74 - Sono dannato

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Mi sveglio con il collo che mi fa malissimo.

Ieri ho passato tutta la sera nella camera di Austin.

Non mi importava se c'erano anche Nash e Kodey, dovevo stare affianco al mio migliore amico.

<Vai in camera a dormire, sennò domani ti farà male la schiena.> Mi diceva Kodey preoccupato.

Ma io ho preferito rimanere nella loro stanza e dormire sulla poltrona.

Ovviamente Nash era contrario, non so perché sia cambiato così da un giorno a un altro.

Eppure, stanotte, quando mi sono svegliata per via di un incubo, l'ho trovato seduto a terra accanto a me con la testa appoggiata alla poltrona.

Non lo capisco.

<Grace.> Sento sussurrare.

Apro gli occhi e incontro quelli azzurri di Austin.

<Ehi, ti sei svegliato.> Dico con la voce impastata.

Mi sorride. <Sei rimasta qui tutta la notte?> Domanda ritornando al suo letto.

Mi avvicino a lui e mi siedo a terra, appoggio la testa sul materasso e gli prendo la mano.

<Si, da quando ti hanno portato qui.> Rispondo stringendogli di più la mano.

<Perché?> Risponde dopo un po'.

Mi volto verso di lui. <Perché ero preoccupata e volevo starti vicino.> Gli sorrido.

<Non avresti dovuto, sto bene.> Mi sorride. <Davvero, saresti dovuta tornare in camera tua.>

Fa per mettersi seduto, ma io scatto subito a fermarlo.

<Sta sdraiato.>

<Sto scomodo.> Fa divincolandosi.

<Austin, ascolta la tua amichetta.> Fa capolino la voce di Nash che proviene dalla porta del bagno.

Mi volto verso essa e lo vedo con solo i pantaloni della tuta addosso.

Distolgo lo sguardo e torno a guardare Austin. <Anche il tuo salvatore lo dice.>

<È stato Brad a salvarlo, non io.> Dice Nash con evidente irritazione nel suo tono.

Sospiro e mi alzo. <Smettila di dire che non sei stato tu.> Mi volto verso di lui.

Mi viene male parlare seriamente con lui in questo momento, dato che ha tutti i suoi bei muscoli di fuori. Ti ipnotizzano.

<Non la smetterò, perché è così. Non sono stato io.> Mi guarda fisso negli occhi.

<E invece si.> Sostengo il suo sguardo.

Sbuffa e va a sedersi sul letto. <Credi quel che ti pare, ma è stato Brad.>

<E tu di quel che ti pare, ma so che sei stato tu.> E torno a concentrarmi su Austin che, approfittandosi della mia distrazione, si è messo seduto.

Sospiro e mi siedo sul suo letto. <Almeno mettiti dei cuscini dietro la schiena.> Dico sistemandoglieli.

<Sembri mia madre.> Dice divertito.

<Mi hai fatto preoccupare un sacco e ora voglio che tu stia bene.>

Sento Nash sbuffare, ma lo ignoro.

Vorrei chiedergli cosa ci faceva seduto a terra vicino alla poltrona dove dormivo, ma mi sto zitta e continuo a concentrarmi su Austin che, in questo momento, ha bisogno di me.

<Come mai sei svenuto?> Domando ad Austin.

<Ero distratto, non mi sono reso conto di aver superato la linea di avvertenza e ho sbattuto la testa.> Spiega. <Sono stato un idiota.> Abbassa lo sguardo.

<Le gare sono state rinviate a lunedì per colpa tua.> Dice Nash.

<Mi dispiace.> Fa Austin mortificato.

Guardo male Nash e lui fa spallucce.

<È la verità, è inutile che mi guardi male.>

<Potresti essere anche un pochino più delicato.>

<Grace, va bene così.> Dice Austin mettendomi una mano sul braccio.

<No, non va bene.> Mi alzo. <Perché ti stai comportando così eh?!> Mi rivolgo a Nash. <Mi piacevi di più quando facevi tutto il gentile. Potevi benissimo continuare a fingere, almeno avresti potuto provare la sensazione di avere degli amici e non degli scagnozzi pronti a fare tutto quello che tu gli chiedi di fare!>

<Grace...> Mi richiama Austin.

<No, lasciami parlare.> Gli dico voltandomi un attimo, poi ritorno a guardare Nash. <Non capisco nemmeno perché cazzo hai dovuto fare tutta quella messinscena per essere mio amico, per avere una tregua, per ricominciare da capo. Stavo iniziando a dimenticare com'eri fatto realmente, ma a quanto pare ho sbagliato. Avevo ragione nel pensare che tu non saresti mai cambiato, una persona non cambia così da un giorno ad un altro.> Mi blocco per prendere un attimo di fiato.

<Grace, smettila.>

<No Austin, deve sentirsi dire certe cose almeno una volta. Deve capire il male che fa a chi inganna e delude ogni volta.> Dico cercando di calmarmi almeno un po'.

Sospiro e Nash si alza mettendosi davanti a me.

Mi guarda con i suoi occhi ghiaccio e dice: <E tu non dovevi crederci. Tu dovevi essere la prima a capire cosa avevo intenzione di fare realmente.>

Scuoto la testa. <Non avrei mai potuto. Credevo... io...> Distolgo lo sguardo un attimo.

Lui mi prende dal polso e mi tira più vicina a se. Sento Austin muoversi sotto le coperte.

<Cosa credevi? Che tu potessi cambiarmi? O che qualcuno dei tuoi amici potesse?> Dice con tono duro. <Nessuno potrà mai, sono dannato, e tu lo sai meglio di me.>

Austin lo tira indietro da me, ma Nash non mi lascia andare.

<Tu dovresti capirlo, Grace.>

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My BoyWhere stories live. Discover now