato di sperimentare e quando tutto ha cominciato a  degenerare e lei ha avuto la certezza che qualunque cosa fosse stata disponibile a donargli di se stessa comunque a lui  una donna sola non sarebbe mai bastata , ha provato ad ingelosirlo andando con altri, in una spirale di abbrutimento fisico e morale che l'ha quasi portata all'autodistruzione.

Sà che a sbagliare è stata lei.

Sà che l'amor proprio, la dignità, l'orgoglio avrebbero dovuto ad un certo punto prevalere.

Sà che lei avrebbe dovuto a un certo punto essere in grado  di dire basta, tracciare una linea invalicabile, un confine di rispetto per se stessa che nessuno potesse superare, wathever it takes.  

Dire che lo amava non è sufficiente. 

L'amore non è una scusa sostenibile, un alibi dietro cui possa nascondersi la vergogna, il dolore, la tristezza o il disprezzo per se stessi. 

Col tempo lo ha capito :  l'amore deve essere qualcosa di luminoso, brillante, gioioso e non un tunnel tossico dentro cui la sua vita , senza il proprio uomo , sembrava non avere più alcun significato.

Non ha paura degli uomini: ha paura di se stessa e di come si sia fatta trascinare in basso pur di riuscire a tenersene uno accanto.

Pensarci è umiliante. 

Pensare a quello e alla ragione per cui è  finalmente riuscita a dire  basta è doloroso.

Distoglie lo sguardo dallo specchio e si chiede se non stia ancora sbagliando tutto. Improvvisamente le sembra così evidente .

Cain non è la persona giusta per lei: è troppo bello, troppo sicuro di sè, troppo determinato , troppo tutto.

Dillon è molto più adatto col suo atteggiamento  rassicurante,  protettivo, dolce e  comprensivo.

Cosa si è messa in testa di fare stasera?

Un revival di Cenerentola in chiave moderna in cui lei và alla festa col suo principe azzurro e tutti vissero felici e contenti?


Il citofono suona.

Non ha tempo di obbiettare.

Come sempre accade nella realtà qualcuno deve rispondere.


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