12 - Una faccenda privata

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Sono troppo stanca.

Ieri notte non ho dormito per colpa di una zanzara che non faceva altro che ronzarmi intorno e, quando accendevo la luce per ucciderla, lei spariva.

<Wow Grace, hai fatto nottata? Hai due occhiaie.> Commenta Austin vedendomi.

In risposta, lo guardo male e vado a sedermi al mio posto.

<Che noia questa scuola.> Ed eccola lì, Caroline Marleen.

Lei è una delle più popolari della scuola grazie a sua sorella Polly Marleen.

Caroline l'anno scorso è stata bocciata e me la sono, purtroppo, ritrovata in classe.

Soleil mi ha parlato molto di lei dato che la conosce da un sacco, essendo i genitori amici della sua famiglia.

<Allora? Con chi mi tocca quest'anno?> Domanda abbassandosi la canottiera per mettere più in evidenza le sue forme.

Alcuni ragazzi esclamano "con me!" E altri buttano a terra il loro attuale compagno di banco per farla sedere.

Lei si mette a ridacchiare e io intanto osservo attentamente la mandria di porci arrapati.

Che schifo questo tipo di persone, appena vedono un paio di tette, puf! Esplodono.

<Austin, non ti aggreghi al gregge?> Gli domando.

Scuote il capo. <Non mi interessa averla come vicina di banco. È solo una distrazione.>

A volte mi faccio domande sul suo orientamento sessuale...

<Austin... ma non è che s...>

<No, non lo sono.> Risponde subito voltandosi verso di me. <È che so che alle ragazze non piacciono i tipi come quelli, non è così?>

Rimango a bocca aperta. <Già.>

Sorride e noto Caroline avvicinarsi verso di noi.

<C'è lei qui?> Domanda ad Austin.

<No, è libero.> Le sorride guardandola dritta in faccia.

E io rimango ancora più sbalordita di prima nel vedere tutto il suo autocontrollo.

Ma come fa?

Tutti i porci arrapati si girano verso di lui e lo guardano male, poverino.

<Che volete? Se magari usaste più il cervello che le parti basse avreste più chance.> Dice lui autoritario.

I ragazzi si voltano e iniziano a borbottare, nel mentre me la rido sotto ai baffi.

* Jason's pov *

<Perché ti comporti così?> Domando a Nash bloccandolo al muro.

<Così come?>

<Intendo, con Grace. Perché ora la tratti con riguardo e la osservi in continuazione, sei inquietante.>

<Che c'è? Sei geloso Jason? La vuoi tutta per te?> Mi sfida.

<Non sono geloso è che non mi piace questo tuo modo di fare.> Mi scanso. <Ti preferivo quando la prendevi in giro.>

Lui ghigna e si sistema la maglietta. <Come sai, sono cambiato. Ho smesso di prendere in giro le persone.>

<È questo tuo cambiamento da un giorno all'altro che mi fa strano, perché?>

<Chi lo sa Jason, chi lo sa.> Detto questo se ne va, lasciandomi lì come un completo idiota.

"Chi lo sa Jason, chi lo sa."

La frase continua a ripetersi nella mia mente fin quando non raggiungo la mia aula.

Mark è già dentro.

<Ehi Jason!> Esclama alzando una mano.

Mi avvicino e mi siedo al suo fianco.

<Dov'eri finito?> Mi domanda prendendo i suoi libri dallo zaino.

<Dovevo risolvere una questione...>

<Non dirmi che hai picchiato di nuovo qualcuno.>

<No, no. Dovevo parlare con una persona.>

<Chi?> Domanda curioso osservandomi con i suoi occhi nocciola.

<Non posso parlarne con nessuno. È una faccenda privata.>

<Nemmeno con il tuo migliore amico?> Domanda facendo gli occhi da cucciolo abbandonato.

Mantengo il controllo, di solito con quello sguardo cedo, ma non è questo il caso. È una faccenda tra me e Nash.

Sbuffo ed entra il professore.

Per la prima volta dopo anni, sono felice di vederlo.

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My BoyWhere stories live. Discover now