18 - Il litigio

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* Jason's pov *

Ho sbagliato.

Perché l'ho picchiato?

Perché mi sono incazzato così tanto?

Stupido me, stupido e maledettissimo me!

<Eccoti bastardo.>

Mi volto. <Se vuoi vendicarti fai pure.>

<No, devi spiegarmi perché l'hai fatto. Sai che sono cambiato e che non farei mai quello che ho detto, volevo solo provocarti un po'.>

Abbasso lo sguardo e stringo i pugni. <Scusa.> Sussurro.

<Cosa?> Domanda confuso, non mi ha sentito.

Sospiro e mi dirigo verso la nostra stanza, lui mi segue senza dire nulla.

<Ti prego, non dirmi più quelle cose. Non voglio ridurmi al diventare come te.> Dico fermandomi davanti alla porta.

<Non lo farò, lo giuro. Non prenderò più in giro quel dameri... cioè Austin, e non ti provocherò più mettendo in mezzo Grace.> Dice, sembra davvero pentito.

<Perché l'hai fatto?> Gli domando entrando in stanza senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.

Non risponde e va a sedersi sul suo letto.

<Allora?> Insisto alzando lo sguardo per incontrare il suo, di ghiaccio, come sempre.

<Tu...> Distoglie lo sguardo mordendosi il labbro. <Non posso dirtelo, scusa.>

Si alza e si chiude in bagno lasciandomi spiazzato.

Ma cosa passa per la testa di quel ragazzo?

Mi sdraio sul letto e ripenso alla scenata che mi ha portato a colpirlo.

<Su dai, dimmi che non la trovi tremendamente sexy.> Mi provoca girandomi intorno.

<No.> Rispondo stringendo gli occhi.

<Andiamo Jason, sai, sono tremendamente invidioso del vostro rapporto, fossi in te me la sarei già scopata un sacco di volte.> Ghigna.

<Smettila Nash.> Stringo i pugni.

Si ferma davanti a me. <Andiamo, sai perfettamente quanto sta bene con la divisa da cheerleader, mi ricordo ancora quando una delle mie puttanelle l'ha costretta ad entrare nel gruppo delle cheerleader e poi l'ha umiliata in un modo tremendo.> Sghignazza. <Ricordo ancora quella maglietta quanto le stringeva il suo seno prosperoso.> Sibila infine al mio orecchio.

Lo spingo facendolo cadere a terra.

* Emily's pov *

Ma dov'è? È da tutta la sera che lo cerco... perché non era in mensa? O in piscina? O nel campo da basket?...

Mentre cammino vado a sbattere contro il petto di qualcuno.

Alzo lo sguardo e due occhi verdi mi scrutano per bene.

<Scusa.> Borbotta distogliendo lo sguardo.

<No, scusami tu.> Dico indietreggiando a disagio.

Si schiarisce la gola. <Ok.> E se ne va.

Lo guardo andarsene. Dove l'ho già visto? E con chi?

Riprendendomi, ritorno a dirigermi verso l'ultima tappa, il bar scolastico.

A volte va lì per bere il tè verde. Dice che gli fa bene a calmarsi.

Come lo so? Beh...

Diciamo che una volta mentre passavo di lì, mi sono fermata a guardarlo e, come scusa, ho ordinato qualcosa da mangiare e mi sono seduta vicino a lui.

Quando si è distratto dal libro che stava leggendo, si è girato verso di me e mi ha detto: <Tu sei l'amica del gruppetto di Grace, Jason e Austin?>

Io ho annuito essendo incapace di aprire bocca per rispondere, ero troppo su di giri.

Poi ha detto: <Ok, posso farti una domanda?>

Ho annuito anche lì per la stessa motivazione di prima.

È stato per un po' in silenzio osservando il liquido nella tazza e poi: <Sai, bevo il tè verde per calmarmi, dovresti farlo anche tu dato che sei molto tesa.>

Detto quello, mi ha fatto l'occhiolino, si è alzato e se n'è andato.

Non mi ha nemmeno posto la domanda...

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My BoyTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon