30 - Ma n'è valsa la pena

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Ritorna in camera con una scatola in mano.

<Tieni, so che ti piacciono.> Mi sorride porgendomi la scatola.

La apro e sono ciambelle alla crema, cioccolato e altri tipi... tutti i miei preferiti tra l'altro. Ma come fa a sapere i miei gusti preferiti?!

<Prima di mangiarle, aspetta un secondo.> Dice andando verso il bagno.

Faccio come dice, anche se la tentazione di addentarne una è tanta, ma resisto.

Ritorna con delle bende e si siede al mio fianco.

Sposta la scatola dalle mie gambe e mi prende la mano con il polso dolorante e imbrattato di crema.

<Gli hai fatto il bagno nella crema a quel povero polso.> Commenta prendendo un fazzoletto.

Lo osservo, osservo tutti i suoi lineamenti, dai capelli, al viso, dagli occhi, alle labbra, dal petto, alle braccia, sino ad arrivare alle sue mani che, con delicatezza, hanno finito di bendarmi il polso.

<Così la crema si assorbirà per bene.> Dice lasciandomi il polso, poi alza lo sguardo sul mio viso e dice: <Bene, ora possiamo mangiare.> Mi sorride.

Da quando è così "amichevole". Perché si comporta così? Perché mi sorride così? Non l'ha mai fatto in dieci anni che ci conosciamo.

Prende la scatola, la apre, mi passa un tovagliolo e ne prende una.

<Come facevi a sapere quali erano i miei gusti preferiti? E da dove le hai prese?> Gli domando mentre ne prendo una anche io.

<È un segreto.> Dice a bocca piena.

Mi metto a ridere per la sua espressione buffa.

<Mi è sempre piaciuta la tua risata.> Borbotta sperando che io non riesca a sentirlo, ma purtroppo, o per fortuna dipende, ho un udito troppo sviluppato e riesco a sentire l'impensabile.

Arrossisco e sorrido come una scema riascoltando quel dolce borbottio nella mia testa come una dolce melodia.

Quanto ho atteso per sentirmi dire qualcosa di carino da lui?

Tutta quell'attesa n'è valsa la pena...

Adesso è ora di mettere in chiaro i miei pensieri e di dar luce ai miei sentimenti, dire la verità a me stessa.

* Jason's pov *

<Parla Austin, cos'altro devo sapere?> Gli domando, dato che lui non si decide a parlare.

<Ieri, quando Nash ha preso per il polso Grace, le ha fatto male.>

<Gliel'ha slogato?!> Mi alzo sentendo il sangue ribollirmi nelle vene e la voglia di andare da lui e spaccargli la faccia.

<No, è solo arrossato per la troppa forza, però le fa davvero male.>

Faccio respiri profondi per calmarmi, ma non ci riesco e agisco di impulso.

Faccio alzare Austin di forza e andiamo a cercarlo e a chiedere in giro se l'hanno visto.

Un ragazzo ci informa che l'ha visto al bar e poi uscire con una scatola in mano e andare verso il dormitorio.

Probabilmente è ancora lì.

Lo oltrepasso mentre Austin lo ringrazia scusandosi per il mio atteggiamento rude.

Non me ne sbatte nulla di essere gentile o cordiale in questo momento, quando in testa ho solo la voglia sfrenata di distruggergli quel bel visetto che si ritrova... e non solo.

<Jason, lo sai che non possiamo, probabilmente lui ha chiesto il permesso di uscire.> Mi dice mentre mi segue.

Mi blocco voltandomi verso di lui. <Se non vuoi venire non farlo, rimani qui.>

<Non voglio che tu finisca nei guai.>

<Non preoccuparti, ok?>

<Ti prego.> Mi supplica con lo sguardo, ma io ho già fatto la mia scelta.

Lo abbraccio. <Andrà tutto bene.> Gli sussurro.

Mi stacco e corro verso al dormitorio.

Non mi fermerà uno stupidissimo regolamento che dice di non entrare nel dormitorio durante l'orario di lezione, almeno che non si abbia un permesso o per questioni di salute.

Davvero, me ne sbatto il cazzo delle regole se è per questioni del genere. Per la mia migliore amica.

* Callie's pov *

<Dove va Jason tutto di fretta?> Domando ad Austin.

Lui sobbalza e si volta verso di me. <C-Callie... Emily, ciao.>

<Che succede? Perché hai gli occhi lucidi?> Le domanda Emily.

Lui se li stropiccia con le mani e si avvicina a noi.

<Nulla, sarà il vento.> Ci sorride.

<Ok. Vieni con noi?>

<Si certo, avete già mangiato?> Ci domanda mentre ci segue.

<Stavamo andando al bar, ma poi vi abbiamo visti e siamo venute qui per chiedervi di unirvi a noi, ma Jason è corso via.> Spiego.

<Già, aveva da fare.> Dice con tono preoccupato.

Chissà che gli succede, anzi, che succede a tutti.

Raggiungiamo anche Makenzie che sta insieme a Erick, Soleil e Jackie, la nuova. Non mi piace per niente la sua faccina da ragazza timida e goffa, chissà cosa nasconde.

<Ciao ragazzi.> Ci saluta Erick.

<Ciao anche a voi.>

<Sapete niente di Grace?> Ci domanda Jackie visibilmente preoccupata.

<No, ancora nulla.> Rispondo.

Ma che le frega a lei? Vuole per caso fare l'amichetta carina e preoccupata? Non si conoscono nemmeno.

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