5 - Positivo nonostante tutto

10.6K 235 8
                                    

<Che male!> Si lagna Emily.

Da quando sta mattina si è svegliata non fa altro che lamentarsi, non la sopporto più.

<Dai, stenditi. Magari così ti passa.> Le suggerisce Callie.

<Ma sono tutto il tempo sdraiata e non passa nulla.> Sospira. <La prossima volta che Soleil mi propone di bere la lascio sola.>

<Non è colpa sua se non reggi l'alcol.> Le faccio notare.

<Ma è colpa sua se ieri mi sono ridotta in quel modo.> Ribatte.

<Potevi benissimo regolarti.> Dico ed esco dalla stanza ormai stufa di starla a sentire.

Certo che è una ragazza davvero lagnosa.

Mi faccio un giro per i corridoi ed è stranamente tutto troppo tranquillo...

<Pista!> Esclama qualcuno dietro di me.

Mi volto e, la persona, mi cade addosso facendomi finire a terra.

<Scusa.> Dice il ragazzo steso ancora su di me.

Non dico nulla e aspetto che si alzi.

<Ti sei fatta male?> Mi domanda porgendomi una mano.

<No.> Rispondo facendomi aiutare ad alzarmi.

<Sicura? Sono piuttosto pesante.> Afferma grattandosi il retro della nuca.

Sorrido. <Già, ma sto bene.>

Il ragazzo è molto più alto di me, gli arriverò giusto al petto.

Chissà, magari è nella squadra di basket o pallavolo, per questo è così alto.

<Comunque, io sono Brad.> Si presenta sorridendo.

<Grace.>

<Ou... sei l'amica di Austin?> Domanda scrutandomi attentamente.

<Si, perché?> Domando confusa e intimorita dal suo sguardo.

È come se mi stesse studiando.

Fa spallucce. <Mi ha parlato di te, anzi, ci ha parlato.>

<Ehm... ok.>

Perché mai Austin parla di me con altre persone?

<Cose belle eh, tranquilla.> Sorride nuovamente e poi mi saluta con un gesto della mano tornando a correre.

Che strano ragazzo.

E poi, dove va così di fretta? Di mattina...

<Ciao Grace, come mai da queste parti?> Mi domanda Austin.

Mi riprendo dai miei pensieri e gli sorrido.

<Facevo un giro, non ce la facevo più a stare in camera.>

Ridacchia. <Immagino. Ti va di venire con me? Devo incontrare Erick per andare al bar a fare colazione e credo ci sarà pure Makenzie.>

Annuisco e lo seguo.

<Sai, sono in stanza con Nash.> Dice ad un tratto.

Mi blocco sentendo il suo nome.

<Ehi? Tutto ok?> Si volta verso di me.

<C-con N-Nash?> Gli domando con un filo di voce.

Annuisce. <C'è anche Jason, quindi non penso possa farmi qualcosa.>

Tiro un sospiro di sollievo.

Austin era nella mia stessa situazione.

Io e lui abbiamo sempre frequentato le stesse scuole, così come con Jason.

Come io e Austin abbiamo iniziato le elementari, il gruppo di Nash ci ha preso di mira perché eravamo i più "piccoli e deboli".

Certo, Jason ci aiutava e difendeva, ma non c'era sempre, o per impegni di famiglia, o scolastici, o sportivi.

Quindi, io e Austin dovevamo farcela da soli.

Nash prendeva in giro sempre me, mentre un suo amico ce l'aveva con Austin.

<Non preoccuparti Grace. È cambiato, ieri mi parlava normalmente, per quanto ha parlato.> Dice prendendomi una mano.

<Io... io...>

Mi abbraccia. <Quei giorni sono finiti da quando ci siamo fatti dei buoni amici. Sta tranquilla e non pensarci.>

Annuisco ancora stretta tra le sue braccia.

Perché i suoi abbracci sono così confortanti?

<Ora andiamo o faremo tardi.> Mi sorride.

E perché lui riesce sempre ad essere positivo nonostante tutto quello che ha passato... e che ho passato anche io.

-
-
-

My BoyWhere stories live. Discover now