170. Cain

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Sà bene che per lui dormire non è  facile, ma certo non è mai rimasto sveglio a causa di una donna. 

Mai. 

Per quale cazzo di motivo allora continua a tendere l'orecchio nel buio, per sentirla rientrare? Sono passate ore da quando, dopo avergli sbraitato in faccia, l'ha vista sparire oltre la siepe e lui è rimasto lì, come un deficiente, immobile a fissare la vegetazione.

Nessuna donna piantandolo in asso lo ha mai infastidito così e ha questa maledetta impressione che gli stia sfuggendo qualcosa, ma non riesce a capire cosa. Si ripete che deve essere la sua testa,  troppe botte, semplicemente non funziona più tanto bene.

Per intrattenere l'insonnia che gli fà  compagnia ostinata, prende il cellulare dal comodino e comincia a scorrere le chat fino a quando ne trova una con il nome Lilith che attira la sua attenzione. Ricorda le parole di Emily e osserva la foto. Non si sorprende nello scoprire che quella rossa invadente lo perseguiti anche lì. 

Ripetendosi che lo fà solo per noia, nella speranza che gli si chiudano gli occhi dal momento che contare le pecore si è rivelato negli anni uno stratta gemma assai poco efficace, decide di dare un'occhiata e leggere quelle conversazioni, ma più si addentra nelle memorie digitali comuni, più è ovvio quanto Ginger abbia rappresentato davvero per lui qualcosa di  speciale, negli ultimi mesi. 

Rilegge gli innumerevoli messaggi che non ricorda di averle mai inviato e si sorprende a  sorride nel buio per le risposte divertenti, argute, ironiche, a volte pungenti di quella impertinente. Osserva curioso le foto che deve averle scattato, alcune chiaramente a sua insaputa , chiedendosi cosa ci sia  oltre quel sorriso dolce, imbarazzato o luminoso che è riuscito a catturare. Studia attento i video che lei gli ha inviato, intrigato dalla donna che canta  in modo  sexy e balla sul bancone, determinata  è evidente, a far eccitare tutti, lui compreso.

Si domanda quale  di tutte queste versioni della rossa che abita in casa sua lo abbia attratto. 

E' tutta la vita che si porta a casa delle donne e si assicura che la mattina dopo spariscano senza lasciare traccia nella sua vita e nella sua abitazione, perchè a lei ha consegnato persino le chiavi?

Per quanto in quel momento sia tentato di riprendersele e tornare a godersi la solitudine del suo rifugio privato, sà che deve a se stesso una risposta, oppure un giorno potrebbe ritrovarsi a pentirsene amaramente.

Sospira rassegnato e proprio mentre spenge il cellulare per rimetterlo sul comodino sente il rumore della porta d'ingresso che si apre e si richiude al piano di sotto. Fà per alzarsi dal letto e scendere, ma si trattiene. Per fare cosa, poi?

Non saprebbe proprio cosa dirle.

Tende l'orecchio vicino alla porta, cercando di capire come quell'estranea si stia muovendo in casa sua. La stanza degli ospiti è al piano di sopra, a pochi metri da lì. All'una passata è ragionevole pensare che se ne vada dritta a letto, si aspetta quindi di sentire il rumore di passi su per le scale e poi in corridoio, invece, niente.

Resta in ascolto per lunghi minuti e quando ormai comincia ad innervosirsi chiedendosi cosa diavolo stia facendo, percepisce un lontano tintinnare di note attutite. Per un attimo si chiede come possa venire in mente a chiunque sano di mente l'idea assurda di accendere lo stereo a quell'ora di notte , ma poi capisce.

 E' quell'enorme pianoforte a coda piazzato al centro del suo salotto.

Sta suonando.

Abbassa piano la maniglia e socchiude la porta per ascoltare meglio quelle note leggere. Lui non ci capisce nulla di musica, ma sà riconoscere qualcosa di bello quando lo sente.

Fuoco e fiammeWhere stories live. Discover now