49 - Lo odio

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Dopo pranzo ho studiato tutto il tempo e ora sto andando verso il campo di football insieme a Brad.

Ho invitato anche Jackie, magari così conosce anche loro.

<Ma tu non dovresti allenarti per le finali?> Domando a Brad.

<Si, ma oggi è il turno delle ragazze. In pratica facciamo un giorno un gruppo e un giorno un altro per non distrarci.>

<Capisco.>

<Tu sei il capitano di nuoto?> Gli domanda Jackie.

<Eh già.> Le risponde sorridendole.

Sorride anche lei e si avvicina di più a me.

Chissà se riuscirà mai a sciogliersi.

Entriamo nel campo e andiamo a sederci sugli spalti.

Per fortuna stanno ancora facendo i giri di campo, non voglio prendermi un'altra pallonata in testa come l'ultima volta.

Credo di avere ancora il bernoccolo.

<Che bello vedervi.> Ci sorride Rod appena ci passa davanti.

Subito dietro di lui c'è Nash che si volta per pochi secondi verso di noi, giusto il tempo di lanciare una delle sue occhiate gelide.

<Ho sentito freddo tutto d'un colpo.> Ironizza Brad. <Cos'è successo? Avete litigato?> Mi domanda.

<Lo conosci?> Mi domanda Jackie.

<No Brad, non abbiamo litigato e si Jackie, lo conosco.>

<Wow.> Dicono entrambi e poi si mettono a ridere.

Sospiro e torno a guardare i ragazzi.

<Come fai a conoscerlo?> Mi domanda Jackie.

<Già, sono curioso anche io.> Fa Brad.

<Da piccola mi prendeva in giro e non solo me.> Dico brevemente. <Un giorno magari vi racconterò tutto, ma per ora non voglio pensarci. Stavamo finalmente trovando un equilibrio nel nostro rapporto e lui sta mandando tutto a puttane per via del suo caratteraccio.>

I due stanno in silenzio e continuiamo a guardare l'allenamento.

Durante la pausa si è avvicinato Rod, ma non l'ho ascoltato molto, stavo cercando Nash tra gli altri.

Che se ne sia andato prima e io non me ne sia  accorta?

Mi arriva un messaggio.

—Mi stai cercando?

E parli del diavolo...

No.—

Digito e invio.

—Vieni fuori? Vorrei spiegarti.

Sbuffo, no, questa volta non farò come dice lui.

No, rimango qui sinché non finiscono.—

—Fa come vuoi, ma ti ricordo che potrei dire da un momento all'altro che la povera Grace ha scassinato la porta della mia stanza ed è entrata, insieme alle sue amiche, nella mia stanza durante la notte e sono rimaste lì a fare foto a noi ragazzi che dormivamo.

Bastardo.

Mi stai minacciando?—

—Mah, tu che dici?

Lo odio.

Sbuffo e invio la risposta.

Arrivo.—

<Scusate ragazzi.> Metto il cellulare in tasca. <Ma hanno bisogno di me.> Sorrido.

<Ok...> Fa Jackie alzandosi anche lei.

<No, tu resta. Poi Brad ti riaccompagnerà in stanza. Almeno conosci anche loro, e ti ricordo che manca ancora una persona all'appello.> Le sorrido.

<Va bene.> Dice risedendosi.

<Vado, ci vediamo poi.>

Mi salutano e io scendo.

Appena esco, lo vedo appoggiato al muretto con una sigaretta in bocca.

<Ce l'hai fatta.> Dice dopo aver tirato.

<Dimmi.> Dico mettendomi davanti a lui.

Fa quel suo solito mezzo sorriso e si sposta dal muro avvicinandosi a me. <Prima, vieni con me.>

Sbuffo e lo seguo.

Lo faccio solo per non entrare nei guai. Non voglio essere sospesa.

<Dove stai andando?> Gli chiedo.

<A prendere la macchina.>

<E perché?>

<Sta zitta un po' e seguimi. O ti devo portare di peso?> Domanda voltandosi un minimo per guardarmi.

<Di peso?> Domando alzando un sopracciglio.

Si avvicina al bidone per buttare la sigaretta, ma prima fa un ultimo tiro.

Si volta verso di me soffiandomi il fumo in faccia e sorride beffardo.

Io, intanto, tossisco per via del fumo. Ho sempre odiato le sigarette, mi hanno sempre dato fastidio.

<Di peso? E vada di peso.> Dice tirandomi su e mettendomi su una spalla come se fossi un sacco di patate.

<Nash che fai?! Fammi scendere!> Mi divincolo.

<Sta ferma se non vuoi cadere e poi me l'hai chiesto tu, no?>

<Io non ti ho chiesto proprio un bel niente e ora lasciami.>

<No, ti sto usando come allenamento.>

<Ma che ca... fammi scendere!>

Si mette a ridere e continua a camminare verso i parcheggi sotto gli occhi di chi sta passando.

Santo cielo che imbarazzo.

Appena arriva, mi fa scendere, appoggiandomi delicatamente a terra, e poi sorride come se nulla fosse.

<Bene, ora che la figuraccia del giorno l'ho fatta, mi spieghi perché dobbiamo prendere l'auto?> Domando mentre mi apre lo sportello.

<Ti voglio portare in un posto, ma non ti dirò quale e tu non dovrai chiedermelo. Appena ci arriveremo potrai farmi tutte le domande che vuoi.>

Sbuffo e salgo sulla macchina.

Ho già detto che lo odio?

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My BoyWhere stories live. Discover now